Via D'Amelio, trovata una foto | dell'agenda rossa di Borsellino - Live Sicilia

Via D’Amelio, trovata una foto | dell’agenda rossa di Borsellino

La strage di via D'Amelio

Un fotogramma nitido, tratto da un video, mostra l'agenda rossa di Paolo Borsellino, al fianco del corpo carbonizzato del magistrato. A rivelarlo l'edizione odierna de La Repubblica, che testimonia la presenza dell'agenda  pochi minuti dopo l'esplosione. Il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari: "Improbabile che si tratti dell'agenda". I figli di Borsellino: "Ci affidiamo al lavoro degli inquirenti".

lo rivela la repubblica
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PALERMO –  Un video inedito girato tra i corpi dilaniati e le macerie di via D’Amelio era stato visionato quattro giorni fa in aula a Caltanissetta, nel corso del processo – il quarto – per la strage in cui furono trucidati il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta. In quelle immagini però non vi è traccia dell’agenda rossa – il diario in cui il giudice Paolo Borsellino era solito scrivere spunti investigativi, riflessioni e appunti – che comparirebbe invece nel filmato girato dai vigili del fuoco reso noto da Repubblica e trasmesso oggi anche da Sky Tg24. La misteriosa scomparsa dell’agenda rossa era stata al centro della deposizione dell’ex capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli, immortalato in decine di foto e filmati mentre porta via dal luogo dell’esplosione la borsa del giudice, poi ricomparsa nell’auto investita dal tritolo. Arcangioli, allora in servizio al nucleo operativo di Palermo, ora colonnello, a lungo sospettato di essere l’autore della scomparsa del diario, é stato prosciolto. L’ex capitano, accusato di essere un servitore infedele dello Stato, nel corso della sua deposizione si era sfogato. “Vivo in un incubo da 8 anni. La mia vita e quella della mia famiglia è stata distrutta”. Il teste, rispondendo alle domande dei pm, aveva anche ricostruito quanto accaduto quel 19 luglio del ’92. ”Qualcuno mi diede la borsa ma non so dire da chi la ebbi e cosa ne feci dopo. Posso solo dedurre che qualcuno la rimise in auto”. Di un’altra cosa è certo Arcangioli: guardò dentro la valigetta del giudice. “Vidi cosa c’era – ha spiegato – ma nulla mi colpì del suo contenuto. Ricordo solo un crest dell’Arma, ritenni il contenuto ininfluente per le indagini”.

“Se fosse vero, sarebbe pazzesco”: così il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari ha commentato la foto. Il diario, in cui Borsellino appuntava spunti investigativi e riflessioni, ritenuto un elemento chiave anche per ricostruire il movente reale del delitto, è scomparso dal giorno dell’eccidio. “Si tratterebbe di immagini tratte da un video girato dopo l’esplosione dai vigili del fuoco: al 99 per cento è stato visionato dalla Scientifica che ha raccolto tutte i filmati girati dopo la strage – spiega – Noi accerteremo di averlo comunque agli atti, ma c’é da chiedersi per quale motivo non si stato segnalato come rilevante”. “O gli investigatori che con probabilità altissime l’hanno visionato – aggiunge – hanno escluso che potesse essere l’agenda di Borsellino, ritenendo che non si sarebbe mantenuta integra vista la temperatura provocata dall’esplosione, oppure è sfuggito all’osservazione”. “Certamente – aggiunge – c’é da capire cosa sia accaduto”. Le indagini hanno sempre cercato l’agenda nella borsa del giudice, spostata dalla macchina e ritrovata vuota. Questa scoperta farebbe pensare che il magistrato avesse invece con sé il diario. “Borsellino aveva qualcosa sotto l’ascella – conclude Lari – ma – si chiede – dal corpo sono saltati via gli arti: questo è compatibile col ritrovamento dell’agenda integra come si vede dalla foto?

In serata il procuratore di Caltanissetta aggiunge: “Il fotogramma pubblicato oggi dal quotidiano La Repubblica appartiene al filmato girato il 19 luglio 1992 dai Vigili del Fuoco di Palermo, che è stato depositato nel processo ‘Borsellino Bis’, e nel procedimento ‘Agenda Rossa’, a carico dell’allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli. L’oggetto somigliante ad una agenda, ma in realtà di minore spessore rispetto all’agenda rossa del dott. Borsellino, raffigurato nel fotogramma, non si trova – come si afferma nell’articolo del quotidiano accanto al corpo di quest’ultimo – bensì accanto alla salma dell’agente di scorta Emanuela Loi”. Lo precisa in una nota il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari. “Il corpo di quest’ultima – spiega il magistrato – si trovava accanto ad una autovettura citroen BX parcheggiata in Via d’Amelio a circa 20 metri di distanza dal luogo in cui è stato rinvenuto il corpo del dott. Borsellino”. “Ammesso e non concesso – aggiunge Lari – che l’oggetto raffigurato nel fotogramma possa essere l’agenda rossa di Borsellino, è quasi impossibile fornire una spiegazione logicamente attendibile su come possa essere arrivata in quel luogo. Vi sono, pertanto, molte ragioni per prendere quantomeno con il beneficio di inventario la notizia fornita dal quotidiano La Repubblica”. “Ciò non toglie – conclude Lari – che la Procura di Caltanissetta verificherà approfonditamente anche questa notizia per scongiurare che il mistero della scomparsa dell’ agenda rossa di Paolo Borsellino si infittisca ulteriormente a discapito dell’accertamento della verità, sottoposta proprio in questi giorni a verifica dibattimentale”.

Nel filmato, infatti, si vedrebbe un uomo con un borsello nero, che indossa mocassini neri, pantaloni beige e una camicia bianca. L’uomo si avvicina al corpo del magistrato prima ancora che il cadavere venga coperto con un lenzuolo, e per due volte sposta con un calcio un pezzo di cartone per coprire parzialmente l’agenda. Una testimonianza resa in passato ai magistrati di Caltanissetta dall’ispettore di polizia Giuseppe Garofalo, parlava di “una persona in abiti civili” alla quale il poliziotto aveva chiesto spiegazioni “in merito alla sua presenza nei pressi dell’auto blindata”. E quando gli chiese chi fosse, rispose di “appartenere ai Servizi. Posso dire che era vestito in maniera elegante, con una giacca di cui non ricordo i colori”. Recentemente è stato prosciolto l’ufficiale dei carabinieri Giovanni Arcangioli, fotografato mentre camminava in via d’Amelio con la borsa del magistrato: non c’era la prova che l’agenda fosse dentro la borsa. Una relazione di servizio della Polizia – ricorda Repubblica – racconta che quella borsa venne portata alla squadra mobile e consegnata all’allora dirigente Arnaldo La Barbera.

“Fermo restando il dato processualmente acquisito sull’agenda rossa trafugata in via D’Amelio, ci affidiamo al lavoro e all’impegno che da tempo stanno profondendo gli attuali organi inquirenti”. Lo affermano in una nota all’Ansa i figli di Paolo e Agnese Borsellino, Lucia, Manfredi e Fiammetta “in merito alle notizie pubblicate oggi da un quotidiano nazionale”.


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