Tutti malati alla circoscrizione| Gli uffici restano chiusi - Live Sicilia

Tutti malati alla circoscrizione| Gli uffici restano chiusi

Nella mattinata di giovedì 14 impiegati su 26 si sono assentati per malattia, lasciando sguarniti gli sportelli per il rilascio di certificati e bonus per luce e gas. "Si è forse configurato nei confronti dei cittadini il reato di interruzione di pubblico servizio", denuncia il consigliere Altadonna. Ma spunta anche la protesta nei confronti dell'amministrazione.

CATANIA: "VERIFICHEREMO"
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PALERMO – I palermitani che giovedì mattina si sono recati alla postazione decentrata di via Adua, alla Quinta circoscrizione, si sono trovati di fronte una spiacevole sopresa: gli sportelli, infatti, erano quasi tutti chiusi. Tranne quelli per il rilascio dei pass per le zone blu e delle password per il sito del Comune, che hanno regolarmente funzionato, tutti gli altri erano sprovvisti di un impiegato e così chi doveva chiedere gli assegni di maternità, i bonus per gas e luce, o il rilascio e rinnovo delle carte di identità e dei certificati, si è dovuto recare a Borgo Nuovo.

Una situazione causata dall’assenza per malattia di ben 14 impiegati sui 26 dell’intera circoscrizione, e di questi 14 circa otto avrebbero dovuto prestare servizio alla postazione decentrata che si è ritrovata con soli due addetti. “I cittadini hanno trovato luci spente, sportelli vuoti, servizi sanitari sporchi e hanno dovuto fare la fila fuori dalla porta”, denuncia il consigliere di Ora Pd Salvatore Altadonna. “Non essendo questo il primo caso di ‘malattia di massa’ – continua il consigliere – varrebbe la pena interpellare i sindacati per comprendere se esistono eventuali altre motivazioni. Oggi si è forse configurato nei confronti dei cittadini il reato di interruzione di pubblico servizio”.

Ma alla Quinta circoscrizione il clima non è dei più sereni. Mercoledì scorso, infatti, alcuni collaboratori amministrativi, tutti di categoria B, si sono recati dai consiglieri di quartiere per lamentarsi della richiesta del Comune di modificare il proprio orario di lavoro, a turno, per poter chiudere gli uffici. Da quando manca la Gesip, infatti, l’amministrazione comunale ha dovuto fare i conti con piccoli e grandi problemi fra cui, anche, la necessità di individuare chi materialmente, a fine orario, chiuda gli uffici a chiave. Per questo piazza Pretoria ha pensato di chiedere un piccolo sacrificio anche ai lavoratori di categoria B, che solitamente (e per contratto) non si occupano della custodia degli uffici.

La richiesta del Comune consiste nel posticipare di un’ora l’orario di ingresso, quindi dalle 7.30 alle 8.30, così da uscire alle 14.30 ma solo una volta ogni 15 o 20 giorni, visto che i dipendenti farebbero a turno. I 14 impiegati, però, hanno considerato irricevibile la proposta e sono andati a lamentarsi con il consiglio di quartiere. “Li abbiamo ascoltati – dice Maurizio Li Muli del Pd – e abbiamo assicurato che dialogheremo con l’amministrazione”. Ma gli impiegati ieri hanno anche annunciato clamorose forme di protesta, mentre giovedì si sono registrate le assenze per malattia, anche se non c’è ovviamente alcuna prova di un collegamento fra le due cose.

“Non ho potuto fare altro che informare i dirigenti di quanto successo – dice il funzionario Loredana Mascari – e chiudere gli uffici”. Ma se anche l’amministrazione volesse accertare che i 14 fossero tutti a casa malati, non sarà possibile effettuare visite fiscali a tappeto. Ogni circoscrizione ha un budget annuale di 400 euro, e ogni visita ne costa più di 40: considerando che alcune nel corso dell’anno sono state già fatte, non ci sarebbero i fondi per mandare a tutti il medico fiscale.

“I servizi sono andati a rilento – ammette l’assessore Giusto Catania – faremo tutto le verifiche del caso, ma di certo non possiamo ledere i diritti dei lavoratori, fra cui rientra anche la malattia”. “Alcuni sindacati hanno diffidato l’amministrazione dal chiedere la modifica degli orari –dice il presidente della Quinta circoscrizione, Fabio Teresi – c’è un malcontento degli impiegati nei confronti dell’amministrazione. In questo momento chi ha un lavoro se lo deve tenere stretto e dovrebbe forse fare più del suo dovere, ma questo non significa che l’amministrazione non debba fermarsi un attimo per capire che deve colpire chi non vuole lavorare rispettando però tutti gli altri. Facciamo rientrare chi è in mobilità presso altri enti, verifichiamo tutte le possibilità ma mettiamo la macchina comunale nelle condizioni di poter lavorare”.

 


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