Si perlustrano i fondali| In arrivo una nuova attrezzatura - Live Sicilia

Si perlustrano i fondali| In arrivo una nuova attrezzatura

Massimiliano Perricone e Salvatore Zarcone

In azione lo "Scan Sonar Beam" che permette di individuare relitti in fondo al mare, rilievi orografici e oggetti dal volume consistente. L'attrezzatura sarà collocata a bordo di una motovedetta dei vigili del fuoco.

LE RICERCHE DEI DUE DISPERSI IN MARE
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PALERMO – Fondali marini al setaccio nel golfo di Palermo, dove oggi entrerà in azione lo “Scan Sonar Beam”, l’attrezzatura che arriverà alla capitaneria di porto per agevolare le ricerche di Massimiliano Perricone e Salvatore Zarcone, i due ragazzi di 30 anni dispersi in mare dal 24 marzo scorso. Si tratta di attrezzatura scpecialistica che permette di scandagliare il fondale, individuare eventuali relitti e rilievi orografici, che verrà impiegata a bordo di un’unità navale dei vigili del fuoco di stanza nel porto di Reggio Calabria.

La motovedetta entrerà quindi in azione in giornata, insieme alle quattro che sono già al lavoro, ai sommozzatori della polizia, dei vigili del fuoco, della guardia costiera e della guardia di finanza. A perlustrare l’area più ampia è invece un aereo ad ala fissa Piaggio 166 proveniente da Catania che si muove dall’arcipelago delle Eolie, a Palermo, Ustica e Capo d’Orlando. Come è stato spiegato nei giorni scorsi, infatti, i due ragazzi potrebbero trovarsi già molto lontani. Ma non vengono trascurate le ricerche sotto costa e via terra.

In attesa di notizie i parenti e gli amici di Zarcone e Perricone, amici e colleghi al centro di revisione d’auto che avevano preso in gestione all’interno del Centro gomme Ciaramitaro, nella zona di Guarnaschelli. Sono trascorsi ormai dieci giorni da quella sfrotunata domenica, in cui, insieme all’amico Davide Arena, erano usciti con la loro piccola barca per una battuta di pesca.

Non sono mai tornati: il corpo senza vita di Arena è stato trovato senza vita quel pomeriggio stesso. Il ragazzo aveva indossato un salvagente, definito dalla capitaneria di porto non adeguato. Non si conoscono, al momento, gli altri oggetti che potrebbero aver fatto parte dell’equipaggiamento. Il mare, infatti, ha successivamente restitutio soltanto un altro salvagente, un giubbotto che apparterrebbe a Perricone ed una scarpa di Zarcone.


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