I dolori del giovane Megafono| e le incognite del Pd - Live Sicilia

I dolori del giovane Megafono| e le incognite del Pd

Acque agitate nel movimento di Crocetta a Messina e Catania. E nel Pd c’è chi solleva il caso di quei comuni in cui il partito del governatore sostiene candidati che corrono contro quelli democratici. Apprendi: "Ipocriti, Epifani intervenga". Sullo sfondo, la partita all'interno dei democratici in vista del congresso d'autunno

PALERMO – A meno di un mese dalle amministrative, sale la tensione nel centrosinistra. E soprattutto dalle parti del Megafono, il movimento di Rosario Crocetta e Beppe Lumia (formalmente due seponenti del Pd), che vive in queste ore momenti di maretta nelle due principali città chiamate al voto e che in diverse realtà locali corre contro il Partito Democratico, che continua a macerarsi nei suoi eterni tormenti. Una scelta che dalle parti del Pd qualcuno proprio non manda giù. Succede in comuni grandi come Licata, Modica e Piazza Armerina, così come in un altro centro dell’Ennese, ovvero Leonforte. E la vicenda si inserisce tra i temi di dibattito interno nel Pd che guarda al congresso d’autunno per il quale sono già partite le grandi manovre.

Al centro un tema politico, quello dell’identità stessa del Megafono, come sottolinea l’ex deputato regionale del Pd Pino Apprendi, che su Twitter scrive: “Epifani intervenga in Sicilia. Basta con questa ambiguità che confonde gli elettori del PD. O si aderisce al PD o si aderisce al Megafono”. Ma il politico palermitano vicino a Enrico Letta non si ferma qui: “Hanno presentato le liste del Megafono in diversi comuni per le elezioni amministrative ed in molti casi hanno candidati sindaci contrapposti a quelli del Pd. Ipocriti”, rincara la dose su Facebook Apprendi, raccogliendo commenti di plauso da pezzi di base. E a Livesicilia l’ex deputato lettiano aggiunge: “C’è stato un problema di mancanza di chiarezza della segreteria regionale del Partito democratico, che ha tollerato che esponenti dei circoli del Pd facessero la mattina campagna per il Pd e la sera per il Megafono. Proprio come certi ragazzi di Occupy Pd, che occupavano la nostra sede e poi facevano campagna per il Megafono. Chi ha posto i problema sull’esistenza in vita del Pd nazionale – aggiunge Apprendi con un chiaro riferimento al segretario Lupo – dovrebbe spiegarci dov’è il Pd regionale. Che non mi pare fin qui abbia espresso una linea, su questo punto come sull’azione di governo, dalla formazione ai punti nascita”.

Insomma, la convivenza a sinistra tra la holding Pd e la ex “partecipata” crocettiana, ormai movimento che fa concorrenza ai democratici sul territorio, crea qualche problema. E anche la coppia Fabrizio Ferrandelli-Davide Faraone, che nel nome di Matteo Renzi è pronta a correre al prosismo congresso per la segreteria del partito, ha parlato ieri della necessità di definire meglio l’oggetto misterioso Megafono, per chiarirne i rapporti col Pd.

Ma i patimenti del giovane soggetto politico fondato da Crocetta si consumano anche all’interno del movimento stesso. A Catania, ad esempio, i malumori del Megafono sono nati dalla mancata designazione di un assessore in pectore: al segretario provinciale Giuseppe Caudo, caldeggiato dal partito, Enzo Bianco ha preferito Luigi Bosco. Ad ogni modo, nel capoluogo etneo la lista crocettiana sembra avere i numeri per una buona prestazione, cdomplice la migrazione di massa di esponenti dell’Mpa catanese dalle parti del governatore.

A Messina invece è la base delle neonata formazione politica a non digerire i comportamenti dello stesso Crocetta. Ad essere messo in discussione è la posizione del coordinatore Giuseppe Ardizzone. A complicare le cose, la clamorosa esclusione della lista dalla competizione elettorale per motivi burocratici. Un centinaio di iscritti ha spedito una lettera di fuoco a Crocetta e Lumia, lamentando “cattiva organizzazione, illogica gestione solitaria ed individualistica del movimento”.

A Ragusa invecea esseere attraversato da forti tensioni è il Partito democratico, costretto a convergere sulla candidatura di Giovanni Cosentini. Ma anche in questo caso ecco spuntare lo “zampino” di un’altra anima della galassia crocettiana, ossia Territorio. L’ex vicesindaco Cosentini è stato oggetto di attacchi incrociati nel corso dei sette anni di sindaca tura di Nello Dipasquale. Proprio l’ex primo cittadino, attuale deputato di stanza all’Ars, eletto a suon di preferenze nella lista Crocetta, è stato il regista dell’accordo che ha portato a convergere Pd, Udc, Megafono e Territorio. “In realtà non abbiamo ancora capito se il Megafono a Ragusa esiste – sottolinea Angela Barone, componente della direzione regionale del Pd –. Tutto il secondo circolo dei democratici non ha condiviso la scelta di Cosentini come candidato, oltre tutto accettato senza confrontarsi sul programma”. A mettersi di traverso sono stati pure renziani e lettiani, ma dall’area Bersani, rappresentata anche dall’ex senatore Gianni Battaglia, è arrivata una posizione piuttosto dura di contrapposizione contro il segretario cittadino Giuseppe Calabrese. Eppure anche Calabrese proviene dalla stessa area.

Non va meglio in provincia. A Modica il Megafono si contrappone al Pd. I crocettiani appoggiano Mommo Carpentieri, ex vicepresidente della Provincia di Ragusa con il Pdl. I democratici invece sostengono l’avvocato Giovanni Giurdanella. Nel centro della Sicilia lo stesso canovaccio si ripete. A Licata il Pd si spacca, appoggiando per un verso Daniele Cammilleri e per l’altro Giuseppe Fragapani. Proprio quest’ultimo incassa l’appoggio del Megafono e di due liste civiche. Cammilleri invece può vantare il sostegno del Cantiere popolare.

Nell’Ennese, il Partito democratico ed il Megafono proprio non riescono ad andare d’accordo. E questo non stupisce più di tanto vista l’annosa contrapposizione tra Mirello Crisafulli e Beppe Lumia. A Piazza Armerina i crocettiani sono al fianco di Ranieri Ferrara, mentre il Pd sostiene l’uscente Carmelo Nigrelli. Corre da sola invece l’Udc, che appoggia Filippo Miroddi assieme ad altre due liste civiche. A Leonforte l’Udc si smarca completamente dalla coalizione in sella a Palazzo dei Normanni, componendo il vecchio asse con Pdl e Grande Sud, mentre coltivano interessi divergenti Pd e Megafono: il primo sostiene Francesco Sinatra, il secondo Francesco Romano. Insomma, per farla breve, il primo presidente della Regione del Pd, sfida il Pd con propri candidati sul territorio. Succede, in Sicilia. E nella partita per la successione a Giuseppe Lupo alla guida del Pd – partita per la quale le grandi manovre si sono aperte e c’è già chi come Antonello Cracolici chiama a raccolta in settimana le truppe – la controversa convivenza col movimento crocettiano terrà banco nel confronto tra aspiranti segretari.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI