Nuova avventura per Igor D'India | Il grande Nord in autostop - Live Sicilia

Nuova avventura per Igor D’India | Il grande Nord in autostop

La meglio gioventù - Dopo il fiume Oreto e Monte Pellegrino, inizia domani la nuova avventura on the road del filmaker palermitano Igor D’India. Un percorso lungo quasi 7 mila chilometri tra Yukon e Klondike interamente in autostop, che sarà raccontato in un blog.

PALERMO – Dopo il fiume Oreto e Monte Pellegrino, inizia domani la nuova avventura on the road del filmaker palermitano Igor D’India

Un percorso lungo quasi 7 mila chilometri, senza soldi, in autostop tra le strade del “grande nord”, spesso attraversate solo da orsi grizzly o da grandi alci. E’ questa l’ultima impresa di Igor D’India, il filmaker ventottenne palermitano che da domani percorrerà in solitario il tragitto che va da Toronto e Dawson city, cittadina di circa 2.000 abitanti situata nell’estremo nord del Canada, ai confini con l’Alaska e punto di confluenza dei fiumi Klondike e Yukon.

Igor D’India non è assolutamente un neofita delle esplorazioni avventurose. E non necessariamente si è dovuto recare in posti sperduti per realizzarli: Lo scorso anno ha presentato e caricato on line “Oreto the urban adventure”, ovvero un percorso a piedi in acqua, dalla foce alla sorgente – tra liquami fognari, cascate, carcasse di automobili, animali inaspettati, agrumeti e meraviglie della natura – del fiume che attraversa il capoluogo siciliano Sempre nel marzo dello scorso anno ha vissuto 30 giorni isolato a 30 metri di profondità dentro la grotta del Pidocchio nella Riserva naturale orientata di Monte Pellegrino. Ed è da quest’ultima esperienza che tra ispirazione il suo nuovo viaggio: “Questo non è altro che un avvicinamento al fiume Yukon. Il fiume mi interessa già da alcuni anni, è stato il mio pensiero fisso già quando ero nella grotta di Monte pellegrino. Lì avevo pianificato una strategia per trovare degli sponsor per la mia spedizione in Canada e Alaska, ma le aspettative erano troppo superiori alla realtà. Quindi, dopo ormai 5 mesi di lavori di sopravvivenza a Toronto e nessuno sponsor serio alle mie spalle, ho deciso di andarci nel modo più economico e “romantico” possibile: l’autostop. Una volta a Dawson mi organizzerò per trovare dei supporters direttamente nello Yukon. La comunità che vive in questo territorio è molto isolata e ha bisogno di visibilità. C’è anche il fattore “esotico” a mio favore: pensate uno che viene in autostop da Samarcanda per fare a nuoto il fiume Oreto…io quantomeno lo ascolterei.

Alzi la mano chi non si stia domandando cosa spinga un ragazzo ad andare dall’altro capo del mondo, quando potrebbe starsene a bivaccare allegramente alla Vucciria il sabato sera, lamentandosi della crisi e del governo. Igor ci spiazza quando dichiara: “Se quello che fai occupa il 100% del tuo tempo e dei tuoi pensieri e se sei disposto a farlo sapendo che dovrai sacrificare tutto il resto, quella è la tua vita. La passione è un livello sotto, puoi permetterti di metterla da parte ogni tanto. In generale credo tutto nasca semplicemente dalla curiosità e dalla voglia di conoscere tramite esperienze di prima mano, anziché imparare tutto da tv e internet. Ovviamente quello che impari devi condividerlo con gli altri, se no ha poco senso”.

Il corredo del nostro viaggiatore prevede un piccolo zaino militare, cibo, una mappa e dei vestiti pesanti e un Iphone per aggiornare il blog everydayndia.wordpress.com, con cui comunicare col mondo e aggiornare in tempo reale chi è rimasto a casa. Non sarà troppo minimal? “Il problema del bagaglio è relativo- rassicura Igor- se non fosse per le temperature ancora rigide sarebbe addirittura inesistente. Le strade in nord America attraversano spazi immensi che non appartengono a nessuno, basta trovare un buon punto per bivaccare e non spendi soldi per dormire. Per i pasti di solito non puoi pretenderne più di uno al giorno, ma sei pur sempre in strada quindi come dice un mio amico sloveno “quando sei su sentiero sei già mezzo salvo”.

Paura? Per Igor è il freddo e la solitudine: “La solitudine è un veleno- confessa- Se la prendi a piccole dosi, cominciando ad ascoltarti, ti rende immune, forte, se la prendi tutta in una unica dose ti può uccidere tra atroci sofferenze”. “Conoscersi può far male- continua il nostro esploratore- e quando sei solo davanti a situazioni estreme per le tue capacità, tutte le maschere vengono giù e ti riveli per quello che sei. È l’ultima sfida de “La Storia Infinita”, quando davanti allo specchio impavidi cavalieri si scoprono codardi e dove un bambino può scoprirsi l’eroe di un mondo sconosciuto”.

E pensare che tutto è nato osservando il fiume che tutti i palermitani conoscono, hanno sotto gli occhi e proprio per questo non vedono. ”Proprio con la risalita dell’Oreto ho capito che anche dietro casa può nascondersi una meravigliosa avventura da intraprendere per conoscere meglio noi stessi e il mondo intorno a noi. L’importante è avere l’approccio giusto, non tradirsi mai. Ovunque vada nel mondo porto sempre con me il commovente ricordo del mio fiume e della mia grotta”. Quante cose al mondo puoi ricordare senza paura che svaniscano o che tradiscano le tue aspettative al rientro?


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