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LiveSicilia.it / Archivio / Tagli, l’allarme dei teatri: ”Così si chiude”

Tagli, l’allarme dei teatri:
”Così si chiude”

Nello Musumeci

Il deputato di centrodestra Musumeci critica "i tagli scriteriati proposti dal governo nel bilancio". La sovrintendente del Teatro Bellini: "Siamo sgomenti e increduli". Il commissaro del Massimo di Palermo: "Non posso crederci"

Il caso
di Redazione
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CATANIA – “Il Teatro Stabile e il Massimo Bellini di Catania sembrano ormai condannati alla chiusura. Stessa triste sorte seguiranno le altre maggiori istituzioni culturali dell’Isola”. Lo afferma il deputato regionale Nello Musumeci, componente la commissione Cultura all’Ars. “I tagli scriteriati proposti dal governo regionale nel bilancio 2013 – aggiunge l’esponente de La Destra – non consentono neppure l’ordinaria amministrazione dei due maggiori teatri etnei, fra i più prestigiosi d’Italia. Basti pensare che lo Stabile subirebbe una riduzione del 70% rispetto allo scorso anno, mentre l’ente lirico vedrebbe ridotto lo stanziamento di circa l’80%. E tutto questo avviene nella più disarmante indifferenza proprio di quegli ambienti che avrebbero di certo gridato allo scandalo se ad operare i tagli fosse stato un governo di centrodestra”. “Il danno è tanto più grave – osserva Musumeci – se si tiene conto che gli enti teatrali hanno già programmato i rispettivi cartelloni per la stagione in corso, assumendo quindi impegni che adesso non potranno più onorare. Se la coperta è corta deve esserlo per tutti i capitoli di bilancio, mentre quelli che riguardano il presidente Crocetta risultano proposti vertiginosamente in aumento. Qualcuno spieghi al governo regionale – conclude Nello Musumeci – che spendere nella cultura non è un costo ma un investimento”.

La notizia di un contributo della Regione Siciliana di “soli 3,9 milioni di euro” al Bellini di Catania, “contro i già insufficienti 16 milioni dello scorso anno, lasciano sgomenti e increduli”. Lo afferma il sovrintendente dell’Ente, Rita Gari Cinquegrana. “Dal 1890 il teatro massimo ‘Vincenzo Bellini’ di Catania – ricorda il sovrintendente – produce musica, cultura, arte, bellezza. Il melodramma, tenuto in altissima considerazione in tutto il resto del mondo, viene paradossalmente trascurato e negletto proprio nel Paese in cui è nato. Soltanto in Italia si minaccia di far chiudere i teatri e mandare allo sbaraglio migliaia di lavoratori del settore”. “Le notizie (che mi rifiuto di credere vere) – osserva Rita Gari Cinquegrana – di un contributo sul Bilancio Regionale per l’anno in corso (e quindi a stagione artistica 2013 inoltrata e naturalmente impegni presi) al Teatro Massimo Bellini di soli 3.9 milioni di euro contro i già insufficienti 16 milioni dello scorso anno lasciano sgomenti ed increduli. Increduli – spiega il sovrintendente – perché nessuno può dimenticare che il ‘Bellini’ è un Ente Lirico Regionale, dunque dalla Regione deve essere debitamente finanziato in modo da tutelare l’occupazione di centinaia di lavoratori ad alta specializzazione professionale e far si che il Teatro continui ad essere importante volano per lo sviluppo del turismo nella nostra città e messaggero della nostra Isola nel mondo. Sgomenti – conclude Rita Gari Cinquegrana – perché la musica, l’arte, la cultura non appartengono al superfluo di una società ma ai fondamenti stessi della democrazia”.

“Notizie di stampa vorrebbero ridotto da sette a due milioni di euro il contributo della Regione per la Fondazione Teatro Massimo. La notizia” – dichiara il prefetto Fabio Carapezza Guttuso commissario straordinario del Teatro Massimo – “presupporrebbe una decisione cosciente di affossare la cultura in Sicilia, imponendo l’adozione di soluzioni radicali, quali il blocco della produzione artistica e la drastica riduzione del personale. Un danno incalcolabile, quindi, per l’immagine internazionale della Sicilia e per la vita della città di Palermo, sia dal punto di vista culturale che turistico, oltre che occupazionale, e che darebbe una sferzata mortale anche a tutto l’indotto che dipende dal Teatro, fatto di professionalità, artigiani, realtà industriali e culturali che rendono possibili le nostre attività. È per queste ragioni che dobbiamo ritenere la notizia destituita di fondamento”.

Pubblicato il 17 Aprile 2013, 20:45
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Commenti
  1. Pepetti 8 anni fa

    Lo dico con profonda mestizia. “Bambole, non c’è una lira”. E ancora non abbiamo toccato il fondo.

