CATANIA – L’inaugurazione dell’aeroporto di Comiso accende gli animi in una diatriba dialettale tra Catania e la città iblea,. Precisamente tra la Soaco e la Sac, le due società la prima che gestisce il Magliocco e la seconda Fontanarossa, hanno idee completamente diverse in merito alle date per rendere operativa la struttura. Ieri si sono accese le luci sulla pista, ma senza un vero decollo o atterraggio. Da Comiso la festa per una svolta epocale, da Catania il plauso per una pagina fondamentale verso la “vera apertura”. Mentre Taverniti della Sac e Dibennardo della Soaco hanno sferrato colpi a suon di comunicati stampa e lanci d’agenzia, LiveSiciliaCatania decide di affrontare il day after con le riflessioni e le analisi dell’Ad della Sac Gaetano Mancini, che ha vissuto la vicenda Comiso sin dagli albori. Al taglio del nastro è stata notata la sua presenza, ma Mancini precisa: “Ero a Roma per sollecitare l’inserimento di Comiso nel Piano Aeroporto Nazionale”. Insomma dal suo punto di vista ha puntato più sui fatti che alle sterili chiacchiere.
Un commento all’inaugurazione di ieri dell’Aeroporto?
“Bene che si sia arrivati a un processo di certificazione al quale abbiamo lavorato in maniera sinergica con la Soaco. E’ un risultato positivo che sentiamo anche nostro. Però c’è rammarico per il fatto che sia stato reso operativo un aeroporto in attesa di contratti con le compagnia, noi riteniamo che sia uno spreco che non si doveva fare, specialmente in una situazione complicata che vive il mercato e l’economia”.
Uno schiaffo alla crisi?
“Uno schiaffo alla crisi, ma anche uno schiaffo all’aeroporto di Comiso e alla comunità ragusana., perchè queste potevano essere risorse che potevano essere usate per esempio per incentivare il traffico aereo su Comiso, quindi bene la certificazione che arriva dopo tanti anni, la Sac infatti doveva avere consegnata questa infrastruttura nel 2007, che invece nei fatti arriva nel 2012 ma come sanno tutti il mercato è cambiato, e per noi sicuramente è stato un danno visto anche l’impegno economico”.
Una considerazione che contraddice le polemiche di questi anni. La Sac ha sempre voluto l’apertura di Comiso, anzi la voleva prima?
“Noi dobbiamo finirla con le polemiche, la Sac è sempre stata impegnata in questo fronto. E le dico di più io ieri mattina sono stato a Roma a sollevare il problema del mancato inserimento di Comiso nel Piano Nazionale degli Aeroporti, quindi al di là delle chiacchiere, siccome qualcuno ha detto che mancava Mancini, a loro rispondo dicendo che Mancini era a Roma a cercare di sostenere le questioni dello scalo ibleo. Quindi smettiamola con queste polemiche che servono solo ad alimentare discussioni che fanno lucrare alcuni soggetti ma fanno male all’aeroporto”.
Che le bugie avessero le gambe corte si sapeva ma che fossero anche banali e sfottenti questo ancora no. Ma c’è davvero qualcuno che pensa che proprio il giorno dell’apertura dello scalo di Comiso, l’AD della SAC ing. Mancini era volato a Roma a “Sollecitare l’inserimento di Comiso nel Piano Aeroporti Nazioni”. La Sac critica l’apertura senza voli dell’aeroporto perchè lo considera uno spreco e, nel contempo, spreca soldi mandando l’Amministratore Delegato a Roma per l’Aeroporto di Comiso e addirittura lo manda lo stesso giorno dell’apertura. Sagaci, se ci fosse andato quando c’erano i voli avrebbe avuto sicuramente più successo questo sollecito. Comunque, l’assenza dell’AD era degnamente rimpiazzata dalle alte cariche dello scalo di Catania, il Direttore Generale (ops..assente), il Vice Direttore Generale (ops…assente anche lui…), l’Accountable Manager (…si anche lui assente…), il Responsabile Area Amministrativa (…no…nemmeno lui presente..). Ordini di scuderia???? la SAC non ha mandato nessuno da Catania. Uno, da Ragusa, è stato mandato e ha detto, ovviamente sotto suggerimento, che era uno spreco. Sagace due volte!!!!.
L’unica vera considerazione da fare è che la SAC è il socio di maggioranza, se avesse voluto, qualche mese fa avrebbe potuto evitare tutto questo, ma provarci il giorno prima è come dichiararsi “dilettanti allo sbaraglio”