Va in piazza la cultura: | "Rischiamo di chiudere" - Live Sicilia

Va in piazza la cultura: | “Rischiamo di chiudere”

Pino Caruso

Cultura in crisi. La pesante crisi economica ha paralizzato le liquidazioni delle manifestazioni e i lavoratori devono provvedere da sé al sostentamento e all'organizzazione degli appuntamenti. Ha preso il via dal teatro Montevergini, questa mattina, l'assemblea degli operatori culturali per discutere dello stato di emergenza in cui versa il settore e chiedere al governo regionale di farsi carico del problema.

La protesta
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PALERMO– È partita dalla sala del teatro Montevergini, l’assemblea pubblica dei lavoratori dello spettacolo per discutere dell’emergenza della categoria produttiva in crisi e proporre un nuovo modo di guardare allo sviluppo del turismo culturale in Sicilia.

La pesante crisi economica e i conseguenti ritardi nella gestione dei finanziamenti europei da destinare alle iniziative culturali nell’isola hanno messo in ginocchio l’intero settore, generando un boomerang economicamente drammatico. Aumenta sempre di più, infatti, il numero di artisti che emigrano, lontani da una terra che non consente loro la “messa in scena” della propria maestranza. “Esiste un legame strettissimo tra cultura e civiltà, tra turismo ed economia. Un paese che non legge e non va a teatro è privo di difese immunitarie – è quanto si legge in un comunicato dell’attore palermitano, Pino Caruso – Più basso è il livello culturale di un popolo, più questo popolo può essere ingannato e usato per fini perversi e a vantaggio dell’interesse di pochi”.

I lavoratori, nel corso dell’assemblea, hanno rivendicato il riconoscimento del loro impegno sul territorio, della loro storia, della loro professionalità e hanno chiesto risolutezza nell’individuare misure e strategie rispetto alla grave crisi che, da tempo, attanaglia la cultura in Sicilia: “Conosciamo bene la situazione che la nostra Regione sta attraversando, ma crediamo che la categoria della cultura e dello spettacolo possano essere una risorsa per questa terra e non un peso – con queste parole ha aperto la discussione, Alfio Scuderi, direttore artistico del Palermo teatro festival – Troppo spesso ci siamo sentiti, nell’ultimo periodo, additati come il superfluo. Vogliamo dimostrare e rendere noto quanto lavoro ci sia dietro una rappresentazione, i festival sono il motore dell’economia”.

Gli operatori culturali, inoltre, hanno espresso la consapevolezza di quanto le manifestazioni, ben organizzate e promosse con i giusti tempi, possano effettivamente condizionare i flussi turistici ed essere un importante indotto economico per la Sicilia. “Se non si parte dal turismo non ci sarà ripresa dell’economia, un’attività economica così importante per la nostra isola, non può morire in questo modo – ha affermato con parole accorate Pietro Busetta, presidente della fondazione Curella -. Destinare risorse alla cultura non è una spesa, ma un investimento proficuo che porterebbe guadagno immediato: la cultura, lo spettacolo, la manifestazione, il festival sono settori attrattivi. Che questa cultura debba pagarsi da se, però, è un fatto che non può esistere”.

L’appello degli operatori culturali è rivolto soprattutto al governatore siciliano, Rosario Crocetta e all’assessore al Turismo, Franco Battiato: “Chiediamo al governo regionale l’istituzione di un tavolo d’emergenza per poter discutere concretamente di una legge a tutela della cultura, un tavolo che ponga l’accento su un aspetto fondamentale come i tempi di liquidazione dei crediti attesi – ha continuato Scuderi –. E’ diventato indispensabile un intervento serio, coraggioso ed immediato da parte della giunta regionale, per risolvere le questioni burocratiche e tracciare un nuovo corso ed un nuovo modo d’intendere la sinergia pubblico-privato, la stagione in atto”.


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