Dall'antimafia all'arresto | La parabola del sindaco - Live Sicilia

Dall’antimafia all’arresto | La parabola del sindaco

Giacomo Tinervia

Giacomo Tinervia, eletto in una lista civica di centrodestra, è accusato di concussione e concorso in estorsione; secondo gli investigatori avrebbe avuto stretti rapporti con il capomafia del paese Giuseppe Lombardo.

MONTELEPRE (PALERMO)- Il 28 marzo marzo scorso il comune di Montelepre aveva sposato la causa dell’antimafia. La giunta presieduta da Giacomo Tinervia aveva fatto suo il codice redatto nel 2009 per contro della Regione Siciliana da una commissione speciale guidata dall’ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna. Una serie di norme per rendere impermeabile la pubblica amministrazione alle infiltrazioni mafiose e al malaffare. A distanza di dieci giorni da quell’atto amministrativo il sindaco Tinervia è finito in carcere con l’accusa di concussione ed estorsione. Avrebbe intascato una mazzetta da un imprenditore per conto del quale, successivamente, avrebbe pure mediato il pagamento del pizzo. Prima si sarebbe messo in tasca sette mila euro e poi avrebbe fatto da tramite fra il presunto capomafia del paese, Giuseppe Lombardo, e lo stesso imprenditore costretto a versare 20 mila euro nelle casse di Cosa nostra per la cosiddetta messa a posto.

Eletto nel 2009 con una lista civica, Tinervia aveva ottenuto 2360 voti raggiungendo il 55,65% delle preferenze. Un anno dopo, a poche ore dalla nascita Partito Popolare del Sud, il sindaco di Montelepre dava vita ad un gruppo politico cittadino legato al progetto del sottosegretario Gianfranco Micciché, portandosi dietro una buona fetta di consiglieri.

Alle ultime elezioni regionali ha tentato, senza successo, il salto di qualità. Si era infatti candidato con Fli, Futuro e Libertà per l’Italia Nuovo polo per la Sicilia. Riuscì a racimolare 452 voti in una lista che non ha ottenuto il riscontro popolare che si attendeva. Ora su Tinervia si abbatte una tegola giudiziaria. I carabinieri seguivano il capomafia Giuseppe Lombardo. Lo hanno intercettato mentre ricordava ai suoi di avere scoperto che Tinervia avrebbe intascato una tangente e di averlo richiamato all’ordine: “Giacomino quanto ti sei fottuto… Giuse’ dice che in tutto il lavoro mi puoi dare settemila euro… lo hai messo a posto tu?”.


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