Emma vuol dire mamma - Live Sicilia

Emma vuol dire mamma

Anche adesso che noi siamo adulti (insomma, io ho 12 anni) continui a farlo occupandoti degli altri che hanno bisogno di te, lavori da sempre eppure torni a casa e garantisci alla tribù due pasti caldi al giorno, completi, che manco le casalinghe.

Ciao. Anzi, buongiorno, visto che starai leggendo questo ‘articolo’ di prima mattina. Che poi per noi umani, il tuo orario di sveglia, è ancora piena notte. Ma sono altri discorsi. Ti dico subito che mi hanno chiesto di scriverti, a te proprio, manco sapessero che non parliamo poi tantissimo, almeno non di tutto. Te lo dico perché immagino tu sappia che difficilmente potrebbe partire da me un’iniziativa del genere. Qualcuno pensa che sia lesivo per la mia privacy. Questo ‘Qualcuno’ adesso sarà stupito perché ho davvero scritto questa cosa e a che ci siamo, ciao Qualcuno (così non ledo la tua di privacy). Non che non abbia niente da dirti, anzi, è solo che siamo fuori sincrono. Quando una ha voglia di essere più sentimentale l’altra pensa agli affaracci suoi. E comunque non capita quasi mai, la voglia di sentimentalismi dico. Abbiamo un nostro modo di dimostrare affetto.

Ovviamente due modi diversi, io il mio e tu il tuo, figurati. Siamo e saremo sempre diverse. A te dà sui nervi il mio modo di vestire, di parlare, di gestire i miei impegni e lo smalto nero (ti dico che non è trash, lo ha fatto pure scianél). Sei puntuale e io vivo 45 minuti in ritardo, hai sposato papà alla stessa età che avevo io quando ero a Ibiza, ti accuso di vivere ‘nel dovere’ e non capirò mai perché lo fai ma, in realtà, pensandoci bene, hai semplicemente deciso di essere ‘buona’. Anche adesso che noi siamo adulti (insomma, io ho 12 anni) continui a farlo occupandoti degli altri che hanno bisogno di te, lavori da sempre eppure torni a casa e garantisci alla tribù due pasti caldi al giorno, completi, che manco le casalinghe. Nemmeno te lo dico che più che cucinare a me interessa che in tavola ci sia l’argenteria (è assurdo che non ti piaccia, ci sarà un motivo che non vuoi dirmi. È assurdo.).

Spesso mi limito a pensare che non riuscirei a vivere una vita come la tua. Ormai sono in ritardo, ok. Ma anche volendo sono troppo pigra, poco tollerante, a tratti isterica. Anzi adesso con i bambini ci parlo, sei contenta? Comunque, per la cronaca, sono legata al nostro rapporto, che più che sulla condivisione si basa su un tacito ‘evitiamo di affrontare l’argomento?’. Ma è divertente così e poi tutti hanno bisogno di una nemesi. Forse quando andrò via di casa (hahaha, mai. Hai capito? Mai. Ti resto sul groppone.) potremo conversare senza traumi. Anche se non credo esistano in giro persone più diverse da me di quanto lo sia tu, ci sono cose sulle quali siamo abbastanza d’accordo.

Tipo Paul. Che poi a pensarci bene nemmeno su Paul siamo troppo d’accordo. Tu sei fedele e costante come in tutte le cose. Io sono stata una cattivona e ho tradito questo amore prima con John e poi addirittura con quel manigoldo di Mick. Devo averti dato tanti di quei pensieri, ricordo quando mi hai detto ‘non avrei mai pensato di avere una figlia che va al concerto dei Rolling Stones’. Ma lo sai che non sono costante, sai anche che, come spesso ti lamenti, ‘faccio cose troppo strane’. Non posso non ridere. Dovresti saperlo che le cose che faccio non possono essere poi così strane. Pensa alle cose strane che fai tu, che con 900 canali di tv privata hai il coraggio di guardare Mara Venier che intervista ballerini di mazurca, in più non capisco mai quando finiscono le nostre telefonate perché chiudi senza dire nemmeno ‘ciao’ e io continuo a parlare da sola, lasci il cane chiuso per delle ore perché non l’hai visto entrare con te in una stanza (e sorvolo sull’avventura ‘macchina con 40° C’), hai deciso di auto nominarti gastroenterologo, psichiatra, medico legale e sei agente dell’FBI, sei convinta che frittura e cioccolatto (dolce un po’ salatto) non siano cibi grassi e hai comprato le presine più stupide che esistano perché sono della misura delle mani di Barbie-oggicucinoio, pretendendo oltretutto, in tutte queste occasioni, di non essere contraddetta.

Ecco, ti ho davvero detto tutto. Anzi no, la cosa più importante: ti voglio bene (oddio l’ho detto!) e auguri, che oggi è la tua festa, madre. Ci vediamo a pranzo (forse, non lo so, telefonami).


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