Mafia, due cadaveri carbonizzati a Casteldaccia | Trovate le pistole del delitto - Live Sicilia

Mafia, due cadaveri carbonizzati a Casteldaccia | Trovate le pistole del delitto

Due cadaveri carbonizzati sono stati trovati dai carabinieri a Casteldaccia, in provincia di Palermo. Secondo le indagini, si tratta di Juan Ramon Fernandez e Fernando Pimentel, coinvolti nell'indagine che ieri ha azzerato la cosca mafiosa di Bagheria. Arrestati per il duplice omicidio i fratelli Pietro e Salvatore Scaduto. Trovate le pistole.

Casteldaccia, palermo
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PALERMO – Due cadaveri bruciati e abbandonati tra i rifiuti. Sono i corpi di due spagnoli, garanti del cartello per il traffico internazionale di droga fra Bagheria e il Canada. E sono scattati due fermi che fanno salire a 23 il numero delle persone arrestate, fra capi e picciotti del mandamento mafioso di Bagheria. Ieri la macabra scoperta da parte dei carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo. In contrada Fiorilli, a Castedaccia, in provincia di Palermo, c’erano i corpi di Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, di 57 e 36 anni. Risultavano latitanti. In realtà erano morti ammazzati. In contrada Fiorilli sono state trovate le pistole con cui sono stati ammazzati, accanto ai cadaveri.

Di Fernandez Paz e Pimentel non si avevano più notizie dalla sera del 9 aprile scorso. A rispondere dell’omicidio sono ora i fratelli bagheresi Pietro e Salvatore Scaduto, di 49 e 51 anni. In Canada si erano trasferiti nel 1989, dopo la morte del padre, ucciso nel corso della guerra di mafia di Bagheria. Alcuni anni fa, però, erano rientrati in Sicilia. Cause di forza maggiore visto Pietro Scaduto era stato espulso dal Canada per via del suo coinvolgimento in una sparatoria, a Montreal.

Le vittime sarebbero state attirate con un tranello in una zona isolata, crivellati con una trentina di colpi di pistola sparati, secondo l’accusa, dagli Scaduto e da altri complici non ancora identificati. Infine, i corpi sarebbero stati bruciati.

Ramon Fernandez, personaggio di grande spessore criminale, indicato quale principale esponente della famiglia Rizzuto nella città di Toronto, si era stabilito a Bagheria dopo essere stato espulso dal Canada. Aveva finito di scontare 10 anni di reclusione per estorsione, traffico di stupefacenti e possesso di armi. L’altra vittima, Fernando Pimentel, anche lui affiliato alla mafia canadese, lo aveva raggiunto in Sicilia a marzo scorso.

Proprio nei contrasti interni alla criminalità organizzata canadese viene rintracciato il movente del duplice omicidio. Fernandez aveva preferito non scegliere con chi schierarsi fra tra le due fazioni in lotta per il controllo del narcotraffico. Da un lato la vecchia guardia della famiglia del boss Vito Rizzuto e dall’altro un gruppo di ribelli. Ai quali pare che Fernandez si fosse avvicinato negli ultimi tempi.

Le indagini hanno scoperto che l’ordine per il duplice omicidio sia partito dal Canada. Bisogna capire attraverso quali canali sia giunto in Sicilia dove la sentenza di morte è stata eseguita.

 


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