Linda Vancheri si racconta: | "Lotto con la sclerosi multipla" - Live Sicilia

Linda Vancheri si racconta: | “Lotto con la sclerosi multipla”

Sono passati 11 anni da quando Linda Vancheri, l’assessore regionale alle Attività produttive transitata da Confindustria al governo Crocetta, ha scoperto ciò che non avrebbe mai voluto sapere. E ora è pronta per rendere pubblica una sfida finora tutta sua: "Un modo per accendere speranze". Non con parole vacanti. Ma offrendo la propria esperienza. Perché la malattia si può combattere.

dal nuovo numero di i love sicilia
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PALERMO – È un universo ricco di sentimento quello raccontato sul numero in edicola di I love Sicilia da Linda Vancheri, l’assessore regionale alle Attività produttive transitata da Confindustria al governo Crocetta, inarrestabile, vulcanica, con un sorriso ironico e i tratti mediterranei delle donne della provincia di Caltanissetta. Grandi occhi, proprio due calamite, magnetica nei 35 anni portati con la disinvoltura di una studentessa quando la mattina prende la corriera per Palermo o in città aspetta il passaggio di un amico in motorino perché all’auto blu ha rinunciato, eccola svelarsi con una rivelazione choc, dopo aver lanciato un grido di battaglia contro aria inquinata, amianto, miniere pattumiera, scorie nucleari: “Sì, la sclerosi multipla è la mia malattia. Anzi, è la mia vita”.

Sono passati 11 anni da quando Linda Vancheri ha scoperto ciò che non avrebbe mai voluto sapere. Aveva 24 anni ed era convinta di potere spaccare il mondo. Poi la diagnosi e “improvvisamente tutto rallentato. Atterrata per due anni. Ma sono riuscita a trasformare ‘sto malanno in forza combattiva. La malattia è diventata una mia coinquilina. Abitiamo insieme. Dovevamo pur metterci d’accordo…”.

Una vita che parte da San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, dove Linda torna ogni volta che può. Dalla mamma, Maria Amico, casalinga felice ad ogni ritorno, e dal papà, Giuseppe, una vita in fabbrica tra manufatti d’amianto, in pensione giovanissimo, ai primi sintomi di asbestosi, ancora oggi con problemi respiratori, da Linda definito “un uomo fortunato”, ma con una smorfia amara: “Molti suoi colleghi non ci sono più, credo tutti”.

Il tema della malattia riaffiora così come un sordo refrain nella conversazione e si espande ai drammi degli stessi paesi amati: “Noi viviamo fra Enna e Caltanissetta in un’area con migliaia di ragazzi malati di sclerosi multipla, di leucemia, di tiroide, a causa delle miniere di Monte Capodarso, di Serradifalco, di altre tappate con rifiuti tossici arrivati da tutto il mondo, come finalmente conferma qualche pentito di mafia. A San Cataldo sono 200 i malati di sclerosi, mille in provincia di Caltanissetta, cifre spaventose. Sono quasi tutti ragazzi nati fra il 1974 e il 1977, qualcuno anche nel 1980. Ammalati per quello che mangiano o respirano, o per quello che hanno dalla nascita”.

Ed è per questo che Linda Vancheri ha deciso di rendere pubblica una sfida tutta sua: “Per accendere speranze”. Non con parole vacanti. Offrendo la propria esperienza. Perché la malattia si può combattere. Come? “Intanto, dimostrando a me stessa che si può vincere. Senza abbattersi. Abbattendo quella malintesa sensazione di vergogna… Sì, si arriva al punto da vergognarsi della malattia. E invece no. Deve essere considerata una opportunità. Perché aiuta a capire, a relativizzare, a dare peso reale solo alle cose importanti, a sorvolare sul resto. Insomma, combattere e vincere. Vorrei poter dire ai malati come me: ‘Tu sei avvilito, depresso? Guarda me! Possiamo farcela!’. Voglio diventare testimone di tutto questo per far capire come vivere un problema così grande e come cercare le vie di uscita. A cominciare dalle attività di promozione per la bonifica dell’aria e della terra in cui viviamo”.

Ricomincia così la corsa di Linda. Che intanto lavora senza sosta, nella sua qualità di assessore, al rilancio delle imprese, al bubbone delle Asi, utilizzate “per una colossale rapina ai danni dei siciliani”, alla rivitalizzazione dei piccoli centri sempre più periferici. E corre, su una bici disegnata dagli ingegneri per ottenere il massimo equilibrio. Una corsa che ha come obiettivo quello di arrivare. “Non solo di vincere. Perché arrivare è la vittoria”.

(L’intervista integrale su I love Sicilia 85, acquistabile anche in versione pdf, cliccando QUI)


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