Porto, Bevilacqua commissario: | "In 6 mesi il piano regolatore" - Live Sicilia

Porto, Bevilacqua commissario: | “In 6 mesi il piano regolatore”

Nino Bevilacqua

Giunto alla scadenza del mandato, il ministero dei Trasporti gli ha comunicato la nomina di commissario fino all'elezione del nuovo presidente. "Non vorrei che questo periodo durasse troppo. Penso ad un massimo di sei mesi, durante i quali far approvare il nuovo piano regolatore del porto di Palermo".

PALERMO – Per il suo ultimo giorno alla guida dell’Autorità portuale di Palermo, Nino Bevilacqua, ha scelto l’ex Sailem, oggi ristorante gestito da Natale Giunta, lo chef di Termini Imerese che ha denunciato e fatto arrestare i suoi estorsori. “Una scelta precisa – ha detto – per sottolineare da che parte siamo sempre stati. In questi anni abbiamo sempre lavorato nell’ottica della legalità e in quest’ottica non possiamo che stare non vicini ma vicinissimi a Natale Giunta”.

Potente ingegnere palemitano, con amicizie bipartisan, considerato il re delle infrastrutture viarie non solo della Sicilia, ma di tutto il Mezzogiorno, Bevilacqua, in realtà, non dice addio all’Autorità portuale. Venerdì scorso, infatti, il ministero dei Trasporti gli ha comunicato la nomina di commissario fino all’elezione del nuovo presidente: “Il porto di Palermo – ha detto Bevilacqua – ha un’importanza strategica e, per questo motivo, il governo ha ritenuto di evitare periodi di stacco con un nuovo commissario. Spero che questo periodo sia quanto più breve possibile. Penso ad un massimo di sei mesi”. Durante i quali l’ex presidente ha già chiari i due obiettivi da raggiungere: traghettare l’Ente nelle mani del suo successore e far approvare il nuovo Piano regolatore del porto. Un Piano redatto nel 2008 e che, dopo un lungo tira e molla con l’amministrazione comunale, è oggi in attesa del disco verde dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. “La prossima settimana – ha annunciato – ci sono già le prime riunioni”.

“Abbiamo redatto il Piano regolatore del porto cinque anni fa – ha spiegato l’ex presidente – ricevendo tutte le approvazioni necessarie e seguendo tutti i passaggi tecnici. Il piano prevedeva anche una condivisione da parte dell’amministrazione comunale per evitare conflitti con il Piano regolatore generale del Comune. Il fatto è che il Piano è rimasto, senza un motivo preciso, bloccato in consiglio comunale per quasi tre anni. Poi finalmente è stato condiviso da parte di sala delle Lapidi ed è stato avviato al Consiglio superiore dei Lavori pubblici per l’approvazione tecnica e la valutazione ambientale. Sembravamo essere in dirittura d’arrivo quando, una volta insediatasi la nuova amministrazione (guidata da Leoluca Orlando, ndr), il consiglio comunale ha fatto un atto deliberativo per annullare la delibera precedente. Abbiamo fatto opposizione al Tar e il Tar ci ha dato ragione. Ed ecco che il piano è tornato al Consiglio superiore dei Lavori pubblici”. Ma intanto è passato altro tempo.

Pomo della discordia con Palazzo delle Aquile è la gestione dei porticcioli turistici. Che il Comune ha chiesto indietro dopo averne “girato” negli anni passati la gestione all’Autorità portuale. Uno scontro che, sin dal principio, ha assunto contorni politici visto che Bevilacqua è, senza timore di smentita, tra i protagonisti, o forse il protagonista, dell’ultimo decennio della Palermo di Cammarata, ossia la città de-orlandizzata. “Se l’amministrazione ritiene che un porto turistico possa essere correttamente inserito nel territorio comunale piuttosto che nella circoscrizione dell’autorità – ha detto il manager – da parte nostra c’è ampia disponibilità al dialogo. Ma questo non significa bloccare un iter che fissa le regole urbanistiche. Bloccare il Prp significa lasciare tutti gli altri spazi nello stato in cui sono oggi, senza poter essere riqualificati”.

Ed è a questo punto che il presidente uscente traccia un bilancio delle cose fatte: “Quando mi sono insediato, ho trovato in quest’area cani da combattimento, cavalli per le corse clandestine, amianto, venti relitti. Con l’aiuto della Sovrintendenza e di molti cittadini che hanno creduto nel progetto, siamo riusciti a riqualificare l’area restituendola alla città con un’attività culturale di livello”. Quindi passa ai numeri: “Abbiamo investito oltre 235 milioni di euro per la progettazione di infrastrutture di primaria importanza per l’attività del porto; fatto 68 gare per l’aggiudicazione di lavori o servizi e stipulato 90 contratti. Quindi, in un contesto di globale recessione economica, siamo riusciti a far crescere il traffico crocieristico, facendolo passare ai 206 passeggeri del 2004 a una media di 500 mila nel triennio 2007-2009, con un incremento del 139%. Nel 2012 gli attracchi sono stati 156 e la previsione per il 2013 è di 174 con una destagionalizzazione evidente”.

Unico rimpiato è proprio quello di non essere ancora riuscito a far approvare il Piano regolatore. E, così, mentre si consuma la guerra dei porticcioli (“Su quello di Sant’Erasmo posso solo dire che se si fossero velocizzate le procedure, oggi potremmo avere un’altra Cala, invece di avere uno dei tratti costa in assoluto più degradati”), il toto-nomi per il dopo Bevilacqua è stato aperto. Si parla di Lorenzo Ceraulo, ex assessore delle giunte comunali palermitane di Diego Cammarata ma anche professionista di grande esperienza nel settore portuale; di Vito Piraino, numero due di Mediterranean Shipping Company, l’azienda prima al mondo nel settore dei cargo e leader delle crociere nel Mediterraneo; di Giovanni Tesoriere, preside della facoltà di Ingegneria della Kore di Enna; e di Giuseppe Todaro, vicepresidente di Confindustria Palermo con delega alla Legalità e vicepresidente di “Libero Futuro”. “Non so chi sarà il mio successore – ha detto Bevilacqua –; ciò che mi auguro, però, è che il lavoro vada avanti. Questa città deve capire che non si possono solo pensare belle cose. Si devono realizzare”.


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