Una messa per Don Puglisi| "Sua fede intimorì la mafia" - Live Sicilia

Una messa per Don Puglisi| “Sua fede intimorì la mafia”

L'insegnamento del sacerdote siciliano ucciso dalla mafia ha messo radici nella cittadina campana dove il parroco della chiesa del Sacro Cuore Giorgio Pisano ha dedicato una funzione nel suo ricordo: "La mafia scoprì di non poter essere tranquilla con lui: la sua fede usciva dalla chiesa e rischiava di cambiare la realtà". Ricordato anche l'attivista Peppino Impastato.

A PORTICI (NAPOLI)
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PORTICI (NAPOLI) – Don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia che sarà proclamato beato sabato 25 maggio, è stato ricordato questa mattina in una messa a Portici. “La mafia – ha detto il parroco della chiesa del Sacro Cuore, Giorgio Pisano – fu infastidita da quella fede pericolosa, non fatta di statue; si accorse che quella era una fede diversa, pregata in ginocchio ma che poi faceva restare in piedi e dritti come l’agnello, nel testo dell’Apocalisse, davanti al trono di Dio. Don Pino Puglisi non era un agitatore sociale. La mafia scoprì di non poter essere tranquilla con lui: la sua fede usciva dalla chiesa e andava nel quartiere di Brancaccio, rischiava di cambiare la realtà e diventava lievito di una novità che si realizzava per la strada”.

L’insegnamento del sacerdote siciliano ha messo radici a Portici: nella sede della parrocchia del Sacro Cuore è attivo dal 2008 il centro di ascolto antiusura dedicato proprio a don Pino Puglisi. Qui le vittime (o quanti sono a rischio di usura) vengono accompagnate in un percorso di educazione al risparmio e all’uso responsabile del denaro.

Nell’omelia è stato ricordato anche Peppino Impastato, attivista noto per le denunce contro gli affari della mafia in Sicilia, ucciso il 9 maggio 1978. Impastato fu ucciso nello stesso giorno in cui fu ucciso Aldo Moro. “Ma di lui – ha detto Pisano – nessuno parlò. Non se ne è parlato neanche qualche giorno fa quando è ricorso il 35.mo anniversario. Perché? Impastato fu dilaniato da un esplosivo e dissero che stava facendo un attentato ma grazie a sua madre Felicita e a un gruppo di amici fu scoperta la verità”.


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