Omicidi di mafia a Palermo| Tutti gli ultimi precedenti - Live Sicilia

Omicidi di mafia a Palermo| Tutti gli ultimi precedenti

Un'immagine dell'omicidio di Giuseppe Calascibetta

Il caso di Francesco Nangano riapre un capitolo, quello degli omicidi di stampo mafioso, che nel capoluogo si era interrotto nel 2011. L'ultimo, in ordine di tempo, fu infatti quello che coinvolse Giuseppe Calascibetta.

dal 2011 ad oggi
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PALERMO – Storie di morte. Diverse tra loro, ma con un minimo comune denominatore: la mafia. Tra il 2011 e oggi si contano tre cadaveri sulle strade di Palermo. in realtà sono quattro, ma per uno di loro, Claudio De Simone (ucciso a Borgo Nuovo) la matrice mafiosa e’ stata esclusa.

Cominciamo dal 6 aprile 2011. In via Michele Titone, una traversa di corso Calatafimi viene ritrovato il corpo di Davide Romano dentro il bagagliaio di una Fiat Uno. Era nudo, con le mani e i piedi legati. Era un picciotto del Borgo Vecchio che scalpitava per farsi largo tra le nuove leve della mafia. Forse aveva deciso di passare dallo spaccio di droga alla mafia che conta. E hanno stoppata la sua carriera criminale, utilizzando il suo cadavere come macabro monito per quanti, come lui, avrebbero cercato di farsi largo. Via Michele Titone e’ una strada residenziale al confine tra due diversi mandamenti: Porta Nuova e Pagliarelli. Un delitto rimasto nel silenzio. Nessun commento neppure durante le conversazioni dei tanti boss intercettati dopo l’omicidio.

Cinque mesi dopo qualcuno alza il tiro.

In via Bagnera, a Belmonte Chiavelli, scaricano addosso a Giuseppe Calascibetta un caricatore di pistola calibro 7,65. Due colpi lo raggiungono all’orecchio. Uno gli perfora la parte superiore del cranio. Probabilmente è il colpo di grazia, sparato dall’alto verso il basso quando ormai Calascibetta e’ accasciato sul sedile della sua minicar.

Scarcerato nel 2007 si era ripreso il suo posto di capo del mandamento di Santa Maria di Gesù. Ed era tornato ad imporre il pagamento del pizzo. Pochi giorni dopo la sua morte un costruttore diceva “… lui è stato quello che si è fottuto duecentoventimila euro per viale Regione… lo vedi come se li sta godendo… nella cassa”. Calascibetta aveva preteso soldi in contanti e un appartamento in un palazzo di nuova costruzione.

Un delitto, quello di Peppuccio Calascibetta, avvenuto nel quartiere della vittima. Un segnale forte, proprio come quello di Francesco Nangano, ucciso in via Messina Marine a pochi passi dalla concessionaria di macchine che gestiva.


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