Sei nata nel mio cuore | senza passare dalla pancia - Live Sicilia

Sei nata nel mio cuore | senza passare dalla pancia

Tu eri mia figlia già prima, quando pensavo a te e non ti conoscevo ancora, non sapevo che faccia avessi, lo eri da prima, lo sei oggi con tutti i tuoi dubbi e le ancora poche certezze da costruire giorno dopo giorno.

Cara figlia mia,

ti scrivo oggi ma prima che tu legga queste parole passerà del tempo. Ma sarà il tempo giusto perché tu le possa comprendere. Passeranno anni, sarai diversa, sarò diversa, ma sarò ancora tua madre, come oggi, da quattro mesi a questa parte. Forse per quella data sarò tua madre più di quanto non lo sono adesso. Ci conosciamo da poco, lo so, e tu di anni ne hai sei, ma questo non cambia il fatto che oggi sei mia figlia, è scritto sulle carte dell’adozione, ma sono solo dettagli. Tu eri mia figlia già prima, quando pensavo a te e non ti conoscevo ancora, non sapevo che faccia avessi, lo eri da prima, lo sei oggi con tutti i tuoi dubbi e le ancora poche certezze da costruire giorno dopo giorno, lo sei comunque quando  – e te lo leggo negli occhi – una montagna di punti interrogativi affolla la tua testa. Lo sei e basta. Perché in fondo se una madre naturale mette al mondo un figlio, io credo che sia stata tu a mettermi al mondo come madre. La tua.

E mi domando spesso cosa ci sarà mai in quella testolina, cosa ti passa per la mente, a volte vorrei entrarci per saperne di più, per vivere la vita che hai vissuto, per capirti meglio, e una volta lì mi verrebbe voglia di cancellare i brutti ricordi, le cose che ti angosciano, i pensieri cattivi; vorrei sì ma non dovrei. E non lo farò. E’ la tua storia, fa parte di te ed è uno zaino che ti porterai dietro, pesante, forse ingombrante ma è il tuo bagaglio di vita, io posso solo aiutarti a portarlo, ad alleggerire il suo peso. E lo farò. Quattro mesi, appena quattro che mi chiami mamma, ed eri lì nel mio cuore e te lo racconto sempre che sei nata lì, nel mio cuore senza passare dalla pancia e che ti parlavo forte perché tu potessi sentire le mie parole anche se eri lontana, ora sei qui e, guarda un po’, ti parlo piano, ti sussurro all’orecchio quando ti sveglio la mattina e ti guardo. E ti guardo.

Mi piace guardarti. Quando dormi, e ti raccogli come un riccio sotto le coperte, ti abbandoni e diventi piccola piccola. Che piccola forse non lo sei mai stata davvero. Ti guardo quando mi chiedi se sono ‘la tua mamma per davvero’ e ‘se lo sarò anche quando sarai grande’, e le parole non bastano, non servono, ti abbraccio così forte da mettere insieme tutti gli abbracci mancati.

Non è facile, per nessuna delle due. Non è facile rimanere indifferente alle frasi stupide, ai luoghi comuni e ai pregiudizi di persone, poco sensibili e prevenute, ma in fondo solo poco informate, quando ti fanno certe osservazioni o ti guardano stranamente, o mi chiedono se tu ci sei ‘riconoscente’, come se io e tuo padre ti avessimo fatto un favore ad accoglierti. Loro non sanno che tu hai accolto noi. Tu avevi diritto ad una famiglia e nella nostra c’era tanto posto. E’ triste, sai, sentire certe parole che ti restano dentro insieme alla montagna di delusioni, fallimenti e sogni infranti collezionati negli anni, ma non importa, non più, io ho smesso di ascoltarle, e sento solo la voce del mio cuore, del cuore di mamma che mi parla di te, perché i figli biologici si amano perché sono figli, ma i figli adottivi sono figli perché si amano.

E ti guardo, anche adesso, mentre dormi, e sei come un uccellino smarrito, indifeso, hai paura, ma non sai di chi e di cosa, hai paura e basta ed io ripenso a tutte le volte che hai avuto paura in passato, che eri sola e nessuno ti abbracciava e mi viene un tuffo al cuore. Ora ci sono, conta solo questo, mi ripeto ogni giorno. E ci sarò. Il tempo non torna più, per fortuna o per sfortuna, ma noi il tempo ce lo siamo guadagnato e ora lo spenderemo insieme al meglio, non ne butteremo via neanche una goccia. E’ troppo prezioso, e la vita ne ha già sprecato tanto.

Dormi e hai l’aria serena di chi ha deposto le armi e si concede il meritato riposo, anche io riposo, come un soldato stanco sì ma con la voglia e il desiderio di combattere, e mi sento come un nido, costruito sul ramo di un albero, forte e solido come una mamma deve essere, che anche se scomposto dal vento e dalla pioggia resiste, resiste e rimane il tuo nido, il più caldo e accogliente che tu abbia mai avuto e sarò il tuo nido sempre anche quando spiegherai le ali e spiccherai il volo, lascerai il nido per volare e andare incontro a nuove mete. Alla vita. La tua vita, quella che per un po’ ti è stata negata. Anche lì, anche in quel momento, io ci sarò. Ti lascerò volare, come una madre deve fare, e come adesso, starò lì a guardarti. Perché mi piace guardarti.

Con tutto il mio amore, la tua mamma


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