PALERMO – Sarà la prima nazionale di “Corpi dalla citta di K”, il nuovo spettacolo di teatro-danza firmato dal coreografo Aurelio Gatti, patron della rete dei Teatri di Pietra, ad aprire domenica 28 aprile alle ore 18.30 la IV edizione di “Una danza in Sicilia” al Teatro Nuovo Montevergini di Palermo.
Nonostante la crisi del settore artistico, fugando incertezze, perplessità, guai e stanchezze, mancanza di fondi e sostegni istituzionali, si è comunque voluto dar vita al progetto di rete per la danza e i nuovi linguaggi, promossa come di consueto da Teatri di Pietra, Palermo Teatro Festival, Scenario Pubblico di Catania con l’apporto di CapuAntica Festival, Danza Lazio ed Estreusa Arte.
Nell’ambito di “Anteprima (Vera)?”, la storica manifestazione del Palermo Teatro Festival, saranno cinque i lavori della danza contemporanea e del teatrodanza che saranno messi in scena, da domenica 28 aprile al 18 maggio, all’insegna dell’originalità della ricerca dei suoi autori. Il palcoscenico del Montevergini accoglierà i lavori di Aurelio Gatti, Benedetta Capanna, Caterina Genta e Marco Schiavoni, Giuseppe Muscarello e Giovanna Velardi. Due le prime assolute previste in calendario, uno in apertura ed uno in chiusura di rassegna: “Corpi dalla città di K” con Valentina Capone e, il 17 e 18 maggio, “Febo e Gea”, la nuova creazione di Giovanna Velardi con la musica dal vivo del violoncellista Giovanni Ricciardi.
28 aprile ore 18.30 – prima nazionale di “Corpi dalla città di K”
Drammaturgia, regia e coreografia Aurelio Gatti
Con Valentina Capone e con le danzatrici Carlotta Bruni, Rosa Merlino, Luna Marongiu
musiche Antonio Vivaldi – Violin Concerto in E minor – scena e costumi Capannone Molier
Produzione MDA Produzioni Danza con il sostegno del Mibac
Ingresso: 10 euro intero/8 euro ridotto
Lo spettacolo attinge all’opera della scrittrice ungherese Agota Kristof “Trilogia della città di k” dove verità e menzogna sono unite e interconnesse in modo quasi inestricabile. In scena una favola in odore di tragedia che abbandona ogni contesto fisico o geografico, le cose accadono senza un evidente perché. Si susseguono e basta: abbandoni, morti tragiche, incontri imprevisti, trasformazioni, iniziazioni, crudeltà e speranze.
“Non c’è stata alcuna infatuazione o suggestione nel progettare ‘Corpi dalla città di K’ – scrive Aurelio Gatti nelle note di regia -, tutto è precipitato come urgenza per affrontare e ‘tirare fuori’ il male assurdo contemporaneo: la ‘menzogna’ che distingue e caratterizza la nostra epoca, che inquina ogni emozione, rapporto, ambito ed inevitabilmente ogni prospettiva. Menzogna ingigantita da un ostentato realismo utilizzato come farmaco per affrontare la vita, menzogna dell’emergenza quando si poteva evitare, menzogna dei tempi singolari come legittimi e prevaricatori sul grande tempo – quello comune. Prima di ogni analisi relazionale o sociale, la menzogna è l’argomento di questa messa in scena in quanto trasfigurazione di ogni verità e di ogni tempo: passato perché attraverso i suoi revisionismi, presente perché reso estraneo e transitorio, e futuro perché svuotato di ogni aspettativa. La lucidità amara e sospesa della Kristoff, affine all’arcaico disincanto dell’Ecclesiaste, non induce alla negazione di ogni valore per cui valga la pena di vivere e ‘affaticarsi sotto il sole’, piuttosto suggerisce la necessità di affrancarsi dal contesto in cui si formulano regole che non educano alla vita, ma alla sopravvivenza. E in questo la menzogna che una regola possa ‘salvaguardare’ dall’assenza di vita, confondendo la pratica della regola con la vita stessa”.
In scena due gemelli, una vecchia nonna e il suo doppio, una donna di servizio. Un interno fatto di pochi oggetti domestici, una serie di riti, una serie di abitudini. Tutto scorre con sorprendente indifferenza per gli abitanti della casa, ad eccezione che per la domestica, necessaria testimone, diario dialogante e già candidata al fondamentalismo della “regola”. La regola che sembra creare simmetrie e convergenze, causa ed effetto, immutabile procedere, madornale menzogna. La nonna , piccola e magra, porta dei vecchi scarponi militari. Il suo volto è coperto di rughe, macchie scure e porri da cui spuntano peli. E’ doppia nella messa in scena, perché non è stata sempre così, forse prima era altro, giovane e forse incantata. La vecchia non è la dispensatrice di regole, la sua forma è coerenza, agisce in modo speculare all’intima natura dei due giovani. Lei non educa, ma corrisponde.
Queste e tante altre istanze arrivano al palcoscenico di “Corpi dalla citta di K”, forse con l’amara consapevolezza che la menzogna non è imposta, ma è il massimo dell’invenzione umana per convivere con una esistenza in cui si è comparse di vite altrui. Un viaggio lungo e doloroso attraverso il vuoto e la solitudine, il corpo per significare il senso di abbandono e il confrontarsi con identità violentate, la musica per delineare le infinite domande a cui non c’è risposta…
Il calendario di “Una danza in Sicilia”:
3 e 4 maggio
Kizuna=bonds=legami. The mathematics of resonant bodies (prima parte)
coreografie Benedetta Capanna, con Benedetta Capanna e Stefano Fardelli
10 e 11 maggio
Las Rosas
Caterina Genta e Marco Schiavoni / Balletto di Spoleto
concerto per García Lorca in danza e videografie
Caterina Genta voce, canto, elaborazione dei testi, danza
Marco Schiavoni pianoforte e chitarre, videografie
17 e 18 maggio
Me and
compagnia Muxarte / FC@PIN.D’OC
coreografia e regia Giuseppe Muscarello
con Federica Marullo e Giuseppe Muscarello
Febo e Gea
compagnia Giovanna Velardi / FC@PIN.D’OC
coreografia Giovanna Velardi
musica dal vivo Giovanni Ricciardi violoncello
con Giovanna Velardi
(prima nazionale)
Informazioni
Orario spettacoli: ore 18.30 domenica, ore 21.15 gli altri giorni
Biglietti: euro 10 intero, euro 8 ridotto
Botteghino: Teatro Nuovo Montevergini, via Montevergini, 8 Palermo tel.0916124314