La guerra del teatro Massimo| Tra accuse e veleni - Live Sicilia

La guerra del teatro Massimo| Tra accuse e veleni

La lettera dell'ex direttore del corpo di ballo, Luciano Cannito, riaccende i riflettori sul teatro Massimo, commissariato dopo una lunga guerra che sembra essere più accesa che mai. E tra accuse e veleni salta il balletto "Romeo e Giulietta", con abbonati e spettatori che adesso dovranno chiedere il rimborso al botteghino. Ma la Cgil attacca: "Cannito si preoccupava troppo di andare in televisione".

PALERMO – Accuse, veleni, promesse mancate e un balletto che viene sostituito a poco più di un mese dal debutto senza che gli abbonati, o chi ha comprato il biglietto, ne sappiano nulla. Benvenuti al teatro Massimo, la fondazione che da quasi un anno a questa parte è al centro di una guerra che in pochi mesi ha portato al commissariamento di uno dei più importanti teatri italiani e che ora riesplode con il licenziamento del direttore del corpo di ballo Luciano Cannito.

Una rescissione del contratto che però non è andata giù al coreografo e regista, divenuto famoso anche per la sua partecipazione al programma “Amici” di Maria De Filippi, e che in un’infuocata lettera inviata al sindaco Leoluca Orlando e al ministro dei Beni culturali Massimo Bray (che Livesicilia ha pubblicato in esclusiva) lo stesso Cannito definisce senza mezzi termini “un atto di epurazione di tipo bulgaro”.

Ma cosa succede al teatro Massimo? Per capirlo bisogna tornare indietro di qualche mese, e precisamente alla scorsa estate quando a piazza Verdi va in scena un durissimo braccio di ferro tra il neo sindaco Orlando e il sovrintendente del teatro Antonio Cognata, con il primo che chiede un cambio di tutto il cda nominato dal precedessore Diego Cammarata e il secondo che invece resta saldamente al suo posto. Un duello a distanza fatto di lettere al dicastero, minacce di denunce al ministro, infuocate conferenze stampa e toni da guerra nei confronti di una gestione considerata fallimentare, con il Professore sostenuto dai sindacati che intanto occupano il teatro per chiedere la cacciata di Cognata.

E in questo turbinio di accuse e veleni finiscono anche le consulenze del teatro, fra cui anche quella di Cannito. Il 3 ottobre Palazzo delle Aquile dirama un comunicato stampa con un dettagliato elenco degli “esterni”, tra cui figura Luciano Cannito: 65mila euro fino a luglio del 2014. Ed è proprio il direttore del corpo di ballo a finire nel mirino del sindaco, che più volte punta il dito contro la sua partecipazione alla trasmissione televisiva di Canale Cinque che lo avrebbe distolto dal lavoro a piazza Verdi.

L’invio del commissario Fabio Carapezza Guttuso, a inizio dicembre, sembrava aver riportato in qualche modo la calma in teatro: una gestione “prefettizia” che in teoria dovrebbe terminare il 5 giugno ma che sarebbe stata invece prorogata almeno fino al 30 per via del cambio di governo a Roma, anche se si sussurra che la permanenza di Guttuso possa essere anche più lunga. Una sorta di apparente tranquillità, forte della pace con i sindacati, che ieri è stata rotta proprio dalla missiva di Cannito che annuncia così non solo di essere stato licenziato, ma anche che il balletto “Romeo e Giulietta”, messo in cartellone e il cui debutto era previsto per il 20 giugno, è stato cancellato e sostituito con il “Giselle”.

“In realtà questo balletto, a Palermo, quest’anno non si farà più – scrive l’ex direttore del corpo di ballo – ma dal Teatro Massimo nessuno mi ha contattato per dirmelo, nessuno ha reputato opportuno avvertire il pubblico, nessuno ha reputato opportuno avvertire la stampa e i critici nazionali ed internazionali e solo pochissimi sanno cosa stia veramente accadendo al Teatro Massimo”. E in effetti sul sito di piazza Verdi non vi è più traccia del Romeo e Giulietta, sebbene manchi uno specifico avviso per gli abbonati (circa 5mila) o per quanti hanno acquistato il biglietto e che adesso dovrebbero essere rimborsati, così come previsto dal regolamento, andando al botteghino (visto che si tratta di un cambio di titolo).

