Unioni civili, ok al registro| Ma il Pd diserta l'aula - Live Sicilia

Unioni civili, ok al registro| Ma il Pd diserta l’aula

Il sindaco Leoluca Orlando

Approvato a larghissima maggioranza in consiglio comunale il registro per le unioni civili: votano favorevolmente Pdl e Udc, assente in blocco il Pd. Orlando: "Un segno di civiltà e per i diritti".

SALA DELLE LAPIDI
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PALERMO – Un lungo applauso e l’intero consiglio comunale in piedi, insieme al sindaco Leoluca Orlando e alla giunta, per festeggiare l’approvazione a Sala delle Lapidi del registro delle unioni civili. Si è conclusa così la seduta di questo pomeriggio che ha in questo modo dotato anche il capoluogo siciliano di un registro che negli ultimi anni è stato approvato in altre importanti città come Milano, Bari, Napoli, Torino e Firenze.

“Non si tratta di un atto dell’amministrazione ma della città – ha detto il sindaco, presente in Aula per il dibattito insieme a buona parte della giunta – abbiamo l’onore di rappresentare Palermo e il nostro campo di azione sono i diritti di cittadinanza. Sono sposato da 42 anni, innamorato di mia moglie ma la mia vita poteva essere diversa e avrei voluto che si rispettasse una scelta d’amore diversa, che porta due persona a vivere insieme senza mortificazioni. I percorsi di vita non possono essere considerati gli stessi per tutti e per tutti ci vuole rispetto”.

La delibera, elaborata dall’assessore Giusto Catania con i suoi uffici, è passata con ben 36 voti favorevoli, un astenuto (Andrea Mineo) e tre contrari (Angelo Figuccia, Giuseppe Federico e Felice Bruscia). Un via libera trasversale, che ha visto votare “sì” anche il Pdl (Giulio Tantillo e Giuseppe Milazzo), l’Udc (Giulio Cusumano e Giovanni Lo Cascio) e il capogruppo di Amo Palermo Francesco Scarpinato, mentre il Pd non era presente in Aula. “Avremmo voluto fare molto di più – ha ammesso il primo cittadino – ma questo possiamo fare e questo facciamo. Non possiamo essere disattenti alle libertà e all’uguaglianza di tutti e di ciascuno”.

Un successo per il Professore, che a tre giorni dall’apertura del Gay Pride, alla presenza del presidente della Camera Laura Boldrini e del ministro per le Pari opportunità Josefa Idem, può vantare di aver fatto approvare quasi all’unanimità un registro che altrove ha invece creato scontri anche aspri. Ma il clima a Sala delle Lapidi (presenti anche alcuni rappresentanti delle associazioni Lgbt), tra riferimenti alla chiesa cattolica e a Nerone e Giulio Cesare, passando per matrimoni di campagna e “clericalisti”, è stato tutto sommato disteso.

Adesso, entro 60 giorni, gli uffici dovranno proporre le modifiche ai vari regolamenti comunali che poi torneranno in consiglio: il registro, in concreto, anche a causa della mancanza di riferimenti normativi nazionali o regionali, non ha effetti immediati e per estendere alcune prerogative (dall’iscrizione agli asili nido alle case popolari, passando per la partecipazione a bandi) si dovrà modificare ogni singolo regolamento.

“Oggi abbiamo scritto un’importante pagina di storia della città, estendendo a tutti i diritti – commenta l’assessore Catania – un segnale che va nella direzione di un’attenzione ai diritti fondamentali di uomini e donne”.

LE REAZIONI
“Il sindaco è come un Giano bifronte: da un lato incontra papa Francesco, testimonial dei valori della famiglia, e dopo due giorni porta una delibera così – dice Figuccia – non è nè carne, nè pesce. Nella vita non si può essere tutto e il contrario di tutto. Il sindaco ci spieghi cosa vuole essere: se un cattolico praticante o uno che fa di tutto. Lo dica a chi come me crede nei valori della famiglia, così come Dio ce l’ha data e siamo contro le cose non naturali. Anche nell’arca di Noè c’era un ordine. La maggioranza dei palermitani diventa minoranza: prepareremo un referendum”.

“Ero contrario a votare l’atto prima o dopo il Gay Pride – ha detto in Aula Federico – ma la notte h portato consiglio. Sarei stato anche disposto a votare l’atto, ma perché votarlo prima del Gay Pride come se stessimo facendo un regalo alla marcia dell’orgoglio gay? Sono a favore ma non in questo momento. Questo è stato solo uno spot”.

“E’ un provvedimento di grande civilta’ in materia di diritti civili – ha detto in Aula Mineo – ma al sindaco serve solo una ribalta nazionale in vista di un suo ricollocamento politico che c’entra poco o nulla con i diritti delle coppie omosessuali. Non sarò mai contro le unioni civili, ma qui ci troviamo di fronte a un sindaco che strumentalizza le unioni civili per un suo fine politico”.

