Birgi, ultimo appello | per i costi dell'aeroporto - Live Sicilia

Birgi, ultimo appello | per i costi dell’aeroporto

Salvatore Castiglione

L'aeroporto di Birgi ha ormai costi e programmi insostenibili da parte dell'attuale assetto societario. E' la posizione del presidente dell'Airgest, la società che gestisce la struttura.

TRAPANI- E’ l’ultimo appello. Il presidente dell’Airgest Salvatore Castiglione lo scrive a chiare lettere: “Il tempo è scaduto. E’ tempo di decidere”. La sua nota è sul tavolo del 24 sindaci della provincia di Trapani. L’aeroporto di Birgi ha ormai costi e programmi insostenibili da parte dell’attuale assetto societario. I Comuni devono fare la loro parte perché in questi anni hanno beneficiato dello sviluppo del “Vincenzo Florio”. Castiglione presenta un bilancio positivo: “In controtendenza con l’andamento del traffico europeo, italiano e regionale, Birgi sta registrando ulteriori crescite. Il traffico pasquale ha mostrato crescite del 12% di arrivi nazionali e del 17% di arrivi internazionali, anche grazie all’apertura di nuove rotte”.

Ed ancora: “Il rapporto tra costi e ricavi è il migliore in assoluto rispetto agli aeroporti della nostra categoria. Registriamo il migliore risultato di costo per unità di prodotto e lo standard di qualità dell’aeroporto di Trapani è citato come esempio di gestione virtuosa nel nostro settore”. Il presidente dell’Airgest ricorda ai sindaci lo studio della KPMG che gli è stato fornito con tutti i benefici economici che ha ottenuto il territorio. Birgi ha dunque finora dato senza ricevere nulla in cambio. Ma lo status di gestore totale con la concessione trentennale e la negoziazione di nuove rotte nazionali ed internazionali non sono a costo zero.

Lo studio KPMG è stato presentato lo scorso 5 ottobre ma non ha sortito alcun effetto positivo. Gli amministratori locali ne hanno preso atto ma senza essere conseguenti. La disponibilità di massima al coinvolgimento nel rilancio dell’aeroporto è rimasta soltanto sulla carta. Castiglione parla di “simpatia partecipativa” che non è stata in grado di “alimentare una qualsiasi forma di ottimismo manageriale e gestionale”. Nel frattempo l’Airgest si è confrontata con la Regione “sollecitando la definizione degli interventi di co-finanziamento per lo sviluppo dell’aeroporto”.

Il presidente dell’Airgest presenta il conto ai sindaci: “E’ provato che per ogni milione di passeggeri all’anno si creano 1.000 nuovi posti di lavoro”. Birgi ha però il passo pesante. Non è in grado di reggere i ritmi attuali: “Tutto ciò non può più essere considerato né possibile, né compatibile con l’onere economico, finanziario e gestionale a carico della società”. Se non ci sarà una inversione di tendenza “l’Airgest sarà obbligata ad operare la scelta di ridimensionare il posizionamento elettivo ed il ruolo dell’aeroporto, magari tornando agli anni 2006-2007 con 350-400 mila passeggeri grazie ai contributi degli oneri per la continuità territoriale”. Aeroporto dimezzato con un “ridimensionamento dell’occupazione e dell’indotto turistico”.

Sarebbe inoltre necessario rivedere gli accordi con Ryanair che rimane il vettore low cost più importante. Castiglione parla apertamente di co-finanziamento in quota parte. L’Airgest ha già fatto i conti, Comune per Comune. Finora è stata la Provincia con il suo quasi 50% d’azioni a tenere la rotta ma il presidente rimanda alla recente abolizione di questo ente: “Sparisce l’unico ente locale che aveva parzialmente accompagnato questo grande progetto del territorio. Nessuno può più nascondersi dietro l’equivoco della sua presenza sia come socio che come contributore”.


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