Mafia, duro colpo ai D'Emanuele | La Dia di Catania confisca beni per 12 milioni - Live Sicilia

Mafia, duro colpo ai D’Emanuele | La Dia di Catania confisca beni per 12 milioni

Operazione della Direzione Investigativa Antimafia: confiscati, tra gli altri, immobili, un lido balneare, un punto scommesse, un autolavaggio e diverse società. La famiglia è ritenuta dagli inquirenti collegata al clan Santapaola.

CATANIA – Strappato dalle mani di Cosa Nostra catanese un tesoro immobiliare e societario di 12 milioni di euro. La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha confiscato beni riconducibili alla famiglia D’Emanuele, ritenuta dagli inquirenti un ceppo della cosca Santapaola. Il provvedimento di oggi è stato disposto dal Tribunale su richiesta della Procura etnea e fa seguito a due sequestri operati sempre dal centro Dia di Catania, diretto da Angelo Bellomo, ad aprile 2011 e febbraio 2012.

La complessa attività di indagine che aveva portato la Dia a porre i sigilli all’ingente patrimonio era stata avviata dopo gli arresti eseguiti dallo stesso centro di Catania  a maggio 2010, nell’ambito  dell’operazione “Cherubino” che aveva azzerato gli affari del clan che faceva capo a  Natale D’Emanuele, uomo d’onore, in manette insieme ai figli Antonino ed Andrea, e ritenuto la mente del “gruppo di Castello Ursino” per i Santapaola.

Un filone di indagine quello della Dia che aveva permesso di ricostruire gli investimenti dei D’Emanuele che avevano scelto di indirizzare ingenti capitali nel settore delle scommesse, delle pompe funebri, della pesca, immobiliare e del turismo balneare.

Gli affari nel settore ittico. Strateghi anche negli investimenti, infatti l’organizzazione era riuscita – secondo gli investigatori – a speculare in alcuni ambiti di mercato come quello ittico. I D’Emanuele salvano una società “Blanco Pesca Srl”, acquistando  2 motopescherecci.

Il Sobha. Nella lente d’ingrandimento degli uomini della Dia finisce un prestigioso stabilimento balneare della Playa di Catania. Dalle indagini emerge che il clan ha investito nella ristrutturazione del locale che nel 1994 era stato sequestrato a Natale D’Emanuele ed era chiamato Lido Romina.  Dissequestrato nel 2002 è stato modificato il nome in Sobha ed è stato (sempre secondo le attività investigative) in modo fittizio ceduto a soggetti “compiacenti”. Grazie ai capitali della famiglia D’Emanuele il lido è stato riaperto diventando il punto di riferimento della movida estiva catanese per diversi anni.

Le altre società. Nel mirino della Dia altre aziende: l’“ Edil Immobiliare Srl”, la “Blanco Pesca S.r.L” , che come spiegato operava nel settore del commercio, trasformazione e lavorazione di prodotti ittici, un’agenzia di scommesse e 3 società di “servizi di pompe funebri”.

Il patrimonio confiscato. In totale a Natale D’Emanuele, alla moglie Di Mauro e ai due figli Antonio e Andrea sono stati confiscati 4 immobili, 1 prestigioso stabilimento balneare,  3 società di servizi di pompe funebri, 1 società immobiliare, 1 impresa operante nel settore ittico, 1 autolavaggio, 1 punto scommesse, diversi automezzi e rapporti finanziari.

Le reazioni. “Operazioni contro la mafia si stanno susseguendo. Anche stamattina è stata fatta un’ottima operazione contro il clan Santapaola con sequestri di beni a Catania”. Lo ha detto il direttore della Dia, Arturo De Felice, plaudendo all’operazione della Dia di Catania, che oggi ha sequestrato beni per 12 milioni di euro appartenenti al clan Santapaola. “Il paese – ha spiegato De Felice, intervenendo a un incontro alla Luiss – ha bisogno di agire positivamente. La legalità è condivisa da ogni forza politica e istituzionale. Continuiamo insieme con la magistratura tenendo presente l’ obiettivo comune di offrire al governo, al Dipartimento di pubblica sicurezza, alla magistratura inquirente e requirente un supporto leale e qualificato”. La Dia, ha aggiunto De Felice, è “l’Fbi italiana, esiste un’armonia totale tra i 1.400 uomini e donne della Dia altamente qualificati”.


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