Crisi, Flaccovio chiude | due librerie storiche - Live Sicilia

Crisi, Flaccovio chiude | due librerie storiche

Lo comunica la Fisascat Cisl che ha inviato una richiesta urgente di incontro alla società che, al momento, impiega 27 lavoratori, tra full time e part time. Il marchio, amministrato da Sergio e Francesco Flaccovio, aveva già chiuso l'anno scorso i punti vendita di piazza Vittorio Emanuele Orlando e di via Basile.

PALERMO – Chiudono le due storiche librerie Flaccovio: quella di via Ruggiero Settimo e la “Dante” di via Maqueda. Lo comunica la Fisascat Cisl, i cui dipendenti iscritti al sindacato hanno ricevuto comunicazione in tal senso dall’azienda.

La Cisl ha inviato una richiesta urgente di incontro alla società (che al momento impiega 27 lavoratori, tra part time e full time) “finalizzato – afferma Mimma Calabrò (nella foto), segretario Fisascat di Palermo e Trapani – a ricevere informazioni sui percorsi che l’azienda intenderà percorrere a garanzia del futuro occupazionale dei dipendenti coinvolti, nonché per essere messi al corrente di eventuali trattative che sembrerebbero essere state avviate con partner commerciali”. In particolare, pare che la trattativa in cantiere sia quella con il marchio Tezenis. Ma su questo ancora non vi sono certezze.

L’unica cosa certa, come si legge nella “Comunicazione preventiva della procedura di mobilità” inviata da Flaccovio ai sindacati, è che “la società ha evidenziato una condizione di personale in esubero, in riferimento alla scelta aziendale di porre la società in liquidazione e conseguentemente cessare l’attività”.

Il marchio, amministrato da Sergio e Francesco Flaccovio, aveva già chiuso l’anno scorso i punti vendita di piazza Vittorio Emanuele Orlando e di via Basile, mentre aveva mantenuto i negozi di via Ruggero Settimo, del Forum, dell’aeroporto Falcone Borsellino e la libreria Dante di via Maqueda. “I motivi che determinano la situazione di esubero – scrive Sergio Flaccovio – sono da ricercarsi in una serie di concause riconducibili, soprattutto, ad una generale contrazione del mercato del libro”.

I primi segnali della crisi, l’azienda aveva cominciato ad accusarli nel 2008 quando aveva registrato un -6 per cento delle vendite. Percentuale peggiorata nel 2010 (-21 per cento) e confermatasi nel 2011 (-15 per cento rispetto al 2010), con ricavi passati da 5,9 milioni nel 2010 a 4,3 nel 2012. A questo, deve aggiungersi, “il progressivo indebitamento – continua Sergio Flaccovio – nei confronti delle banche, praticamente raddoppiato dai 459.921 euro del 2008 a 897.800 del 2010 e confermato anche nel 2011 e nel 2012”.

Ed è così che lo storico marchio ha alzato le braccia e ha deciso di abbassare le saracinesche.


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