La versione di Cicero - Live Sicilia

La versione di Cicero

Riceviamo e pubblichiamo.

Con specifico rifermento a quanto pubblicato dagli organi di stampa, tenuto conto delle ulteriori e false dichiarazioni di parte che risultano essere state propalate in relazione al contenuto dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Agrigento – Sez. lavoro, relativa al licenziamento del sig. Callari, dirigente dell’ex Consorzio ASI di Agrigento, si riporta quanto in proposito rilevato dal Prof. Avv. Marinelli, difensore dell’Ente pubblico:

“Il Tribunale di Agrigento ha reintegrato l’ing. Callari nel posto di lavoro, ed ha condannato l’Irsap al pagamento delle retribuzioni maturate dalla data del licenziamento a quella della reintegrazione nel posto di lavoro. Il Giudice ha ritenuto che sussistessero dei vizi del procedimento tali da inficiare il licenziamento, ed in particolare una serie di violazioni delle norme sul funzionamento dell’ufficio procedimenti disciplinari. Il Tribunale non ha compiuto alcun autonomo accertamento del merito della vicenda, limitandosi a rilevare che l’ufficio procedimenti disciplinari non avrebbe riscontrato alcuna condotta sanzionabile dal punto di vista disciplinare. Ha inoltre ritenuto che l’Irsap non avrebbe potuto giustificare il licenziamento intimato, affermando l’esistenza di una responsabilità dirigenziale dell’ing. Callari, in quanto non aveva attivato la relativa procedura. L’Irsap proporrà nei termini di legge opposizione avverso la decisione del Tribunale, ed agirà nei confronti del funzionario che, secondo il Giudice, avrebbe violato le disposizioni in materia di procedimenti disciplinari”.

Pertanto, non risultando rispondenti al vero le affermazioni rese in proposito dal Callari, si procederà – come già avvenuto in precedenza per analoga fattispecie riguardante l’altro dirigente dell’ex Consorzio ASI di Agrigento, Casesa, raggiunto da licenziamento – a dare mandato per la presentazione di querela per diffamazione. Appare necessario sottolineare, in proposito, che tali gravi affermazioni, false ed infondate, si connotano come pezzi di una strategia complessiva, da tempo in rete con altri territori (sicuramente Palermo, Enna e Caltanissetta), diretta non soltanto a mistificare la realtà, ma anche a tentare di intimidire lo scrivente per le molteplici azioni di contrasto e di denuncia svolte in opposizione a “Cosa nostra” nel territorio di Agrigento nei cui agglomerati industriali, gestiti dall’ex Consorzio ASI, i cui determinati vertici non erano per nulla ostili ad ambienti collusi, venivano lasciate indisturbate aziende in odore di mafia e dove questi stessi soggetti concorrevano a determinare uno sconquasso economico finanziario di proporzioni inaudite, culminato da ultimo in un debito con il fisco per un ammontare di circa 27 milioni di euro per imposte mai versate.

Il Commissario Straordinario IRSAP Alfonso Cicero

 

 

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