L'infarto che mi ha cambiato la vita - Live Sicilia

L’infarto che mi ha cambiato la vita

Riccardo ha 41 anni. Il 15 febbraio è stato colpito da un infarto mentre era sulla moto. Dopo 72 ore trascorse tra la vita e la morte è finalmente tornato a casa. Diario di luci, ombre, amicizie ma anche di una sanità siciliana che continua a conservare un'immensa umanità.

Riccardo ha 41 anni. Il 15 febbraio è stato colpito da un infarto mentre era sulla moto. Dopo 72 ore trascorse tra la vita e la morte nel reparto di terapia intensiva cardiologica dell’Ospedale Cervello a Palermo e 50 giorni in corsia, è finalmente tornato a casa. Alla vita. Ad una vita nuova. Questo è il suo racconto, pubblicato sul suo profilo facebook, che Livesicilia mette in rete perché crediamo che in molti si riconosceranno in questa storia. Diario di luci, ombre, amicizie ma anche di una sanità siciliana che al di là di croniche carenze strutturali continua a conservare una immensa umanità.

Per tutta la mia vita non dimenticherò questo posto, mai. I muri, i pavimenti, i sorrisi, il dolore, gli sguardi nel vuoto e la paura di coloro che ho visto entrare e i sorrisi di chi ho visto uscire. L’odore dell’alcol nei corridoi, l’arroganza dei medici nel rivolgersi agl’infermieri, la passione di altri medici nel salvare vite umane che non rivedranno più, ma che resteranno sempre nei loro cuori. La passione di persone che fra mille difficoltà rendono posti vecchi e fatiscenti come questo, vere oasi nel deserto. Piattaforme di speranza, trampolini di solidarietà e amore per tante persone.

Mai dimenticherò il sorriso di mia madre mentre mi aspetta entrare con la barella fra la vita e la morte, trasferendomi una serenità frutto di chissà quale sforzo che solo una madre può fare. Mai dimenticherò le persone che in questo posto mi hanno regalato amicizia. Mai dimenticherò i bagni sudici nei quali sono dovuto andare per più di un mese, i lividi in tutto il corpo, i buchi sulle braccia, il dolore infinito nei giorni in cui sono arrivato, le notti buie, i pensieri scuri. Mai dimenticherò le mani della dottoressa che tengono le mie. Mai dimenticherò le cose che ho imparato qua dentro, mai.

Ringrazio per essere stato in questo posto, ringrazio per ogni persona che ho conosciuto, per l’opportunità di poter crescere ancora. Ringrazio per la grande opportunità che ho avuto, di poter uscire da qui, sentendomi un uomo migliore.


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