Attak a Villa Sofia, medico nel mirino| "Ho bloccato un appalto, ho paura" - Live Sicilia

Attak a Villa Sofia, medico nel mirino| “Ho bloccato un appalto, ho paura”

Matteo Tutino, medico personale del presidente della Regione Rosario Crocetta, ha trovato la serratura della sua stanza bloccata con una chiave spezzata e della colla. "Forse si tratta di malumori conseguenti al concorso per primario, oppure a qualcuno ha dato fastidio che non abbia voluto che l'ospedale acquistasse macchinari per più di un milione".

PALERMO – Erano le 2 del pomeriggio di domenica quando non è riuscito ad aprire la porta della sua stanza, al quarto piano del padiglione polichirurgico dell’ospedale di Villa Sofia. Il giorno prima, fino alle 17, tutto era al proprio posto. Matteo Tutino, chirurgo plastico responsabile operativo del reparto al nosocomio palermitano da gennaio e medico personale del presidente della Regione Rosario Crocetta, ha trovato la serratura manomessa tramite un modus operandi in tipico stile mafioso. Una chiave era stata spezzata all’interno, poi, il meccanismo della porta è stato bloccato con l’applicazione della colla. E adesso, Tutino ha paura.

Arrivato soltanto da qualche mese a Villa Sofia, per volere del commissario straordinario Giacomo Sampieri, ha già effettuato più di centotrenta interventi chirurgici, portato nella struttura ospedaliera un macchinario innovativo da oltre settantamila euro e bloccato appalti ed ordini per l’acquisto di attrezzature per più di un milione e trecentomila euro. “Macchinari che non mi interessavano, appalti che non mi convincevano. Di conseguenza ho fatto presente al commissario che non erano necessari – dice Tutino, che racconta i momenti di terrore che hanno seguito quella che avrebbe tutti i requisiti di un’intimidazione – . Non ho idea di chi possa avere agito, ma a quanto pare la mia presenza infastidisce qualcuno”. Il medico, lo stesso che ha effettuato l’intervento chirurgico che ha permesso il dimagrimento dell’ex presidente Totò Cuffaro, dice adesso di avere paura.

“Ne ho io, ma anche mia moglie e i miei figli. Questi sono episodi inquietanti che credo di non meritare. La mia è una vita vissuta in trasparenza, che si è snodata tra gli studi ed una professione che mi ha sempre impegnato moltissimo. Ho studiato nelle migliori università americane per portare nella mia terra le migliori tecniche, l’innovazione della chirurgia. In pochi mesi ho effettuato più di cento interventi, quando la media, in questo ospedale, era di quattrocento in un anno. Che questo possa aver dato fastidio?”, si chiede Tutino, tra i quali pazienti c’è anche Antonio Ingroia. Ma il suo racconto è continuamente interrotto da domande che affollano la sua mente e che pronuncia ad alta voce: “Da domenica penso e ripenso a cosa possa io aver fatto, per essere stato presa di mira. Ho pensato anche alla storia del chirurgo Sebastiano Bosio, lasciato da solo, isolato, e barbaramente ucciso. Spero non mi finisca come lui”. Quello di cui ha più paura il medico dopo l’intimidazione, infatti, sembra essere l’isolamento: “Molte persone hanno già preso le distanze, mentre la società civile mi sta dando tanto coraggio. Le mie ipotesi sono diverse: prima fra tutte quella del post-concorso per primario”. Dal 2011, infatti, la figura manca nel reparto.

Il concorso finì nell’occhio del ciclone e ad alimentare le polemiche arrivò anche la norma blocca-nomine dell’assessore alla Salute di allora, Massimo Russo. Un clima teso durante il quale, Sampieri, ex direttore dell’Asp di Caltanissetta chiese la presenza di Tutino: “Lui mi conosce da tempo, sa come lavoro ed è consapevole di quanto tengo all’innovazione e alla precisione. Ieri, ad esempio, ho effettuato un intervento di ricostruzione cranio maxillo facciale e della base del cranio di un ragazzo reduce da un incidente, con traumi multipli, riposizionando tutte le ossa come un mosaico. Di fronte a ciò sono rimasti tutti stupiti. Metto in pratica tutto quello che ho studiato in giro per il mondo, dal Messico alla Repubblica Ceca, fino all’America. Quello che mi è successo – conclude il medico – è inquietante, ma ho deciso di denunciare subito alla polizia. Il silenzio non fa mai bene”. Nel frattempo l’azienda ha aperto un’indagine interna per fare luce sulla vicenda.


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