Delitto Pandolfo, fermato un 17enne | "Non ha agito da solo" - Live Sicilia

Delitto Pandolfo, fermato un 17enne | “Non ha agito da solo”

Massimo Pandolfo

L'assassino di Massimo Pandolfo ha confessato riconoscendo la propria responsabilità nel delitto. Decisivi i tabulati telefonici della vittima dell'omicidio, maturato negli ambienti della prostituzione omosessuale. Gli inquirenti, adesso, cercano i complici del minore.

 

svolta nel giallo di Acqua dei corsari
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PALERMO – Ha confessato nella notte, riconoscendo la propria responsabilità nel delitto di Acqua dei Corsari. Un ragazzo di 17 anni è stato fermato per l’omicidio di Massimo Pandolfo, assassinato con oltre quaranta coltellate nell’area del Teatro del Sole. Chi lo ha ucciso ha poi infierito contro il suo volto, sfigurandolo a colpi di pietra. Le indagini dei carabinieri arrivano ad una svolta proprio con il fermo del minore, che avrebbe gravitato intorno all’ambiente della prostituzione omosessuale: l’omicidio potrebbe essere avvenuto dopo un rapporto sessuale consumato proprio nella zona in cui è stato ritrovato il corpo di Pandolfo, da sempre frequentata da coppiette.

Il minorenne, che vive con la propria famiglia in un quartiere popolare del capoluogo, è stato rintracciato dall’analisi dei tabulati telefonici della vittima. Era sua, infatti, l’ultima chiamata ricevuta da Pandolfo il 25 aprile, giorno della scomparsa. Si era allontanato dalla casa della madre per non farvi più rientro. Ecco perché le indagini dei militari, coordinate dal pubblico ministero Geri Ferrara, sono andate avanti per tutta la notte e proseguiranno nelle prossime ore: gli inquirenti sono convinti che il minore non abbia agito da solo. Anzitutto perché l’auto con cui la vittima e il giovane si sono recati ad Acqua dei Corsari non è mai stata trovata.

Pandolfo, inoltre, avrebbe potuto tranquillamente difendersi se fosse stato aggredito soltanto dal giovane: in passato aveva praticato pugilato e la sua corporatura robusta gli avrebbe permesso di bloccare chi lo avesse attaccato. Poi, da non sottovalutare è la ferocia con la quale le quaranta coltellate sono state inferte, profonde e in tutte le parti del corpo, soprattutto all’addome.

Di sicuro, come sottolineano gli inquirenti, il fatto che l’omicidio sia avvenuto in quella zona non è casuale. D’altronde, i militari si erano subito concentrati sull’ipotesi del delitto maturato in ambienti gay, una ipotesi che ha preso corpo anche in seguito ad una precedente denuncia per maltrattamenti nei confronti di Pandolfo, da parte di un omosessuale. Il Teatro del Sole è un luogo dove si consumano rapporti omosessuali, anche a pagamento.

Il giovane, dunque, potrebbe essersi appartato con Pandolfo in quel luogo abbandonato della città. L’omicidio potrebbe essere avvenuto al culmine di una lite. Il minorenne, durante la confessione, potrebbe avere cercato di coprire qualcuno o nascondere qualcosa. Le indagini sono tutt’ora in corso e puntano anche al ritrovamento dell’arma del delitto. Il coltello trovato sul terriccio dell’area degradata di Acqua dei Corsari non era, come hanno accertato i carabinieri guidati dal colonnello Enrico Scandone, quello che ha colpito mortalmente Pandolfo.


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