    Rispondi
  2. elgreco 8 anni fa

    ma la fonte della notizia di questi tagli qual è??? nell’articolo non si dice! ha ragione il commissario Carapezza Guttuso, una delle poche persone brillanti e capaci di rappresentare la nostra città a livello internazionale.

    Rispondi
  3. raffaele sabato detto sindaco isidoro 8 anni fa

    dei piccoli teatri ne vogliamo parlare o è Kultura zolo i grandi teatri stabili?

    Rispondi
  4. Lorenzo 8 anni fa

    A Crocetta della cultura imteressa ben poco, anzi. Visto dove va a farsi pubblicità a spese nostre, nei vari programmi per casalinghe, è bene che il popolo resti nell’ignoranza cosi si possa bere tutte le falsità che proclama.

    Rispondi
  5. turi turi 8 anni fa

    ma chi va al teatro! la gente non può andare nemmeno al supermercato, i teatri se vivono con gli introiti bene se no chiudeteli, forse non si è capito la crisi di che entità è…. che rimangano i più rappresentativi per il resto posso aiutarli a chiudere…. gratis

    Rispondi
  6. salvo 8 anni fa

    Bravo, hai dato un grande esempio di quello che ci meritiamo: niente cultura perchè si spendono soldi. A questo punto abbattiamo i Teatri Massimo e Politeama, a che servono, meglio farci dei parcheggi o dei pub dove il nostro amico Turi Turi potrà leggere in santa pace il suo giornale preferito, Topolino, davanti ad un buon bicchiere di birra.
    Turi Turi, ma vatti a degustare una prugna con una cannuccia.

    Rispondi
  7. alexia 8 anni fa

    caro turi turi, la cultura e l’anima di un popolo, tagliare sulla cultura e la cosa più becera che si può’ fare in una società’ moderna, senza i teatri non ci restano che programmi televisivi di bassa lega che deformano i giovani di oggi. Detto questo faccio presente che i teatri di Palermo e Catania hanno il pieno degli abbonati, quindi non sono per niente vuoti……ti consiglio magari di venire a vedere
    o sentire di persona un concerto opp un’opera….w la cultura

    Rispondi
  8. bira 8 anni fa

    @tura tura : dovresti farti un giretto in teatro, magari dietro le quinte, così vedrai che i teatri non sono mandati avanti da robot ma ci sono LAVORATORI in carne ed ossa con famiglie da mandare avanti, mutui e spese mediche da pagare. L’ignoranza non scusa!

    Rispondi
  9. Bira 8 anni fa

    Vieni dietro le qui te dei teatri e vedrai che non ci sono i robot ma PERSONE che mandano avanti famiglia, pagano tassee spese mediche, hanno mutui o affitti e bollette da pagare: in italiano si chiamano LAVORATORI.

    Rispondi
  10. Giorgio 8 anni fa

    Gli stabilì hanno prodotto sottocultura negli ultimi anni di clientelismo e raccomandazioni politiche…meglio ripartire da zero

    Rispondi
  11. Rangers 8 anni fa

    @Alexia; la cultura ci vuole, i teatri si riempiono come dici tu, ma di persone che sicuramente staranno bene senza problemi finanziari, di questi tempi penso che possa mettersi in secondo piano la cultura e pensare alla gente che non può comprarsi neanche un pezzo di pane, e fare studiare i propri figli.

    Rispondi
  12. Valentina 8 anni fa

    Turi, l’ignoranza è l’unica crisi che non ha vie d’uscita. Fatti una birra , vai ad urlare quattro insulti allo stadio e campa da consumatore contento, se passi dal teatro non ci entrare neanche , che tanto non ci capiresti niente.

    Rispondi
  13. Matteo 8 anni fa

    Studi economici (e i fatti nei teatri che funzionano bene) dimostrano che ogni euro investito in ente o fondazione culturale ne rende tre/quattro di indotto sul territorio; quello che molti non capiscono è che, se proprio si vuole tralasciare l’aspetto culturale e concentrarsi su quello economico, la Cultura produce ricchezza anche per chi nei teatri o nei musei non va mai e non gliene importa nulla; d’altronde è la stessa Comunità Europea a rimproverare che la Cultura sia il petrolio del’Italia, ma che all’Italia non importi: ricordo che siamo primi per patrimonio UNESCO e ultimi in Europa come stanziamenti a Cultura e Istruzione!!!

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  14. mimmo 8 anni fa

    ahahahaha vado a teatro!

    Rispondi
  15. Paolo 8 anni fa

    Gli ultimi tre commenti sono significativi della analfabetizzazione dei siciliani… PECORE!!!
    Lo volete capire che è la Cultura che istruisce un popolo e lo rende cosciente dei suoi percorsi????

    Quale sarebbe per voi la prima necessità? Vi lascerei con il guinzaglio al collo con una ciotola di Riso… questa è la vostra fine…

    Rispondi

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