Al Museo Diocesano| il primo studio su Sibilla - Live Sicilia

Al Museo Diocesano| il primo studio su Sibilla

Presentazione a Catania del volume di Bibiana Borzì (nella foto) dal titolo "Sibilla di Giulio Aristide Sartorio. Fra testo e immagine".

CATANIA – Venerdì prossimo, 24 maggio 2013 alle ore 17,30 nei saloni del Museo Diocesano in via Etnea, 8 a Catania sarà presentato il volume di Bibiana Borzì dal titolo “Sibilla di Giulio Aristide Sartorio. Fra testo e immagine”.

E’ il primo studio interamente dedicato a Sibilla. Poema drammatico in quattro atti (1922) libro d’arte di Giulio Aristide Sartorio, già noto nella sua Roma anche quale autore del fregio di Montecitorio (1912). All’indomani del completamento del fregio, per l’artista romano Sibilla diviene il contenitore ideale in cui far confluire il proprio linguaggio. Simbolismo, Estetismo, Preraffaellismo, istanze Liberty, revival del Rinascimento italiano, recupero filologico di miti e leggende radicati nel territorio nazionale. Si tratta, insomma, di una summa dell’arte e del pensiero artistico sartoriano.

Per il poema, concepito come una sorta di codice miniato ed uscito con una tiratura limitata di sole 1333 copie, Sartorio scrive di suo pugno il testo e lo impreziosisce con raffinatissime illustrazioni, egregio campionario della sua arte incisoria. Ogni esemplare, elaborato con estrema ricercatezza formale, è quasi un pezzo unico, da opporre alla mediocrità dello standard editoriale, ecco perché vi si ritrova in toto la lezione etica dell’inglese William Morris. Referenze che si sciolgono in un fluente racconto poetico ricco di atmosfere talvolta anche un po’ alchemiche. Una sfilata di inquietanti personaggi medioevali (il cavaliere, la strega, l’Angelo di Dio) tratti da motivi rinascimentali e leggende legate al clima nazionalistico italiano, animano il racconto e conducono il lettore in un universo magico. L’analisi che la studiosa catanese fa del libro si sviluppa in una sorta di dittico che prende in esame i due aspetti legati al volume: il testo e l’immagine. All’autrice va riconosciuto il merito di aver indagato e ricostruito per intero la vicenda editoriale di un testo complesso e di difficile accesso materiale, richiamando l’attenzione dei lettori e degli studiosi d’arte su un capolavoro della grafica novecentesca.

 


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