Tram, i sindacati dicono basta:| "Oggi saremo in sciopero" - Live Sicilia

Tram, i sindacati dicono basta:| “Oggi saremo in sciopero”

I sindacati dei lavoratori del tram hanno dichiarato lo stato di agitazione e organizzato per oggi un primo sciopero. Chiedono certezze sul proprio futuro occupazionale dopo giorni di polemiche e incontri senza sbocco, che hanno messo in dubbio il completamento dell’imponente infrastruttura.

PALERMO – Arriva inevitabile il momento della protesta per i lavoratori del tram di Palermo. Sono scadute le polizze assicurative (e non il contratto, come era stato detto in un primo momento) e dalla prossima settimana il cantiere patirà uno stop forzato. Per questo i sindacati Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil hanno proclamato lo stato di agitazione e già oggi è previsto un primo sciopero con presidio dalle 7 alle 10 davanti il deposito principale della Sis, il consorzio di imprese incaricato dei lavori, in viale Mauro De Mauro, a Borgo Nuovo.

Un esito prevedibile e amaro, dopo le polemiche e i tavoli tecnici di queste settimane, sia per l’azienda sia per gli stessi lavoratori, per 120 dei quali sono state avviate le procedure formali di licenziamento. Includendo anche gli impiegati dell’indotto, sono a rischio oltre 300 stipendi.

Ma il fermo rappresenterebbe una disdetta anche per la città, per metà sventrata da un cantiere a cielo aperto che si estende per chilometri e per il quale si potrebbe porre, se davvero da lunedì l’opera fosse bloccata, il grande problema della sua custodia: nel capoluogo i furti di materiale edile ed elettrico sono purtroppo all’ordine del giorno.

Nulla di tutto questo si poteva presagire il 10 aprile scorso, quando Comune e Regione firmavano la convezione per il trasferimento a Palazzo delle Aquile dei fondi (87 milioni) per la perizia di variante. Quello che sembrava un ulteriore passo verso il completamento dell’infrastruttura si è rivelato solo il primo tassello di un pasticciaccio burocratico. Il 25 aprile la prima doccia fredda: il Tribunale di Palermo sospendeva l’esecutività del decreto ingiuntivo che la Sis aveva presentato nei confronti dell’Amat per un importo di circa 31 milioni di euro, motivato dai ritardi nei pagamenti. Alla luce della sentenza la Sis dichiarava la propria difficoltà nel proseguire i lavori oltre la data del 24 maggio a causa della mancanza di liquidità.

Pochi giorni dopo il Comune replicava sostenendo di aver versato anche più del dovuto e accusando l’associazione di imprese di aver operato in assenza degli atti ufficiali della perizia, la qual cosa avrebbe causato inoltre la sospensione di un altro stanziamento, quello da 52 milioni proveniente dal Ministero delle Infrastrutture. A quel punto scattava l’allarme delle parti sociali, che chiedevano e ottenevano dal prefetto Umberto Postiglione una serie di vertici ravvicinati con tutte le parti in causa: Regione, Comune, azienda e Amat, che del tram è la stazione appaltante. Alla partecipata i sindacati hanno proposto la sospensione dei lavori per consentire la sottoscrizione di una proroga del contratto, ma l’Amat ha risposto picche per via delle salate penali che una simile soluzione avrebbe comportato.

In attesa del parere positivo della Corte dei Conti sul decreto di finanziamento relativo alla convenzione di aprile, gli incontri in Prefettura si sono tradotti in un buco nell’acqua: da una parte la Sis ha ribadito di non poter più far fronte alle spese dopo oggi, a cominciare dal rinnovo per 1,7 milioni delle polizze assicurative degli operai; dall’altra il Comune fino a ieri ha sottolineato di aver compiuto “tutti i passaggi formali necessari affinché l’Amat possa dare seguito alla prosecuzione del contratto e quindi il Comune possa materialmente erogare l’anticipo di una parte del credito vantato dalla Sis”; in mezzo la Regione, che attende solo l’ok della Corte dei Conti per sbloccare gli 87 milioni.

Nei giorni scorsi l’Amministrazione si era detta disponibile a mettere sul piatto una cifra oscillante tra i tre e i cinque milioni di euro per permettere alla Sis di proseguire i lavori per alcune settimane. L’azienda sembrava aver accolto favorevolmente (con tanto di nota ufficiale) l’intento di Palazzo delle Aquile, ma non è stato così: durante la riunione di ieri con i sindacati, il consorzio ha confermato le procedure di licenziamento, scatenando la serrata dei lavoratori. E a questo punto la reazione di piazza Pretoria diventa imprevedibile: soltanto venerdì il sindaco Leoluca Orlando aveva detto in conferenza stampa che “se la Sis abbandonerà i cantieri, se ne assumerà le responsabilità e chiederemo i danni, certamente superiori ai crediti vantati”.

“La confusione su questa vicenda regna sovrana – commenta il segretario generale della Fillea Cgil Palermo, Mario Ridulfo –, non sappiamo neanche cosa succederà a partire da lunedì. Tutti i soggetti coinvolti si devono assumere le loro responsabilità: ci devono dire che ne sarà del nostro futuro occupazionale. La scadenza delle polizze assicurative comunque non incide sulla validità del contratto lavorativo: secondo la legge 223 sul licenziamento collettivo c’è un arco di tempo di 75 giorni durante il quale l’azienda non può licenziare. Entro questo periodo – conclude il sindacalista – auspichiamo che la vicenda venga risolta. Anche perché non si può lasciare la città in queste condizioni”.


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