Chiude i battenti Flaccovio | La crisi miete un'altra vittima - Live Sicilia

Chiude i battenti Flaccovio | La crisi miete un’altra vittima

Cessa le attività l'azienda amministrata da Sergio e Francesco Flaccovio. Una morte preannunciata, sancita ufficialmente oggi. Resterà aperto, ma ancora per pochi giorni, il punto vendita all'interno del Forum Palermo.

PALERMO – Chiude i battenti lo storico marchio Flaccovio. L’ultima vittima della crisi che attanaglia piccole e grandi imprese è l’azienda considerata d sempre il vero cenacolo della città e che da settant’anni naviga sul mercato dei libri con la casa editrice fondata nel lontano 1939. Una morte già annunciata quella dell’azienda amministrata da Sergio e Francesco Flaccovio, ma che oggi trova la sua pietra tombale.

Si è concluso oggi, infatti, l’incontro che ha decretato la chiusura imminente anche degli ultimi punti vendita rimanenti in città. Alla presenza di Sergio Flaccovio, in rappresentanza della Flaccovio sas, e di alcuni rappresentanti della Filcams Cgil, delle R.s.a., della Uiltucs e della Fisascat Cgil, è stato rilevato che l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo del personale, in relazione all’avvio della sua liquidazione. Non si sono realizzate, infatti, le speranze dei sindacati che auspicavano la cessione dei singoli rami per la salvaguardia dei livelli occupazionali. La società è, così, costretta a depositare tutte le licenze.

Una crisi cominciata nel 2008 quella dell’azienda, anno in cui Flaccovio aveva registrato un meno 6 per cento delle vendite, e peggiorata con un meno 21 nel 2010 e un meno 15 nel 2011. A questi dati catastrofici va aggiunto l’indebitamento progressivo con le banche.

Dopo la chiusura delle librerie di via Maqueda e via Ruggero Settimo, avvenuta lo scorso 5 aprile, e quella del punto vendita presente all’interno dell’aeroporto Falcone Borsellino, in data 20 maggio, a restare aperta, ma ancora per pochissimi giorni, la libreria all’interno del centro commerciale Forum Palermo. “Ma la chiusura è imminente”, fa sapere Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl Palermo Trapani. Una morte già preannunciata in un incontro avvenuto la settimana scorsa, ma che oggi vede la fine definitiva, per via della messa a punto dell’accordo di ristrutturazione del debito che ha decretato la chiusura dell’attività.

“Oggi – afferma la Calabrò in una nota – si è registrata l’imminente fine di un’altra storica azienda palermitana che è stata culla della nostra cultura e con essa, tristemente, la fine dei rapporti lavorativi dei dipendenti che, in alcuni casi, per decenni vi hanno prestato servizio. Auspicavo nella cessione dei singoli rami d’azienda al fine di poter salvaguardare i livelli occupazionali ma, poiché non sono andate a buon fine le trattative, mi sento di lanciare comunque un appello all’imprenditoria che vorrà investire sul territorio affinché tenga conto delle alte professionalità che si rischiano di disperdere”.

Un triste epilogo per azienda e dipendenti. I lavoratori ancora in forza andranno, infatti, in cassa integrazione fino al 30 giugno. La società si impegnerà a effettuare il pagamento del mese di maggio e di giugno fino alle naturali scadenze dei contratti. Per i dipendenti, però, nessuna possibilità di prolungare l’indennità di mobilità. La società avvierà, dunque, i licenziamenti collettivi a partire dal 1 luglio.

“L’azienda Flaccovio ci ha comunicato che depositerà le licenze e dal primo luglio tutti i 27 lavoratori saranno licenziati”: lo comunica Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia. “Fino al 30 giugno – prosegue – i lavoratori saranno in cassa integrazione. Poi si aggiungeranno ai tremila licenziati nel commercio negli ultimi dodici mesi. Abbiamo cercato di garantire il proseguo delle attivitá, ma le prospettive per il futuro sono buie. Il trend non accenna a invertirsi e senza interventi e incentivi da Roma e della Regione la situazione sprofonderá. Servono strumenti eccezionali, anche con una riforma degli ammortizzatori sociali, girando ad esempio parte di queste somme alle aziende che proseguono la propria attività per non lasciare i lavoratori a casa”.


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