Percolato da Bellolampo a Olbia |Il comune sardo dice di no - Live Sicilia

Percolato da Bellolampo a Olbia |Il comune sardo dice di no

La discarica di Bellolampo

Bloccato l'arrivo di una nave con circa trentamila tonnellate di percolato provenienti dall'impianto di smaltimento palermitano.

emergenza ambientale
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2 min di lettura

PALERMO – Percolato a Olbia in arrivo da Palermo e scoppia la bagarre in Consiglio comunale sulla ricostruzione dei fatti che hanno alla fine bloccato il carico dalla discarica palermitana di Bellolampo. Questa sera durante la seduta, il primo cittadino del comune gallurese, Gianni Giovannelli, ha comunicato a maggioranza e opposizioni che a Olbia stavano per arrivare “30.000 tonnellate di percolato da trattare nel depuratore del Consorzio industriale”.

In aula il primo cittadino ha ripercorso la vicenda che lo ha visto impegnato in prima fila per bloccare la prima nave, “proveniente da Palermo, contenente le prime 3.000 tonnellate di percolato”. Secondo quanto riferito da Giovannelli, la nave stava aspettando solo il consenso della Capitaneria di Porto di Olbia per mollare gli ormeggi e raggiungere il porto del nord Sardegna, dove poi il liquido prodotto dalle discariche doveva esser trattato nella discarica del Consorzio industriale provinciale della Gallura, Cipnes. Il primo cittadino ha ricordato alla Capitaneria di Porto l’esistenza di una ordinanza che impone il divieto di passaggio sul territorio comunale di rifiuti provenienti da altre realtà. “La Capitaneria di porto non ha poi dato l’autorizzazione alla partenza”, ha concluso Giovannelli.

In aula, a Consiglio iniziato, è poi arrivato Settimo Nizzi, consigliere comunale di opposizione del Pdl e presidente del Cipnes, che ha spiegato come “il dg della regione Sicilia, Marco Lupo, ha inoltrato una richiesta a diversi enti che trattano il percolato, per lavorare quello proveniente dalla discarica di Bellolampo. Noi siamo autorizzati a trattare sino a 146 mila tonnellate di percolato l’anno, tant’è che trattiamo il percolato di molti comuni sardi. Una procedura che i dirigenti del Cipnes seguono, ma come ne sono venuto a conoscenza, in accordo con la struttura del Cipnes – ha detto Nizzi – abbiamo bloccato l’arrivo del percolato, ben consapevoli che l’ordinanza emessa dal sindaco fosse illegittima perché si basa su una legge regionale del 2001, che la Corte costituzionale con sentenza del 2007 ha dichiarato illegittima. Nonostante questo abbiamo bloccato il percolato, ben sapendo che a Olbia trattiamo percolato ben più carico proveniente da altre città sarde”.


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