Giovedì si vota per il rettore |Pignataro (quasi) eletto - Live Sicilia

Giovedì si vota per il rettore |Pignataro (quasi) eletto

I commenti dei tre candidati dopo il risultato del primo scrutinio. Iachello accetta le scelte degli elettori, Vecchio spiega la sua decisione a lasciare, Pignataro garantisce di mantenere le promesse del suo programma. Il voto del 28 febbraio è, a questo punto, quasi una pura formalità.

CATANIA – Giovedì si vota per il nuovo rettore dell’Università di Catania. Il primo turno aveva lasciato la sensazione di un ateneo spaccato in due, ma soprattutto aveva soffocato ogni pronostico che fino al mattino del 21 febbraio aveva dato, quasi, per certa la vittoria schiacciante di Giuseppe Vecchio. Tra le mura del rettorato si parlava già di brindisi ma il risultato e la volontà degli elettori ha cambiato ogni sensazione ottimistica. Il candidato più accreditato, poi, ha fatto un passo che ha lasciato tutti a bocca aperta: ha deciso di rinunciare alla corsa. Una decisione che ha scatenato l’applauso di tutti, un gesto di correttezza e dignità, a cui forse non si è più abituati. I giochi allora si può dire sono praticamente fatti: Pignataro sarà l’erede di Recca. Ma quanto fatto da Vecchio garantirà un’unità che all’Università di Catania, forse, mancava da molto tempo.

L’ufficio comunicazione dell’Ateneo ha diramato agli organi di stampa i commenti a caldo che i tre candidati alla carica di Rettore (Calabrese aveva rinunciato prima) hanno diramato al termine dello scrutinio del primo turno di voti. Li pubblichiamo integralmente:

Enrico Iachello.  “Prendo atto del risultato elettorale favorevole al collega Giacomo Pignataro. Mi auguro che, come ho sempre sostenuto anche in pubbliche interviste, chiusa la competizione elettorale, la comunità accademica ritrovi la compattezza indispensabile per affrontare i delicati e difficili problemi che ha di fronte”.

Giuseppe Vecchio. “Considero il risultato della prima tornata per l’elezione del Rettore una indicazione significativa sugli orientamenti dell’Ateneo in questa difficile fase di svolta. La mia proposta ha convinto il 44,0% degli aventi diritto, la proposta del prof. Giacomo Pignataro ha convinto il 48,6% degli Elettori. Per chi non avesse a cuore l’unità dell’Ateneo e fosse convinto che il Corpo Accademico possa essere impunemente coinvolto in un confronto esasperato, i numeri potrebbero autorizzare l’insistenza nel confronto. Non è questa la mia opinione. Ritengo che l’unità dell’Ateneo sia il bene più importante da tutelare in un momento che richiede scelte difficili e, forse, drammatiche. Ho contribuito al dibattito e all’approfondimento esprimendo opinioni e formulando proposte che restano a disposizione di chi, domani, avesse l’interesse e il desiderio di prenderle in considerazione. Ho partecipato con interesse al confronto con Candidati di grande valore e dignità che mi ha arricchito, mi ha fatto conoscere meglio l’Ateneo, mi ha consentito di apprezzare le qualità degli interlocutori e degli Elettori. Non penso di dovere cercare riconoscimenti personali o di dovere tentare prove di forza, inutili per me e stressanti per i miei Sostenitori e per l’Ateneo. Esprimo stima e riconoscimento nei confronti del prof. Giacomo Pignataro, che ritengo saprà valorizzare e garantire anche quella parte importante dell’elettorato che ha onorato me e il prof. Iachello di un voto che riunisce, comunque, una maggioranza nell’Ateneo e che è ben presente negli Organi collegiali. A Lui formulo i più sentiti auguri di buon lavoro.

Giacomo Pignataro “Vi esprimo il mio più profondo e sentito ringraziamento per il consenso di cui avete voluto onorarmi, e proseguirò, nei prossimi giorni, il confronto con tutta la comunità per estenderlo ulteriormente. Prendo atto della decisione del Prof. Vecchio, e apprezzo la sua volontà di contribuire, con un gesto generoso, all’unità e alla compattezza dell’Ateneo. Ribadisco la mia volontà di realizzare i miei impegni programmatici nel rispetto degli interessi generali dell’Ateneo e di un corretto profilo istituzionale nel rapporto tra gli organi di governo. L’innovazione di cui ha oggi bisogno l’Università di Catania richiede, peraltro, una grande mobilitazione di energie intellettuali e un grande impegno collettivo, al quale mi auguro tutti vorranno contribuire. Di tutto ciò ritengo di potermi fare garante”.

 

 


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