Ars lumaca: in un anno di lavori | una legge e mezzo al mese - Live Sicilia

Ars lumaca: in un anno di lavori | una legge e mezzo al mese

Presentato il rapporto sullo stato dell'attività legislativa e parlamentare del 2013, elaborato dagli uffici di Palazzo dei Normanni. Nella quindicesima legislatura si è registrato il record di leggi impugnate dal Commissario dello Stato.

I numeri di Sala d'Ercole
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PALERMO – In un anno il Parlamento siciliano ha approvato 19 leggi, con una media di una legge e mezzo al mese, in calo rispetto agli ultimi tre anni, con un dato consolidato di poco superiore: due leggi al mese. Tra quelle approvate in aula, 12 sono di iniziativa governativa e soltanto 5 sono riconducibili ad almeno uno dei 90 parlamentari regionali, che viaggiano dunque con una media molto bassa, intorno al 26% di produttività. E’ il ruolino di marcia dell’Assemblea regionale secondo quanto emerge dal ‘Rapporto sullo stato dell’attività legislativa e parlamentare del 2013, appena elaborato dagli uffici di Palazzo dei Normanni.

Il rapporto prende come riferimento il periodo dal primo maggio 2012 al 30 aprile di quest’anno, a cavallo dunque tra la XV e la XVI legislatura: contiene dati e cifre sul lavoro d’aula e delle commissioni. Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, sottolinea nella prefazione al ‘Rapporto’ che la riduzione del numero di leggi “è dovuta al rinnovo del Parlamento, avvenuto con le elezioni di fine ottobre del 2012, che ha comportato, ovviamente, la sospensione dell’attività legislativa per parecchi mesi”.

Secondo Ardizzone il rapporto “é un importante strumento di trasparenza” soprattutto “in un periodo di disaffezione dei cittadini nei confronti delle Istituzioni: rendere conto in maniera chiara del proprio operato e dei risultati raggiunti rappresenta, infatti, non solo un obbligo ma una necessità per ogni amministrazione pubblica e ancor di più per un organo di rappresentanza politica come questo Parlamento”. Ardizzone sottolinea che “per l’approvazione di ben undici disegni di legge” su 19, ‘l’iter si è concluso entro soli trenta giorni dalla seduta di Commissione nella quale il provvedimento è stato iscritto per la prima volta all’ordine del giorno; un dato che evidenzia la celerità nella conclusione della maggior parte dei procedimenti”.

Negli ultimi quattro anni, inoltre, l’Assemblea siciliana ha viaggiato con una media di 2,3 leggi al mese approvate in aula. Il picco c’é stato due anni fa, con 25 leggi, il 76 per cento di iniziativa parlamentare; si tratta della produttività più alta per i deputati in termini di ddl votati, la percentuale infatti è più bassa nel 2010 (48%), nel 2009 (25%) e anche nel 2012 (42%).

Per quanto riguarda le leggi impugnate nella 15esima legislatura, invece, il rapporto parla di un numero record: nel corso dell’intera legislatura, infatti, il Commissario dello Stato ha impugnato disposizioni presenti in 28 leggi approvate dall’Assemblea regionale, mentre nel periodo primo maggio 2012-30 aprile 2013, dunque a cavallo tra le passata e l’attuale legislatura, sono 7 le leggi cassate su 19. Durante la XV legislatura, nel dettaglio sono stati impugnati in toto o in parte 103 articoli, con la seguente specifica: 50 interamente, 120 commi impugnati per intero e 42 parzialmente. La delibera legislativa che ha avuto il maggior numero di disposizioni impugnate è stata quella recante ‘Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2012. Legge di stabilità regionalé, della quale sono stati cassati ben 79 commi per intero e 6 commi in parte, contenuti in 4 articoli. In questo caso Ardizzone parla di “tasto talvolta dolente che impone un ripensamento non solo dell’iter legislativo, ma anche della cultura del fare la legge”. “Sono convinto che siano necessarie anche alcune riforme del Regolamento – osserva – Ma intanto si applichino le norme esistenti. Ritengo fondamentale che sia rivalutato il ruolo delle Commissioni di merito, le quali dovranno per quanto possibile lavorare con la partecipazione dell’assessore e del dirigente generale competenti per materia. E’ questa la sede istituzionale naturale nella quale le norme sono da analizzare dal punto di vista giuridico, delle coperture amministrative e dell’impatto socio-economico, lasciando, poi, alla Commissione Bilancio il compito altrettanto importante di valutare le compatibilità finanziarie”. “Per far questo, però, dobbiamo giungere a un sistema in cui ognuno abbia un suo compito precipuo e distinto, il governo da un lato e l’Assemblea dall’altro. Lavorare con metodi e tempi adeguati – avverte Ardizzone – I disegni di legge di origine governativa devono essere accompagnati, come prescrive la legge, da adeguate relazioni tecniche, lo stesso vale per gli emendamenti governativi di spesa (o di minore entrata) e sarebbe opportuno che anche quelli di iniziativa parlamentare lo siano, possibilità del resto prevista dal Regolamento interno. La relazione tecnica è infatti un ausilio di fondamentale importanza in ordine alla valutazione dell’impatto finanziario e amministrativo recato dalle nuove disposizioni normative. Talvolta, infatti, il contesto di emergenza in cui le leggi sono approvate pregiudica l’efficace controllo della qualità delle norme, ma non è ammissibile che ci sia un’emergenza congenita nell’approvazione delle leggi”. Per Ardizzone “il miglioramento della qualità delle leggi è un presupposto della stessa democrazia; la legge incomprensibile, la cosiddetta legge oscura, mette in crisi il rapporto tra cittadino e legislatore, facendo aumentare la disaffezione verso la politica e verso coloro che gestiscono la cosa pubblica. E questo non è ammissibile”.

Per quanto riguarda il periodo primo maggio 2012-30 aprile 2013, il segretario generale dell’Ars, Giovanni Tomasello, sottolinea che nel caso delle 7 leggi impugnate “la maggior parte dei casi lamentino la violazione dell’obbligo di copertura delle leggi di spesa ex art.81 Cost. e interpretato dalla giurisprudenza costituzionale quale principio fondamentale del coordinamento della finanza pubblica posto a presidio dello Stato”. “Negli altri casi – scrive Tomasello – il Commissario dello Stato lamenta spesso la violazione dei principi di cui agli artt. 3 e 97 della Costituzione, nelle varie declinazioni di ragionevolezza, parità di trattamento di situazioni eguali, legalità sostanziale e buon andamento della pubblica amministrazione. Da tale ultimo profilo, nelle motivazioni delle impugnative, si sottolinea il rischio che un dato normativo a tratti incoerente possa creare difficoltà e contraddizioni nell’applicazione delle disposizioni introdotte”.


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