PALERMO – Un libro, quello scritto dalla giornalista Ina Modica nato dall’esigenza di far conoscere il lavoro svolto dalle Istituzioni in sinergia con la società civile, le associazioni, le scuole, i movimenti e soprattutto le cooperative sociali che in questo ventennio hanno lavorato su iniziative concrete sulla gestione e l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia. Dal feudo Verbumcaudo, alla cantina Kaggio.
Dal centro agrituristico Portella della Ginestra, al centro ippico Giuseppe Di Matteo. Speranze nate libere racconta di storie, di esempi che rappresentano l’immagine positiva della Sicilia che vuole riscattarsi da anni di sopraffazione mafiosa.
Grazie alla legge sull’utilizzo sociale dei beni confiscati, in oltre 20 anni sono nate esperienze imprenditoriali e cooperativistiche importantissime: molti giovani hanno avuto la possibilità di un lavoro onesto, senza dover fuggire o scendere a compromessi. Moltissimi territori, da sempre soggiogati alla violenza mafiosa, hanno potuto vivere un riscatto sociale ed economico. L’augurio, come la stessa autrice scrive , è che si continui in questo percorso virtuoso utilizzando i beni confiscati con il massimo coinvolgimento dei giovani.