Gli enti avvisano il governo: | "Ecco le nostre proposte" - Live Sicilia

Gli enti avvisano il governo: | “Ecco le nostre proposte”

L'incontro di oggi tra il presidente Crocetta, l'assessore Scilabra e le sigle doveva essere una formalità: ma la chiusura dell'accordo potrebbe essere più difficile del previsto. E le associazioni degli enti rilanciano: "Bisogna finanziare tutti i corsi avviati l'anno scorso".

PALERMO – “Altro che accordo…”. Gli enti di Formazione frenano sull’intesa col governo. E nel day after dell’incontro tenuto ieri a Palazzo d’Orleans, rilanciano: “Il presidente Crocetta e l’assessore Scilabra ascoltino le nostre proposte”.

Proposte contenute in un documento unitario firmato dalle associazioni che raccolgono i titolari degli enti: Anfop, Asef, Assofor, Cenfop e Forma Sicilia (quest’ultima associazione, però, ha precisato di aver accolto positivamente le rassicurazioni del presidente Crocetta) e presentato ieri all’esecutivo regionale. “Smentiamo quindi – precisa Antonio Oliveri, presidente di Assofor – la firma di qualsiasi accordo. Anzi, il presidente e l’assessore ci hanno assicurato che avrebbero valutato le nostre proposte”. Proposte che potrebbero essere rilanciate nel pomeriggio, però, quando i sindacati (ri)incontreranno il governo per la chiusura dell’accordo. Secondo alcune voci filtrate nelle ultime ore, infatti, le sigle (in particolar modo Cgil e Cisl) sarebbero pronte, a loro volta, a rifiutare la proposta del governo di un finanziamento complessivo da 220 milioni. Riportando, di fatto, sul tavolo della concertazione, una controproposta assai vicina a quella degli enti.

Proposta che, come detto, è sintetizzata in un documento unitario che chiede, innanzitutto la revoca della circolare del 30 maggio. Quella che sintetizza il nuovo “Piano Scilabra” della Formazione. La richiesta di ritiro della circolare è legata alle “gravi conseguenze – scrivono gli enti – che essa comunque produrrebbe sul piano della programmazione delle attività e per le inevitabili nefaste ricadute sul piano occupazionale. La disposizione – l’accusa degli enti – è illogica, illegittima, non chiarisce né esplicita in alcun modo i presupposti di fatto e di diritto da cui la medesima promana e, al contempo, si giustifica”. In particolare, gli enti puntano il dito contro la riduzione del monte ore: “Non si comprende – proseguono le associazioni – come per l’ambito Forgio sia prevista la riduzione del ‘volume economico’ (facendo presupporre che possano rimanere gli stessi percorsi formativi con costi ridotti: cosa impossibile del resto!) mentre per l’ambito Fas si prevede la riduzione del 75% delle attività formative, dimenticando fra l’altro – precisano gli enti – che stiamo parlando di categorie svantaggiate (disoccupati, disabili, detenuti, ecc.)”.

Ma gli enti si scagliano soprattutto contro la quantificazione dello stanziamento per la seconda annualità: il governo aveva proposto inizialmente una somma complessiva di 200 milioni, per poi “salire” a 220 milioni. Una somma che non soddisfa ancora gli enti che chiedono “l’immediata e puntuale applicazione al procedimento di avvio della seconda annualità del Piano triennale con tutti i corsi avviati nella prima annualità per tutti e tre gli ambiti Forgio, Fas e F.p.”.

Insomma, la “somma totale” per finanziare i corsi dovrebbe saltare fuori dalla sottrazione, rispetto ai 286 milioni di partenza, dei finanziamenti per i corsi non ancora avviati. Stimati, dagli addetti ai lavori, intorno a 40 milioni di euro. Tra la proposta del governo e quella degli enti, quindi, “ballano” oltre venti milioni. Una cifra certamente colmabile, ma non così facilmente, visto che anche i sindacati, oggi, non sembrano così morbidi: “Il presidente Crocetta – ha dichiarato stamattina il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava – mistifica la realtà, confondendo, a suo uso e consumo, un verbale con un accordo. Noi non abbiamo sottoscritto nessuna intesa. E se non avremo risposte sulle garanzie occupazionali non firmeremo nulla. E del resto, questo presidente non credo abbia nemmeno la ‘cultura’ dell’accordo”. Non certo un messaggio di pace, insomma, a poche ore da un incontro che sembrava dovesse rappresentare solo una formalità.


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