Formazione, riecco l'Avviso 20 |Tensione nella maggioranza - Live Sicilia

Formazione, riecco l’Avviso 20 |Tensione nella maggioranza

L'assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra

Secondo quanto trapela dal vertice di maggioranza, l'Avviso 20 sarà finanziato con parte delle risorse del 'Piano giovani', norma già inserita nel maxiemendamento alla finanziaria. Il progetto per la seconda annualità, tuttavia, sarà più rigido rispetto al passato. E' l'epilogo di un braccio di ferro tra l'Ars e il governo, che ha visto molti deputati di maggioranza schierarsi contro l'assessore Scilabra. Ma la partita è ancora aperta

Finanziaria
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PALERMO- Ritorna in campo l’Avviso 20 per la formazione professionale. Secondo quanto si apprende a conclusione del vertice di maggioranza a Palazzo d’Orleans, il governo Crocetta avrebbe accolto la proposta di finanziare la seconda annualità dell’Avviso 20, come previsto da un emendamento alla finanziaria proposto dal deputato Mariella Maggio del Pd e approvato nei giorni scorsi dalla commissione Lavoro dell’Ars. Lo riporta l’agenzia Ansa. L’Avviso 20 sarebbe finanziato con parte delle risorse del ‘Piano giovani’, norma già inserita nel maxiemendamento alla finanziaria. Il progetto per la seconda annualità, tuttavia, sarà più rigido rispetto al passato.

La notizia, in parte confermata a Livesicilia da fonti della maggioranza, rappresenterebbe una vittoria dell’Ars nel braccio di ferro con l’assessore al ramo Nelli Scilabra. Uno scontro molto duro, che ha visto nei giorni scorsi il governo andare sotto in commissione, dove è stato appunto votato un emendamento che rifinanziava l’Avviso 20 bocciato dalla giunta. Proprio le tensioni interne alla maggioranza su alcuni nodi irrisolti, tra i quali proprio la formazione professionale, avevano spinto Crocetta a convocare un vertice per sbloccare l’empasse. Secondo quanto si apprende, dal vertice sarebbe arrivata un’apertura del governo a confrontarsi sul punto, investendo gli uffici della questione, che è in realtà molto complessa. E che richiederà comunque un approfondimento in sede europea.

“Crediamo che l’assessore Nelli Scilabra si sia cacciata in un cul de sac con la sua dichiarazione contro il rifinanziamento dell’avviso 20. Ci sembra che da più parti, dal Pd in particolare con l’emendamento Maggio, e dalla quasi totalità dei gruppi parlamentari sia emersa l’esigenza di non lasciare sul lastrico 7.000 lavoratori della formazione che attendono lo sblocco dell’avviso 20″. Lo affermano in un comunicato, inviato proprio mentre l’Ansa dava notizia del ritorno dell’Avviso 20, i deputati del gruppo Drs Marcello Greco, Giuseppe Picciolo e Riccardo Savona. “Qualora in finanziaria dovesse trovare accoglimento il rifinanziamento – aggiungono – l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, non dovrebbe far altro che rassegnare le sue dimissioni”.

Sull’assessore Scilabra in questi giorni si era scatenato un fuoco amico dalla maggioranza, spinta dalle proteste dei sindacati e delle associazioni degli enti. La riforma programmata dall’assessore, che intendeva pensionare per sempe l’Avviso 20, procedendo a un nuovo accreditamento degli enti, metteva in pericolo la ripresa dell’attività lavorativa delle migliaia di addetti alla Formazione, era stata l’obiezione sollevata dai critici della Scilabra.I sindacati avevano indetto nei giorni scorsi un presidio permanente davanti all’Ars. Cgil e Cisl hanno denunciato ”l’estremo disagio e l’incertezza che stanno vivendo i lavoratori” di fronte all’annuncio dell’assessorato alla formazione di volere chiudere le attivita’ relative all’Avviso 20 il prossimo 7 giugno, prevedendo per l’attuazione del piano giovani un nuovo bando ancora ”tutto da inventare”. Questo, mentre dell’annunciata riforma ancora non si ha un testo scritto su cui aprire il confronto. ”No al salto nel buio”, dicono i sindacati che sollecitano ” una vera riforma del sistema”.

Ancora oggi la giovane assessore aveva tenuto il punto, difendendo le sue scelte. Ora, stando alle indiscrezioni riportate dall’Ansa, sarebbe arrivata la clamorosa retromarcia del governo. Ma la partita è aperta e richiederà dei passaggi anche in sede comunitaria.


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