Parla il fratello di Manca:| "Attilio non si è suicidato" - Live Sicilia

Parla il fratello di Manca:| “Attilio non si è suicidato”

Attilio Manca

Gianluca Manca, fratello dell'urologo trovato morto nel 2004, lancia un appello da Napoli in occasione di un incontro sulla legalità: "ci sono elementi che ci portano a ritenere che Attilio sia stato ucciso".

L'UROLOGO SICILIANO MORTO NEL 2004
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NAPOLI – “Chiedo allo Stato una verità e non, come si dice in Sicilia, ‘un mascheriare’ rispetto a qualcosa che non è mai accaduto”. Questo l’appello di Gianluca Manca, fratello di Attilio Manca, l’urologo siciliano trovato morto nel febbraio 2004 nella sua casa di Viterbo. Un appello lanciato da Napoli in occasione di un incontro sulla legalità che ha avuto come oggetto il libro ‘Le vene violate – Dialogo con l’urologo siciliano ucciso non solo dalla mafià di Luciano Armeli Iapichino in cui si ricostruisce la storia e la morte del giovane urologo. Secondo la ricostruzione della magistratura, Attilio Manca si sarebbe suicidato. Una tesi che la famiglia non condivide perché – ha spiegato il fratello Gianluca – nel fascicolo depositato presso la Procura della Repubblica di Viterbo “ci sono elementi che ci portano a ritenere che Attilio sia stato ucciso”. Una morte, forse, arrivata – come spiegato – proprio per la sua abilità di medico.

L’ipotesi della famiglia è che Attilio sia stato ucciso perché “aveva visitato e/o operato il boss Bernardo Provenzano e forse lo aveva anche assistito nel post operatorio”.

“L’unica realtà – ha proseguito il fratello – è che Attilio non si è suicidato. Noi chiediamo allo Stato di tutelare i cittadini perché senza tutela non credo si possa parlare di democrazia”.

Un libro che nasce – come riferito dall’autore – “per rivitalizzare la solidarietà a una famiglia che da anni si batte per cercare verità e giustizia e per essere la voce di quel Meridione tutto che paga giornalmente il prezzo salato delle ingiustizie”. Un incontro che, accanto alla presenza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ha visto anche quella dell’assessore ai Giovani Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo vittima innocente della camorra che, rivolgendosi agli studenti, ha ricordato come “queste storie rappresentano un’ingiustizia profonda, senza senso, ma – ha concluso – sta a noi dare loro un senso capendo quali sono le scelte da fare perché noi sappiamo da che parte stare”. E ai giovani l’appello del sindaco Luigi de Magistris a “non arrendersi perché le strade per la giustizia sono sempre in salita, sono faticose, intrise di lotte e anche di sconfitte, ma bisogna sempre rialzarsi”.


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