“Ho sempre votato a favore, è un atto normale – ha detto in Aula Milazzo – uno Stato che riconosce i diritti è normale, diventa anormale quando non lo fa. Fa onore al sindaco l’essere venuto in Aula. La chiesa dà altri insegnamenti e noi lo rispettiamo, però difendo questi temi. La chiesa suggerisce ma non impone”.

“Questa delibera non ha quella rilevanza e quelle finalita’ che si vorrebbe darle – ha detto in Aula Bruscia – è il retropensiero di chi approva la delibera rispetto a quello che produrrà. La delibera non produce effetti, potrei anche accettarlo col naso turato ma non voglio che si dia possibilita’ di creare percorso che portino alle adozioni o ad altro. Serve una legge nazionale: al registro, così com’è, si possono iscrivere anche una zia e un nipote o due cugini”.

“L’amore è un sentimento profondo di affetto, simpatia verso una persona, un impulso dei nostri sensi – ha detto in Aula Cusumano – questa delibera è un bacio d’amore, ma è troppo poco. Come in Francia dobbiamo arrivare ai Pacs, a momenti celebrativi, e lo dice chi è cristiano: nessuna religione può incitare l’odio. Cristo ci insegna l’amore che è a 360 gradi, se non faccio male al mio prossimo e faccio qualcosa di bello, che male c’è?”.

“E’ questo il felice epilogo di un percorso iniziato nel 2010 con l’appello a sostegno del disegno di legge presentato all’ARS nella scorsa legislatura, promosso dal comitato “Esistono i Diritti”. Autorevoli Siciliani, appartenenti ad aree politicamente diverse, del mondo della cultura, delle professioni e della politica tra cui Battiato, Camilleri e lo stesso Orlando, sottoscrivendo quell’appello hanno voluto ribadire come i diritti civili non siano una materia da negoziare in sede politica e quanto la Sicilia sia capace di contribuire al progresso umano e civile. Purtroppo la pessima classe politica che componeva la precedente Assemblea Regionale non fu capace di approvare quella legge. Al contrario lo scorso Consiglio Comunale ha dato prova di maturità approvando, su una mia richiesta di convocazione, con un voto politicamente trasversale la mozione che ha certamente fatto da battistrada al regolamento odierno”. Lo dichiara il consigliere Alberto Mangano di Idv.

“Scadalosa l’assenza del Pd in Aula – dice Francesco Bertolino (Idv) – alla trattazione e all’approvazione di un atto così importante. Immaginare il primo partito della sinistra italiana latitante sui temi della cittadinanza e della difesa dei diritti dell’individuo è davvero triste. Votare quest’atto insieme ai consiglieri responsabili del Pdl e senza quelli del Pd è stato davvero paradossale”.

“Nel 2011 ho votato contro la mozione di istituzione del registro delle unioni civili – dice Paolo Caracausi (Idv) – oggi invece il mio voto e’ stato favorevole alla delibera in quanto rientra in una pagina di quella storia che il Sindaco ha deciso di scrivere per Palermo. Nei giorni scorsi ho espresso parecchie perplessità sul l’atto e sulla sua efficacia ho invitato,il sindaco a farsi portavoce presso l’ufficio di presidenza dell’Anci affinché tutti i comuni si dotino del registro e a chiedere al parlamento nazionale di legiferare in materia”.

“Si tratta di un atto politico importante – dice Titti De Simone, coordinatrice del Palermo Pride – un segnale nei confronti del Parlamento italiano perché legiferi riconoscendo diritti e colmando distanze incomprensibili rispetto al resto d’Europa. La presenza del presidente Boldrini e del ministro Idem è un ulteriore segnale di sostegno che non è solo formale, ma ci auguriamo anche sostanziale delle istituzioni visto che in Parlamento adesso ci sono anche i numeri. Palermo col Gay Pride si presenta come capitale dei diritti, un passo significativo verso la candidatura a capitale europea della cultura”.

Carlo Verri, il consulente del comune per le politiche Lgtb che ha contribuito alla redazione del regolamento, dichiara: “Sono assai soddisfatto dell’approvazione: non è solo un atto simbolico, ma un atto politico che impegna il comune ad estendere la fruizione di serivi che sono di sua competenza a tutti i nuclei familiari a prescindere dalla loro composizione. E’ bene che questa delibera sia stata approvata a ridosso del pride nazionale per dargli maggiore visibilità. Tra le 5 grandi città italiane, Palermo è la quarta a dotarsi di uno strumento come quello delle unioni civili: manca solo Roma, e spero che il nuovo sindaco Marino al più presto si impegni, per fare in modo che tutte e 5 le città di dotino di questo strumento. Speriamo anche che questo atto serva anche da stimolo al Parlamento perché legiferi sui diritti delle persone Lgtb”.

“Quando la politica riesce a rappresentare la società e le sue istanze dando risposte è una politica di alto profilo. Stasera in Consiglio Comunale abbiamo approvato il Registro delle Unioni Civili un atto importante che parla di uguaglianza e di diritti civili per i quali dobbiamo essere grati alle sollecitazioni che in questi anni sono venute dal movimento Glbtqi che si è battuto per i diritti di tutti”. Lo dichiara Antonella Monastra, capogruppo Ora Palermo.


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