"Dove sono finite le opere| del pittore Van Biesbroeck?" - Live Sicilia

“Dove sono finite le opere| del pittore Van Biesbroeck?”

Sedici opere d'arte dell'artista belga Van Biesbroeck, donate nel 1918 al comune di Palermo da Edoardo Alfano insieme ad altre 34 di svariati autori siciliani, di cui oggi però si è persa traccia. Tantillo: "Farò un atto ispettivo alla Gam".

GALLERIA D'ARTE MODERNA, TANTILLO (PDL)
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PALERMO – Opere di inestimabile valore, realizzate dall’artista belga Jules Van Biesbroeck e donate al comune di Palermo all’inizio del secolo scorso ma che sarebbero chiuse dentro uno sgabuzzino della Galleria d’arte moderna Sant’Anna di Palermo, dimenticate da tutti. La denuncia è di Sara Alioto La Manna, professoressa e autrice del volume “Un epistolario ritrovato. Jules van Biesbroeck e Edoardo Alfano nella Palermo del primo Novecento”.

Il libro ripercorre il rapporto epistolare tra l’artista belga, le cui opere sono esposte a Bruxelles e sono parte di alcune importanti collezioni private, e il palermitano Edoardo Alfano, funzionario comunale dell’epoca, fotografo dilettante e collezionista d’arte. Un rapporto tanto intenso e profondo che ha portato il pittore a donare numerose opere d’arte all’amico siciliano, che nel 1918 decide di regalarne 16, insieme ad altre di artisti del calibro di Sciuti, Lo Iacono e Costantino (per un totale di 50) alla Galleria d’arte moderna diretta da Empedocle Restivo, e allora situata al Politeama. Una donazione che ha però una condizione, come si legge su una preziosa pergamena: che “in perpetuo” le opere vengano esposte in una sala della Galleria dedicata alla memoria del figlio Ennio, morto ad appena 16 anni per l’epidemia della spagnola.

Si tratta di 50 opere fra tele, bronzi e marmi che vengono così esposte in una sala inaugurata nel 1918 alla presenza dell’allora ministro della Pubblica istruzione Bernini. Peccato però che, con il trasferimento della Gam a Sant’Anna, della sala si perda ogni traccia a causa, anche, della scelta di organizzare la galleria secondo criteri artistici più moderni. E le opere? Di quelle di Van Biesbroeck, parte della donazione Alfano, sembra perdersi ogni traccia finché un giorno la professoressa Alioto non si accorge che una di esse, come si legge nel suo libro, “decora una parete dell’ufficio di segreteria della gipsoteca di palazzo Ziino: il tondo in sanguigna, entro una bella cornice quadrata, della ‘Fecondità’, con la scritta ‘que ta vie soit feconde’, e la data 1917. Quando ho chiesto alla segretaria come mai quel quadro si trovasse appeso alla parete del suo ufficio, candidamente mi ha risposto: ‘Siccome mi piace molto, l’ho messo nella mia stanza’“.

Il resto delle opere, invece, giacerebbe in uno sgabuzzino della Galleria, insieme ad altri manufatti artistici di grande valore ma sottratti agli occhi del pubblico. Una circostanza che, se confermata, suonerebbe come una beffa per una Palermo che si candida a capitale europea della Cultura del 2019 e che espone, a Palazzo Ziino, una maestosa opera del padre di Van Biesbroeck. Ecco perché il capogruppo del Pdl a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo, ha presentato un’interrogazione per sapere dove si trovino le opere e la preziosa pergamena, rinchiusa in una cornice del Cinquecento, anche per il timore che il venir meno della sala possa spingere eventuali eredi a chiedere indietro le opere. “Mi recherò personalmente alla Galleria – dice Tantillo – compiendo un atto ispettivo pretendendo di vedere di persona dove sono finite queste opere”. Dal canto suo l’assessore comunale alla Cultura Francesco Giambrone ha comunicato, tramite l’ufficio stampa di Palazzo delle Aquile, di attendere la presentazione dell’interrogazione per valutare la vicenda.

 


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