"Quando un amico ti chiede il pizzo" | Lo chef e l'insospettabile estorsore - Live Sicilia

“Quando un amico ti chiede il pizzo” | Lo chef e l’insospettabile estorsore

C'è anche Alfredo Perricone, 42 anni, figlio della Palermo bene, tra i quattro presunti uomini del racket fatti arrestare dallo chef Natale Giunta. Chi è e quali sono i contatti con la criminalità dell'insospettabile "pronto a rispondere a tutte le domande per dimostrare la sua innocenza".

PALERMO – Natale Giunta e Alfredo Perricone si sono conosciuti nell’estate di due anni fa. Le presentazioni le aveva fatte un amico comune che si era occupato della sicurezza alle serate organizzate dallo chef. Giunta ha denunciato e fatto arrestare i suoi presunti estorsori. Tra di loro c’è proprio lui, l’insospettabile Alfredo Calogero Attilio Perricone, 42 anni. Da due giorni si trova richiuso nel carcere Pagliarelli con l’accusa di tentata estorsione che condivide con Antonino Ciresi, settantenne con precedenti per mafia, Maurizio Lucchese e Giuseppe Battaglia.

Figlio di bancari, residente in via del Granatiere, le frequentazioni di Perricone spaziano dalla gente della cosiddetta Palermo bene a coloro che vivono nei quartieri popolari. Non a caso ha gestito per anni un negozio di articoli sportivi a Borgo Vecchio e da qualche tempo si era messo in testa di lanciarsi nel mondo della ristorazione. Dai progetti era passato ai fatti visto che sono ancora in corso i lavori per la realizzazione del suo nuovo locale. Un bel ristorante di fronte alla stazione Notarbartololo. E siamo di nuovo nel cuore della Palermo bene. Perricone sperava di attingere ai consigli utili di Giunta. E così aveva iniziato a frequentare il ristorante Sailem all’interno dell’area monumentale del Castello a Mare.

I due erano diventati amici. Una sera in uno noto locale della movida palermitana Giunta aveva iniziato a insospettirsi. Perricone conosceva troppe cose sul suo conto. Innanzitutto sapeva della denuncia che Giunta aveva presentato ai carabinieri. A dirglielo era stato un amico, un gioielliere del Borgo. E siamo tornati nel popolare quartiere dove esiste un sottobosco dalle tinte torbide. Il gioielliere bene informato sarebbe Raffaele Favaloro, un pregiudicato per rapina e detenzione di arma. Sarebbe stato Favaloro, secondo quando Giunta avrebbe appreso da Perricone, a carpire al Borgo la notizia che “volevano fare la boccia” allo chef. Se n’era discusso in un taverna. Qualcuno non aveva gradito la reazione del ristoratore.

Chi è davvero Alfredo Perricone? Quali sono i suoi contatti con gli ambienti criminali? Dalle carte processuali sembrerebbe emergere una certezza: è stato lui a garantire a Giunta un intervento per risolvere la questione parlando con le “persone giuste”. E in che modo sarebbe intervenuto? Portando a Giunta la soluzione per avere “la pace assoluta”: pagare due mila euro a Pasqua e altrettanti a Natale.

E si arriva al giorno del colloquio intercettato del 7 gennaio che incastrerebbe “l’amico che diventa complice della tentata estorsione”. “Un semplice intermediario senza alcuna responsabilità. Una persona che cerca di tranquillizzare un amico molto spaventato da ciò che gli stava capitando”, sosterrà, invece, il suo difensore Tommaso De Lisi nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si svolgerà stamani davanti al giudice per le indagini preliminari. È stato davvero solo questo il ruolo di Perricone che “risponderà a tutte le domande per dimostrare la sua estraneità ai fatti”?


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI