Teatri, ripristinati i fondi | Ma si taglia rispetto al 2012 - Live Sicilia

Teatri, ripristinati i fondi | Ma si taglia rispetto al 2012

Meno soldi per il Teatro Stabile di Catania e per quello di Palermo. Per la Fondazione orchestra sinfonica ecco 7.1 milioni. Allarme rientrato per l'Opera dei Pupi e per le Orestiadi. Spunta anche un tesoretto per promuovere il turismo da tre milioni e mezzo di euro.

LA FINANZIARIA
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PALERMO – La cultura siciliana torna a respirare con la nuova Finanziaria. Grazie al testo presentato ieri dal governo tornano gli stanziamenti per teatri, musei e fondazioni, che comunque restano inferiori a quelli stanziati l’anno passato. Mitigati dunque gli effetti della nota di variazione del bilancio con un intervento in realtà già annunciato da parte del governo.

Proprio i teatri erano finiti nell’occhio del ciclone negli scorsi giorni. In prima fila le grandi strutture. Il Teatro Stabile di Catania avrà 200 mila euro in meno del 2012, ma nessun bagno di sangue come ipotizzato dalla variazione di bilancio, per la struttura catanese pronti 2.2 milioni di euro. Restando a Catania, per il Teatro Massimo Vincenzo Bellini ristabiliti gli 11.7 milioni di euro previsti inizialmente, che pure sono quasi quattro e mezzo meno dello scorso anno. Per il Teatro di Messina invece la cifra a disposizione ammonta a 4 milioni. Al Biondo di Palermo tornano a disposizione 2.4 milioni di euro, che pure sono quasi il quaranta per cento in meno rispetto al 2012. La Fondazione orchestra sinfonica siciliana, il cui sovrintendente è l’assessore Ester Bonafede, riceverà invece 9 milioni di euro. Per il Teatro Massimo di Palermo invece la cifra stanziata corrisponde a 7.1 milioni di euro. In entrambi i casi i tagli superano il dieci per cento rispetto all’anno passato.

Respirano anche i teatri privati che potranno avere a disposizione 259 mila euro. Per le convenzioni teatrali che rispondono a precisi requisiti, stabiliti dalla legge regionale 25 del 2007, ristabiliti invece i 60 mila euro previsti. Restando in tema, per quei teatri che svolgono attività fuori dal territorio regionale stanziati 147 mila euro. Per rassegne e festival da svolgersi sul territorio siciliano invece previsto uno specifico capitolo da 112 mila euro, mentre per la gestione delle sale teatrali disponibili altri 148 mila euro.

Allarme rientrato anche per l’Opera dei pupi, che ha a disposizione 113 mila euro. Tornano i fondi anche per il Museo regionale di arte moderna e contemporanea di Palermo pari a 300 mila euro. Per l’Istituto per il dramma antico pronti 573 mila euro, rispetto ai 633 mila euro del 2012. L’Istituto nazionale del dramma antico invece avrà 46 mila euro. Per la Scuola del cinema di Palermo tornano i 150 mila euro già previsti dallo staff dell’assessore Bianchi. Confermato anche il fondo regionale da destinare alle società di produzione, che sarà composto da 430 mila euro, cifra leggermente più bassa di quella prevista nella prima scrittura della Finanziaria.

Agli organismi che lavorano assieme all’Ente teatro italiano e all’Istituto nazionale del dramma antico andranno 60 mila euro, rispetto ai 64 mila previsti l’anno passato. Per la salvaguardia e la diffusione del patrimonio audiovisivo dell’archivio della sede Rai ci sono 20mila euro, meno della metà di quanto stanziato nel 2012 dal governo Lombardo quando la cifra era di 42 mila euro. Tornano i 40 mila euro a sostegno delle società sportive professionistiche che fanno da megafono al patrimonio turistico siciliano. Scende di centocinquantamila euro il contributo per Taormina Arte, che passa a un milione seicentomila euro. Sospiro di sollievo per le Orestiadi, che avranno 330 mila euro, poco più di quanto ricevuto l’anno passato.

L’assessorato al Turismo infine avrà a disposizione un piccolo tesoretto da 3.5 milioni di euro per iniziative volta a incrementare il movimento turistico, la cifra è stata più che triplicata rispetto al 2012 e inserita ex novo rispetto alla prima stesura del bilancio ed alla nota di variazione. Nessuna traccia invece degli stanziamenti per il Cerisdi, che vede azzerati i due capitoli da cui traeva i propri finanziamenti.


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