Missione zumba - Live Sicilia

Missione zumba

Dopo dunque essersi indegnamente ingozzata così, giunge il giorno in cui la mamma si ricorda che la terra inesorabilmente si riavvicina al sole, l’inverno cede il posto alla primavera. Nella sua testa si mette in moto una tremenda macchina produttrice di soluzioni, di tempistiche, di strategie. Occorre, orribile pensiero, andare in palestra.

Per le mamme c’è un momento davvero terribile. Esso è di norma il primo sabato di sole dopo la Pasqua. Quando la mamma si ricorda improvvisamente di un semplice fatto che nei libri si chiama movimento di rivoluzione terrestre. Dopo aver, fino a Pasqua e a Pasquetta, allegramente divorato di tutto per tutto l’inverno; dopo aver assaggiato la pastiera della cugina napoletana della vicina di casa, il cannolo di Piana della degustazione del Mercato del Contadino, la cassata biologica del fratello cinquestellato – fatta con farina di kamut e pasta di mandorle senza coloranti – la colomba, che tanto si mangia una volta all’anno, e vuoi forse rinunciare al carciofo alla brace? Al salame la mattina di Pasqua? Un bicchiere di vino ci vuole pure!

Dopo dunque essersi indegnamente ingozzata così, giunge il giorno in cui la mamma si ricorda che la terra inesorabilmente si riavvicina al sole, l’inverno – anche il più piovoso e triste della storia – cede il posto alla primavera, la Natura è matrigna e indifferente alla pancetta della mamme e al loro fisico non precisamente da bikini. Perché del bikini prima o poi ci si ricorda con orrore. Ogni inverno ci si dimentica e ogni primavera ci risveglia nell’incubo. Tocca entrarci. O ci si vuole calare in mare come le bisnonne, da una botola dello Stabilimento? Dunque bisogna porre rimedio. La mamma è previdente e ci pensa per tempo. Nella sua testa si mette in moto una tremenda macchina produttrice di soluzioni, di tempistiche, di strategie. E di illusioni, naturalmente. Occorre, orribile pensiero, andare in palestra.

La mamma compulsa dépliants e pieghevoli: è attratta dal corso di Zumba. Non sa bene cosa sia, ma già il nome ha una fascinazione sudamericana, evoca spiagge al tramonto, cocktail di frutta tropicale e cose simili. La cosa più semplice sarebbe iscriversi al corso di Zumba. Ma la testa delle mamme non funziona così. Per niente al mondo subirebbero l’umiliazione di mostrare il sovrappiù accumulato d’inverno davanti ad altre variopinte e agili mamme. Magre. Bisogna, preliminarmente, trascorrere un periodo di purgatorio in sala pesi. In compagnia di brufolosi adolescenti in cerca di riscatto muscolare, fanatici del body building, maratoneti in disarmo. In orari possibilmente deserti. Quando il resto del mondo fa altro e la sala pesi è dolcemente vuota. Allora la mamma imperverserà sul tapis roulant. Ma, occorre dire, qualche infiltrato può pure esserci anche alle nove e trenta del mattino. E che dire dell’istruttore? Occorre allora, pre-preliminarmente, una settimana abbondante di dieta: per presentarsi in forma decente all’istruttore medesimo. Al quale la mamma dirà che – incredibile! – ma è sempre stata taglia 38 e peso 50 chili scarsi, mangia poco, ma che dico? Quasi niente. Giusto una minestrina la sera, e un’insalatina a pranzo. Eppure – disdetta! – forse un’intolleranza, forse un blocco del metabolismo, e sarà l’indice glicemico, sarà lo stress, sarà quel che sarà! Intanto la mamma è giunta a questa situazione di rotondità indesiderata e nemica della Zumba.

E così la mamma tira giù dall’armadio la borsa della palestra, la spolvera, e sotto gli occhi della figlia nauseata e giudicatrice, tira fuori completini improbabili e desueti, scaldamuscoli degli anni ’80, indumenti di fibre forse fuorilegge e altamente incendiabili, finché riesce a infilarsi in qualche tuta zippata come Genoveffa nella scarpina di cristallo. E va. Ad iscriversi in palestra. Non prima, è ovvio, di aver sfruttato sapientemente tutti i giorni gratuiti di prova, di aver chiesto sconti a vario titolo (sono una ‘vecchia iscritta’, sono un’over 65 molto in forma, sono cugina della moglie dell’istruttore, siete interessati a uno scambio merci? Posso pagare in lezioni di latino? di greco? di pasticceria? pittura su vetro? ). Dunque, con la combinazione di orari e di giorni più macchinosa e a buon mercato possibile e con determinazione degna di miglior causa, la mamma va agli allenamenti. E quì, forse per una sua attitudine ‘secchiona’ di prima della classe o forse per autentica passione, in breve si mimetizza con l’ambiente! Diventa esperta di pull down, di upper back e di squat. Se l’istruttore dice 12 ripetizioni con un peso da 4, ne fa 15 con un peso da 6, scala montagne virtuali con la cyclette e sterminate pianure col tapis roulant, risponde sempre: “benissimo!” a qualsiasi domanda dell’allenatore, “mai” a “stanca?”, “domani” a “ci vediamo domani?”.

Con piglio salutista uguale e contrario alla precedente deriva invernale, bandisce dalla spesa: pane, pasta, zucchero non raffinato, bevande gasate, grassi idrogenati, coloranti, conservanti, frutta oleosa, insaccati, sale….. In breve si nutre di bresaola e di tacchino, con proteste vibrate dei familiari. Intanto, tuttavia, tempus fugit. Come sempre. La mamma raggiunge la forma agognata. Per la lezione di zumba. Una lezione di zumba. L’ultima. La primavera è finita. Le lezioni finiscono. L’insegnante di zumba torna al suo paese. Se ne parla dopo l’estate, in autunno. Per l’estate, vuole la mamma – pagando, s’intende – fare un corso di acqua gym? Yoga? pilates? No? In tal caso: la sala pesi è sempre aperta.


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