Guerra dei mercati generali | La Rizzo prepara il ricorso - Live Sicilia

Guerra dei mercati generali | La Rizzo prepara il ricorso

Antonietta Rizzo, ex vicedirettrice dei mercati generali, ribatte al capo area sviluppo Maria Mandalà: “Non sono corresponsabile dei problemi all’Ittico e all’Ortofrutticolo. Ho fatto quello che potevo”. E annuncia il ricorso al Giudice del Lavoro.

L’EX VICEDIRETTRICE REPLICA A MANDALÀ
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PALERMO – “Ho lottato contro tutto e tutti per porre rimedio ai problemi dei mercati generali. Quando mi sono insediata, nel settembre del 2011, c’era una situazione di anarchia totale, i mercati erano abbandonati a se stessi. Ho dato tutto, anche la salute. Tant’è vero che mi sono infortunata sul lavoro: sono caduta sulle scale del mercato Ortofrutticolo e mi sono lesionata una vertebra. Devo portare il busto per un mese. E la dottoressa Mandalà che fa, mi revoca l’incarico mentre sono infortunata? Io non ci sto a fare da agnello sacrificale, mi batterò perché mi vengano restituite la mia onorabilità e la mia dignità offese”. È un fiume in piena Antonietta Rizzo, ex vicedirettrice dei mercati generali Ittico e Ortofrutticolo, che l’1 marzo è stata sollevata dal suo incarico da una determina dirigenziale a firma della capo area allo Sviluppo Economico di Palazzo delle Aquile, Maria Mandalà, che a Live Sicilia aveva detto di non ritenere la Rizzo “all’altezza” del suo compito”.

“Come si fa a dirmi che non sono all’altezza? – tuona la Rizzo –. A me sembra una palese contraddizione che nella determina si parli di “problematiche ataviche irrisolte” ai mercati generali quando io ero in carica da un anno e mezzo. Periodo durante il quale ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità, tenendo conto che non ero una dirigente ma una posizione organizzativa. Come mi sembra una contraddizione che l’Amministrazione il 28 febbraio mi proroghi l’incarico fino al 30 aprile e l’indomani la Mandalà me lo revochi. Se proprio non mi riteneva valida, bastava aspettare la naturale scadenza del mio mandato invece di scrivere che la mia revoca è legata alla situazione di emergenza. Non me lo meritavo”.

L’ex vicedirettrice sottolinea di non essere coinvolta in nessuna delle inchieste cui si fa accenno nella determina e sciorina il lungo elenco di interventi e provvedimenti “che ho dovuto personalmente prendere per cercare di fare gli interessi sia dell’Amministrazione sia dei commissionari, le cui rimostranze sono state sempre messe da parte. In piena notte mi alzavo e alle 3 del mattino andavo a compiere dei blitz ai mercati. Mi sono battuta contro l’abusivismo, per far ristrutturare i locali, per far rimuovere l’amianto, per migliorare la sicurezza, coinvolgendo anche la Polizia Municipale. Chieda ai miei collaboratori se non è vero”.

“Ho sempre informato la Mandalà e l’assessore Di Marco, e ho i documenti a dimostrarlo, di tutte le criticità vigenti – continua –. A questo punto devo pensare che nelle mie relazioni ho scritto fin troppo. Mi sono rivolta a tutti: al sindaco, a Di Marco, al Segretario Generale, all’Ufficio Patrimonio Immobiliare, a quello Manutenzione, al Coime. Una volta, disperata ed esasperata per quello che riscontravo ogni giorno, ho usato dei toni un po’ netti in una delle mie note. Ebbene, la dirigente, invece di rispondermi nel merito delle questioni che avevo sollevato, mi ha inviato una nota di richiamo per le parole che avevo scritto”.

“I veterinari dell’Asp, durante uno dei loro periodici controlli, hanno elogiato il mio lavoro. Anche Di Marco si è complimentato con me – aggiunge l’ex vicedirettrice –. Lei non ha idea della situazione che ho trovato quando mi sono insediata, ben dieci mesi prima della stessa Mandalà. All’ittico c’erano due pedane costantemente occupate da venditori sconosciuti. Ci sono i cancelli di ingresso guasti: uno ci ha pensato un privato a ripararlo, gli altri sono ancora rotti. Manca un adeguato servizio di guardiania. Ci sono perfino delle divergenze tra le planimetrie dei mercati e la realtà dei fatti: assente la segnaletica per l’esodo, assenti gli idranti, c’è perfino una saracinesca per l’uscita chiusa da un muro! Io tutto questo l’ho sempre segnalato ma nella determina non ce n’è traccia. Devo pensare che si è trattato di una questione personale?”.

La Rizzo conclude la sua versione dei fatti promettendo battaglia: “quella determina mi sembra più un atto politico e la ritengo illegittima. Farò ricorso al Giudice del Lavoro perché la Mandalà e l’assessore Di Marco, che evidentemente hanno deciso insieme, mi hanno molto deluso. Sono stati degli ingrati.


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