Attore o rappresentante? | Per me (quasi) pari sono - Live Sicilia

Attore o rappresentante? | Per me (quasi) pari sono

Attore o rappresentante? Rappresentante o attore? Qui brevemente si racconta come sia possibile svolgere ben due lavori, facendo finta che convergano in uno solo...

All’età di diciassette anni vedevo rincasare mio padre sempre a un orario diverso e spesso mancava diversi giorni. Era in giro per il suo lavoro che all’epoca si chiamava “rappresentante”. Era un mestiere che sapeva di libertà e di casa, al tempo stesso. Una fortuna? Chissà…. A quell’epoca, gli anni in cui sono cresciuto, era possibile pensare che un figlio seguisse le orme del padre. Prima dell’inverno e della crisi.

“Rappresentante”, che parola scabra seppure fortunata, appunto. Oggi, sulla scia d’ingentilire il tutto (anche ciò che non è gentile), si dice “agente di commercio”. Avevo diciassette anni, sì. Pensavo ai miei successi sportivi, alla corsa che un ragazzo degli anni Settanta-quasi-Ottanta sapeva sprigionare, quando c’erano ancora i prati e le strade di una volta. Mi laureai, con l’idea di fare un mestiere diverso da quello di papà. Di conseguenza, faccio lo stesso mestiere. E’ la storia di molti.

Ma c’era la trappola. La passioncella pronta a divampare in passione totale. Siamo o non siamo quelli della generazione che ha dovuto sognare un lavoro e accettarne un altro che poi, magari, ci è pure piaciuto, come è successo a me? Iniziai ad appassionarmi alla recitazione,dopo aver studiato nei minimi particolari cosucce leggere: per esempio “Aspettando Godot” interpretato da Tino Schirinzi, visto dieci volte di seguito dal loggione. Notando la longevità di certi attori teatrali sul palcoscenico iniziai a convincermi che quella era una strada da seguire con passione e costanza. Oggi la passione è rimasta. E c’è pure Costanza, mia figlia

Lo confesso, faccio due mestieri… l’attore e l’agente di commercio. Crisi di identità? Col secondo ci campo meglio. Sui documenti c’è scritto “attore” perché tale mi sento. Per lo Stato pago le tasse al novanta per cento come rappresentante. Ora ho scoperto un aspetto che lenisce i picchi di sdoppiamento. Sono una persona seria e non prendo in giro nessuno. Le maschere le lascio a chi non ha una faccia sua. Tuttavia, ho imparato l’attore vende qualcosa di sé e l’agente di commercio, il rappresentante, o così è se vi pare, recita un po’. Anche i miei clienti recitano, prima del caffè di rito. E alla fine, quando prendiamo il benedetto caffè che sancisce la stipula di un contratto vantaggioso per tutti, da una platea immaginaria, ci pare quasi che si sollevi un luminoso applauso.

 

 


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