Regione contro... Regione | Il paradosso del Muos - Live Sicilia

Regione contro… Regione | Il paradosso del Muos

Nel 2011 il sindaco di Niscemi avanza un ricorso contro, tra gli altri, l'assessorato Ambiente e territorio. Un mese fa, in questo procedimento interviene la Presidenza della Regione: a fianco del Comune e contro il proprio assessorato. Legambiente denuncia: "Roba non credere: basterebbe revocare quei provvedimenti".

In un ricorso al Tar
di
2 min di lettura

PALERMO – La Regione ha fatto ricorso. Contro la Regione. Sotto le parabole del Muos, si annida un paradosso. La presidenza della Regione siciliana ha deciso di intervenire nel ricorso avanzato di fronte al Tar di Palermo dal sindaco di Niscemi contro l’assessorato Ambiente e territorio. Da che parte sta la Regione? Dalla parte del sindaco. E contro il “proprio” assessorato.

Il ricorso è stato avanzato, come detto, dall’allora sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino contro l’ Assessorato regionale Territorio e ambiente, il Ministero della Difesa, il dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali, l’assessorato Regionale Risorse Agricole ed Alimentari, l’Arpa e il “Department Of The Navy U.S.A., Department Of The Navy U.S.A” (la marina militare statunitense, per intenderci). Il 25 febbraio scorso interviene, dalla parte del sindaco (“ad adiuvandum”) Legambiente. Due giorni dopo è il turno della Presidenza della Regione siciliana. Dalla stessa parte del sindaco e di Legambiente. Contro…gli assessorati della stessa Regione.

Col ricorso, il sindaco aveva chiesto l’annullamento delle autorizzazioni per “l’installazione del sistema di comunicazione per utenti mobili, sito radio U.S. Navy 41° Stormo – Sigonella, in R.N.O. Sughereta di Niscemi” oltre a una serie di permessi riferiti alla Via-Vas, e ai pareri (“sconosciuti”) dell’Arpa, del Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale e dell’Azienda foreste demaniali. Insomma, la Regione fa ricorso contro la Regione.

E a sottolineare l’anomalia è proprio Legambiente: “Roba da non crederci, la Regione si costituisce contro se stessa – denuncia Angelo Dimarca Responsabile Regionale Conservazione Natura di Legambiente Sicilia -. Basterebbe revocare o annullare i suddetti provvedimenti ed il ricorso decadrebbe. La Regione chiede al Tar di dichiarare illegittimi provvedimenti che potrebbero essere revocati dalla dirigenza regionale che li ha emessi o annullati dal Presidente della Regione ai sensi della LR 10/2000”.

E in effetti, l’intervento della Presidenza della Regione, è il frutto di una delibera di giunta (la numero 32 del 21 gennaio scorso) con la quale viene accolta la richiesta proprio del nuovo assessore all’Ambiente e Territorio, Mariella Lo Bello. Il soggetto, insomma, che insieme al governatore, secondo Legambiente, potrebbe indicare ai propri dirigenti di revocare i provvedimenti in autotutela. Così, secondo gli ambientalisti, l’intervento della Regione avrà come unico risultato quello di “ingarbugliare sul piano giuridico-amministrativo una vicenda che potrebbe essere chiarita e risolta definitivamente con la immediata revoca delle autorizzazioni regionali che invece permangono in vita e continuano ad alimentare contenziosi”. Una vicenda confusa, opaca. Ma in questo caos  una cosa è chiarissima: in un modo o nell’altro, la Regione avrà vinto la sua causa. O l’avrà persa. È solo una questione di “punti di vista”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI