L'Etna che cambia, l'esperto: |"Il cratere di sud-est cresce" - Live Sicilia

L’Etna che cambia, l’esperto: |”Il cratere di sud-est cresce”

Tredici eruzioni in tre mesi stanno modificando velocemente il profilo morfologico del vulcano, soprattutto della "bocca nuova" nella fascia sud orientale. Boris Behncke ha svolto una relazione in merito. L'Etna, comunque, è in fermento: "Non mi stupirei - dichiara a LiveSiciliaCatania - se si svegliasse nelle prossime ore".

ATTIVITA' SOMMITALE
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La frana nel cratere di Sud -Est (Foto di Boris Behncke)

Etna – Da febbraio ad oggi il Mongibello ci regala spettacoli parossistici di indubbia bellezza. Tredici eruzioni lampo che hanno ipnotizzato tutto il mondo per il fuoco che rompe il cielo, e le fontane che spruzzano lava colorando di rosso vermiglio l’orizzonte. Certo, l’altra faccia della medaglia, sono i cumuli di cenere e lapilli che hanno annerito tetti, strade e intere città pedemontane. Ogni attività porta con se conseguenze anche morfologiche dell’Etna, che si trasforma di eruzione in eruzione, cambiando profilo e delineando nuovi contorni.

L’attività del 2013 si concentra nell’aera sommitale del Vulcano, nella ‘bocca nuova’ che dalla sua nascita è cresciuta in altezza di oltre il 10%. “Il cratere cambia – spiega a LiveSiciliaCatana Boris Behncke, vulcanologo dell’Ingv – perché si accumula il materiale che espulso insieme alle fontane di lava (e tutto quello che resta oltre la cenere, i lapilli e le colate) creando un cono. Il cratere di sud-est – aggiunge – creatosi con l’eruzione della primavera del 2011 alla fine di quell’anno era cresciuto di 180 metri, nel 2012 era arrivato a 200 metri e in questi mesi avrà avuto un ulteriore cambiamento. Tanto che domani andremo (se le condizioni meteo e l’attività magmatica lo permetteranno) in spedizione per fare ulteriori misurazioni e verifiche”.

I cumuli di cenere dopo l'eruzione (Foto di Boris Behncke)

Non solo accumuli, ma anche frane. “Sabato – racconta Behncke – dopo l’eruzione è crollato un pezzo sul fianco orientale del cratere”. Per far comprendere a livello descrittivo quanto è accaduto il vulcanologo scatta una fotografia: “E’ come se un enorme cucchiaio avesse portato via un pezzo del cono”. Questa è un’attività parallela a quella principale di monitoraggio della pancia del vulcano.”Non mi meraviglierei se già domani tornasse a svegliarsi – afferma Behncke – ieri già ci sono state delle piccole esplosioni che possono significare la ripresa dell’attività esplosiva”.

Attività esplosiva, appunto, e tutta nell’area sommitale. Un dato questo che rassicura visto che le fontane di lava e le colate si riversano tutte nell’area desertica della Valle del Bove. “Questo significa – spiega l’esperto dell’Ingv – che non c’è pericolo per i paesi e i terreni agricoli. Solo un’eruzione dal fianco potrebbe rappresentare una minaccia per la popolazione e le aziende agrarie, ma non ci sono elementi di una ripresa di questo tipo di attività”. Infine, Boris Behncke dispensa consigli agli escursionisti che in questi giorni si aggirano attorno ai crateri: “E’ importante non essere sotto vento, c’è il rischio di essere colpiti da lapilli anche di 10 -15 centimetri di diametro”.

 


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