Comunali, la crociata | dello scudocrociato - Live Sicilia

Comunali, la crociata | dello scudocrociato

Dalla balena bianca dei Nicolosi e dei Drago, alla balenottera casiniana passando per la stagione dei Lombardo e dei Sudano, pesi massimi ai tempi di Totuccio Cuffaro. Per arrivare ai giorni nostri all'interregno del girovago Forzese e toccare con mano i mille interrogativi che attanagliano Lino Leanza. In vista della corsa per Palazzo degli Elefanti.

CATANIA – Si disperde nelle seconde e terze linee la guida di quello che fu il glorioso scudocrociato nell’avamposto catanese della vecchia Dc e, molti anni dopo, il suo succedaneo dell’Udc.

Nella balena bianca era il tempo dei Nicolosi e dei Drago; nella balenottera casiniana ci fu la stagione dei Lombardo e dei Sudano che comunque erano pesi massimi al tempo di Totuccio Cuffaro.

Dopo il breve interregno di Forzese, fantastico girovago della politica catanese, ora è il tempo di Cirolli, nominato segretario e subito defenestrato dal nuovo “commissario” Di Salvo, ex capogruppo Mpa nominato sottufficiale per conto terzi.

Un tempo modesto, di partito “zattera” per naufraghi dei partiti che cerca una strada a destra o sinistra purchessia, per dare riposo agli esausti sbandati del tempo che fu. Improvvisato rifugio di dispersi del mondo dei partiti del secolo scorso, l’Udc catanese è una porta girevole che sembra eternamente cercare la via d’uscita dopo il tonfo delle elezioni politiche.

Il nuovo ras, Lino Leanza, ha prima sottomesso gli ex nemici lombardiani ma ora è scocciato dalla “rivoluzione gelese”. E’ tornato inquieto, esibito presagio di nuove rotte che si delineano nella sua prospettiva. Lui d’altronde, ex potente vice di Cuffaro, è sperimentato navigatore di mari tempestosi nel governo della Regione e della politica “do ut des” tutta siciliana: ai compagni della rivoluzione finora ha solo dato e ora chiede il conto, senza pagherò. Gianpiero D’Alia è sceso a Catania facendo incazzare ancor di più Leanza che non vuole invasioni di campo dalle parti sue. Deve riflettere, ora, Linuzzo Leanza, su cosa gli conviene fare, dove stare per dare risposte ai clientes. Sa che nonostante i tanti corteggiamenti di questi giorni, a Roma, Palermo e Catania, ora deve stare subalterno, a destra o a sinistra che sia.

Gli pesa a Linuzzo calare la testa a destra o a sinistra, teme quelli che lo vogliono abbracciare ma già pronti all’analisi del sangue. Non gli hanno dato niente e lui ha dato tutto: non lo vogliono fare ragionare mettendolo davanti al fatto compiuto, insomma decidere per lui. Il suo attivo passato con Firrarello, Lombardo e Cuffaro è un macigno in tempi come questi, soprattutto quando frequenti “ommini chic e femmine mpettate” dei salotti della sinistra di Beppe Lumia, che ora si è messo in testa di comandare anche nell’Udc. Ma teme anche la tracotanza della destra e di Firrarello e Castiglione che di lui non si fidano. Lino Leanza, che lo scudocrociato della gloria lo ha vissuto da valente seconda linea, sa quanto è dura la vita da cespuglio bonsai. Intanto l’uomo di Maletto riflette e si aiuta con buone letture per trovare strade nuove. Vuole capire come usare i resti consunti dello scudocrociato per non rimanere colpito dai tagliatori di teste che lo allettano ora, per rinnegarlo senza pietà domani quando i giochi saranno fatti, a Palermo a Roma e a Catania.


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