Mercati, il nuovo regolamento| Di Marco: "Tante le novità" - Live Sicilia

Mercati, il nuovo regolamento| Di Marco: “Tante le novità”

L'assessore Marco Di Marco e il sindaco Leoluca Orlando

Il sindaco Orlando e l'assessore Di Marco presentano il nuovo regolamento per i mercati: da quelli generali a quelli storici, passando per quelli nascenti dell'usato e dell'agricoltore.

ORLANDO: "è L'INIZIO DI UN PERCORSO"
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PALERMO – La giunta Orlando presenta alla stampa il Rum, ovvero il regolamento unico dei mercati che rivoluzionerà uno dei settori commerciali più delicati della città: dalla nascita del mercato dell’agricoltore e di quello dell’usato fino alla regolamentazione di quelli storici, passando per la razionalizzazione di quelli rionali e il progetto di spostamento dell’ortofrutticolo e dell’ittico.

“E’ l’inizio di un percorso ma anche un punto di arrivo, forse sarebbe meglio dire che è un punto di passaggio – dice il sindaco Orlando – questo regolamento è la sintesi di un percorso fatto con le associazioni di categoria. Il consiglio comunale è sovrano ma abbiamo raccolto alcuni suggerimenti, mentre di nostro c’è l’esigenza di un regolamento unico, senza procedere per singole modifiche. Essere commercianti o clienti di un centro commerciale o di un mercato storico è profondamente diverso, ecco perché ci vogliono approcci diversi. Ci sarà sempre qualcuno un disaccordo, ma noi tiriamo avanti”.

Il Rum, messo a punto dagli uffici dell’assessore Marco Di Marco, rimette ordine così a un settore tanto cruciale ma dalla normativa ormai obsoleta. “Il regolamento dei mercati generali è del 1971 – spiega l’assessore – dopo 42 anni abbiamo finalmente un regolamento unico”. Settore per l’appunto cruciale, quello dei mercati, come testimoniano anche i numeri: l’ortofrutticolo conta 72 operatori commerciali, per un volume d’affari nel 2012 di 302mila euro (rispetto ai 256mila del 2011); l’ittico invece conta otto operatori, che l’anno scorso hanno prodotto un volume di 163mila euro (rispetto ai 153 dell’anno precedente). Bassi i canoni di affitto: una media di 300 euro al mese per l’ortofrutticolo, 840 per l’ittico.

“La politica è stata disattenta al ruolo del commercio all’ingrosso e al dettaglio – ha detto Di Marco – basti pensare che anche il commercio sulle aree pubbliche ha un regolamento fermo al 2006”.Palermo, in tutto, conta 22 mercati rionali: Altarello, Brancaccio, Titone, viale Francia, villaggio Santa Rosalia, Cep, viale Campania, passo di Rigano, Sferracavallo, Arenella, Partanna Mondello, villa Tasca, Zen, don Orione, Guglielmo il buono, Uditore, Oreto 1 e 2, Borgo Nuovo, Paulsen, Galileo Galilei, Montepellegrino.

Un numero elevato che, nei piani dell’amministrazione, andrà rivisto. “Abbiamo inviato il regolamento al consiglio comunale e alle circoscrizioni – ha detto il Professore – che ci diranno se vanno diminuiti, spostati o accorpati: a diminuire comunque non sarà il numero degli esercenti, con cui ci confronteremo”. 2135 gli operatori dei mercati, contro i 6206 ambulanti autorizzati.

“Mettere a norma è conveniente – ha continuato Orlando – le ordinanze che andiamo facendo, come quelle sulla movida e il commercio ambulante, sono provvedimenti che indicano la direzioni ma i provvedimenti finali sono i regolamenti. La messa a norma può essere il presupposto per forme di fiscalità di favore: se si realizza un percorso virtuoso, è possibile pensare a un abbassamento della tariffa in cambio per esempio della raccolta differenziata. La Tares deve coprire tutto il servizio, se c’è un cittadino che mi aiuta a farlo costare meno il risparmio lo diamo a lui”.

MERCATI GENERALI Il progetto del Comune resta quello del trasferimento dell’ortofrutticolo e dell’ittico in un’apposita area, che il Prg individua a Bonagia, dove dovrebbe sorgere anche quello florovivaistico. “Ma non accadrà domattina – precisa il sindaco – non è pensabile che questi mercati stiano al centro della città, dove sono difficilmente raggiungibili, ma non vogliamo danneggiare i commercianti. Come per la Fiera del Mediterraneo, e in previsione per l’ex chimica Arenella, prepareremo un dossier e emaneremo un bando per progetti che possano riqualificare le attuali sedi dei mercati”. Il regolamento introduce comunque diverse novità: dall’incompatibilità tra il ruolo di dipendente comunale e quello di commerciante alle attività di rilevazione statistica, dalla messa a bando degli stand liberi (eliminati 1200 metri quadrati di eternit) alla quantificazione dei minimi commerciali, passando per il collegamento wi-fi, un consorzio di concessionari per la grande distribuzione e l’ampliamento dei servizi bancari della Bnl. “Inoltre – ha aggiunto l’assessore – metteremo a gara il servizio di parcheggi e regoleremo l’accesso, per consentirlo solo a chi è in possesso di partita iva e di iscrizione alla camera di commercio. Per il servizio di facchinaggio ci rivolgeremo a cooperative in possesso dei necessari requisiti anche sanitari. Nei mercati non si pagava nemmeno l’acqua o la luce, per questo abbiamo fatto fare a tutti gli operatori dei regolari contratti”.

MERCATI STORICI Ma il regolamento riguarda anche i sei mercati storici (Ballarò, Capo, Vucciria, via Bandiera, Montalbo e il mercato delle Pulci). Previste agevolazioni anche per le botteghe storiche, con l’inserimento in itinerari turistici e la consegna del marchio Panormus. “I mercati storici sono una grande opportunità per Palermo, anche turisticamente – ha aggiunto Di Marco – dovranno aiutare a mantenere e restaurare gli arredi e si iscriveranno a un apposito albo. Oggi non c’è nessuna regola, nessuna occupazione di suolo pubblico: in altre città sono diventati gioiellerie come a Bolzano o a Bologna”.

MERCATI DELL’USATO E DELL’AGRICOLTORE Il regolamento sul commercio su aree pubbliche prevede l’istituzione di distributori automatici, l’introduzione di norme di sicurezza ma anche la creazione del mercato dell’usato (che godrà delle sperimentazioni all’Albergheria e a piazza Marina, che sono però onerose) e di quello dell’agricoltore che incentiverà i prodotti a chilometro zero e garantirà maggiori controlli anche sulla provenienza dei prodotti, escludendo quelli non locali. Previsto anche il pagamento di una piccola quota per l’installazione di servizi come le colonnine per alimentare furgoni, bagni tecnologici, wi-fi o pos.

 


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