Catania, buco di Bilancio: | il giudice si astiene dopo tag su Fb - Live Sicilia

Catania, buco di Bilancio: | il giudice si astiene dopo tag su Fb

Aveva messo sulla sua bacheca un link all'associazione CittàInsieme che è parte civile al processo: Così il magistrato Sebastiano Migneni ha letto un'istanza di astensione nel procedimento: "Lo faccio - ha spiegato il magistrato in udienza - per evitare dubbi e sospetti sull'andamento del processo".

IL processo è in Appello
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CATANIA. Sulla bacheca del proprio profilo di Facebook aveva ‘taggato’ quello di un’associazione civica, Cittainsieme, che è parte civile nel processo di secondo grado di cui è uno dei giudici. Così il magistrato Sebastiano Migneni, della prima Corte d’appello di Catania, oggi in aula ha letto un’istanza di astensione nel procedimento che tratta l’inchiesta sul buco in bilancio al Comune durante le amministrazioni del sindaco del Pdl Umberto Scapagnini. “Lo faccio – ha spiegato il magistrato in udienza – per evitare dubbi e sospetti sull’andamento del processo”. Il giudice Mignemi era stato oggetto di una richiesta di ricusazione perché in passato aveva fatto parte del collegio del processo i contributi per cenere vulcanica ai dipendenti comunali, che aveva imputati in comune. Ma la richiesta è stata rigettata. La prossima udienza del processo si terrà il mese prossimo. In primo grado, il 10 ottobre del 2011, il giudice monocratico ha condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione, per falso in bilancio, l’ex sindaco, ormai scomparso, di Catania. Essendo deceduto la sua posizione sarà stralciata.

La stessa pena è stata inflitta all’ex ragioniere Vincenzo Castorina, agli ex assessori Francesco Caruso, Giuseppe Arena, Santo Li Gresti, Giuseppe Maimone, Giuseppe Siciliano e Gianni Vasta. Sono stati anche condannati, per lo stesso reato, alla pena di 2 anni e 3 mesi ciascuno, altri componenti di diverse giunte dei centrodestra dell’allora sindaco Scapagnini: gli ex assessori Filippo Drago, Stefania Gulino, Mimmo Rotella, Salvatore Santamaria, Nino Strano, Mario De Felice e Giuseppe Zappalà. Il processo per falso ideologico per il ‘buco’ in bilancio per centinaia di milioni di euro al Comune prese avvio da osservazioni formulate a suo tempo dai revisori dei conti relativamente al bilancio consuntivo del 2003, sul quale ha mosso rilievi anche la Corte dei conti. (fonte Ansa)


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