Cannito, nella sua lunga lettera, rivendica di aver introdotto, in sette anni, “la trasparenza e la totale legalità”, di aver istituito le audizioni pubbliche impedendo “pressioni di dubbia provenienza”, di aver fatto eseguire al corpo di ballo i grandi classici, di aver riportato a Palermo Eleonora Abbagnato e di aver messo fine alla “scandalosa abitudine” dei predecessori di portare in città i propri ballerini. “Ebbene lei – attacca Cannito rivolgensodi a Orlando – il sindaco che ha investito tutta la sua vita a favore della legalità, invece di lodare ed apprezzare un esempio di correttezza professionale, mi ha additato pubblicamente sui giornali, accusandomi di essere la causa del mancato sviluppo di questo corpo di ballo”. Un j’accuse che riguarda anche le promesse elettorali fatte dal primo cittadino.

“Mi è stato comunicato il licenziamento da un giorno all’altro senza spiegazione, senza preavviso, senza motivazioni – conclude Cannito – i miei diritti di lavoratore e di cittadino italiano sono stati calpestati con una indifferenza raccapricciante. Le mie produzioni di balletto programmate, annunciate e vendute agli abbonati sono state e saranno cancellate senza neppure una telefonata a me e senza neppure una nota di giustificazione al pubblico. Dove sono quei posti di lavoro stabili promessi ai ballerini, motivo di scioperi, manifestazioni di piazza, proteste, spettacoli saltati, disagi sofferti da migliaia di spettatori? Perchè i sindacati che avevano perso tutto il fiato per urlare lo scempio della paventata fine del corpo di ballo del Massimo, ora sono silenti? Perché tacciono e non chiedono ciò che era stato loro promesso?”.

Dichiarazioni che in piazza Verdi sono arrivate come un fulmine a ciel sereno e che, si sussurra nei corridoi del teatro, abbiano creato più di un malumore. “In merito alle dichiarazioni apparse sulla stampa, la Fondazione Teatro Massimo precisa che il rapporto con il Maestro Luciano Cannito è stato interrotto per ragioni economiche relative anche al compenso dello stesso e ai diritti per le sue coreografie, costi incompatibili con le attuali condizioni economiche e con la disponibilità finanziaria del Teatro Massimo”, recita uno scarno comunicato della fondazione che costituisce, di fatto, l’unica replica ufficiale: dal Comune, invece, silenzio stampa.

Adesso Guttuso, che già fronteggia i tagli dell’ultima Finanziaria regionale (per oltre un milione di euro) e prova a far quadrare i conti per gli spettacoli estivi al Verdura, dovrà trovare un sostituto per la direzione del corpo di ballo e anche in fretta, sperando di far dimenticare un clamore che già si diffonde a livello nazionale. A rispondere per le rime a Cannito, però, è Maurizio Rosso della Cgil. “E’ inconfutabile che nei sette anni della direzione Cannito il corpo di ballo del teatro sia passato da un organico di 26 ad appena sei danzatori – dice il sindacalista – le produzioni di balletto in cartellone erano appena due l’anno e subivano puntualmente cambi di titoli e protagonisti. Cannito era autore, regista e coreografo di tutti i balletti in cartellone e il balletto Giselle sarà portato in scena dal corpo di ballo della fondazione col naturale inserimento di altri danzatori”. E sulle audizioni aggiunge: “Si sono sempre effettuate in maniera trasparente, se Cannito ha prove delle pressioni di dubbia provenienza faccia nomi e cognomi. L’ex direttore non si è mai occupato della costruzione di una sala ballo idonea, preoccupandosi soprattutto di presenziare molti giorni la settimana al programma Amici, malgrado la generosa ricompensa che percepiva dalla fondazione”.

 


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