Affrontare il dissesto |"Patata bollente" per Bianco - Live Sicilia

Affrontare il dissesto |”Patata bollente” per Bianco

Il neo primo cittadino, nei prossimi mesi, dovrà confrontarsi con l'eredità dell'amministrazione Stancanelli. (Foto Fabrizio Villa)

Palazzo degli elefanti
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CATANIA – Dissesto, trasporti e Nettezza Urbana. Si è insediato sabato scorso annunciando una gestione improntata alla sobrietà e alla dignità “per recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini”, Enzo Bianco, ma sono tante le “patate bollenti” che il nuovo primo cittadino si troverà ad affrontare. Questioni economiche, principalmente, legate a filo doppio alle condizioni delle casse del Comune, ma anche organizzative, collegate direttamente alle scelte operate dalla precedente amministrazione. La prima emergenza che il sindaco Bianco e il nuovo consiglio comunale si troveranno ad affrontare è rappresentata, senza dubbio, dai conti in rosso delle casse di Palazzo degli Elefanti, vuote a tal punto da aver reso necessaria la redazione di un rigido Piano di rientro e la richiesta di adesione al Fondo “Salva Enti” per evitare il default. Una richiesta che, ancora oggi però, non ha avuto una risposta, nè dal Ministero, nè dalla Corte dei Conti palermitana, e questo rende quanto meno difficile qualsiasi programmazione.

Se, da un lato, l’adesione al piano permetterebbe all’Ente di spalmare l’ingente debito nei prossimi dieci anni evitando quindi il dissesto finanziario, dall’altro, comporterebbe per la città sacrifici enormi: a cominciare dalla tassazione alle stelle e dall’impossibilità di toccare i livelli di spesa. La situazione economica del Comune è dunque la prima “emergenza” che la nuova amministrazione dovrà affrontare, e dovrà farlo con coraggio. Superata, infatti, la campagna elettorale, servirà maggior realismo per quanto riguarda la condizione delle casse comunali, per evitare che le cose peggiorino e che l’indebitamento del Palazzo e quindi di tutti i cittadini, sia pagato dalle prossime generazioni. Ma, da questo punto di vista, sembra che Bianco abbia le idee chiare.

“Bisogna conoscere la situazione reale dei conti del Comune – ha spiegato il giorno dell’insediamento. Per questo, chiederò alla ragioneria generale dello Stato di fare una valutazione esatta per capire quale sia la condizione di Palazzo degli Elefanti, se è in dissesto oppure non lo è. E sulla base di questo porremo in essere, con calma ma con determinazione, tutte le scelte necessarie”. Il sindaco Bianco, a differenza del suo predecessore Stancanelli che, in più di un’occasione ha affermato di avere salvato la città dal dissesto, non esclude dunque la possibilità che il Comune vada in default. Tutt’altro. Ma prima di agire in un senso o nell’altro, il neo primo cittadino dovrà attendere l’ultima seduta del Consiglio comunale uscente, cui spetta l’arduo compito di approvare alcune modifiche al Piano di rientro per evitare il dissesto.

Intanto, però, il neo sindaco mette le mani avanti e sonda la disponibilità del governo regionale di sostenere la città di Catania in questo particolare e delicato momento. Appello che l’assessore all’economia della Giunta Crocetta ha raccolto immediatamente presentandosi, ieri mattina, a Palazzo degli Elefanti. “Dobbiamo impostare un lavoro che, ovviamente, va fatto in collaborazione – ha affermato Bianchi. Noi, sin dall’inizio, come Regione, ci siamo messi a supporto dei Comuni – ha proseguito – ma dobbiamo iniziare a vedere le criticità che questo Ente ha, come molti altri. Abbiamo già pronta una task force di supporto con l’Anci – ha continuato – che supporterà il Comune di Catania. L’obiettivo – ha concluso – è quello di razionalizzare le spese e salvaguardare il ivelli occupazionali, soprattutto con riferimento alle società partecipate, sulle quali, è chiaro, un ragionamento va fatto, cercando di non perdere i posti di lavoro”.

L’assessore ha assicurato la possibilità di utilizzare i fondi europei all’occorrenza. “Abbiamo già i fondi 2007-2013 che sono in pieno corso – ha evidenziato. Stiamo accelerando le spese, abbiamo riprogrammato gran parte dei fondi e concentrato molti interventi sulle città”. Tra questi, le Zone Franche Urbane che Bianchi assicura siano ormai “in partenza”. In ogni caso, è lo stesso Bianchi che esclude l’eventualità di dissesto per il Comune di Catania. “Non ci sono gli elementi eventualmente per pensare al dissesto finanziario – ha continuato- servirà stabilire una due diligence per analizzare lo stato dell’azienda – Comune nei dettagli”. Insomma, servirà un’attenta verificha gestionale, finanziaria e strategica, per capire le principali criticità del bilancio, effettuare una spending review e agire nel concreto, per poi supportare l’Ente nella fase di père – dissesto cui sembra avviato. “Abbiamo anche stanziato delle risorse – ha concluso Bianchi – per evitare il default, e su questa strada procederemo”. La Corte dei Conti, però, ancora non si è pronunciata in merito, anche se l’assessore regionale appare più che fiducioso.

Ma i conti non sono le uniche “patate bollenti” che Bianco dovrà affrontare. Tra le tante emergenze, infatti, c’è anche quella legata al trasporto pubblico, non solo quello su gomma, necessita infatti di un intervento. In particolare, la realizzazione delle nuove tratte della metropilitana, al momento interrotte dopo la richiesta da parte della ditta Sigenco di concordato preventivo, che ha comportato la sospensione dei cantieri e la messa in cassa integrazione dei dipendenti. Anche in questo caso, però, sembra che Bianco sappia il fatto suo. “Ci sono tante cose da fare e tante cose già iniziate e inspiegabilmente bloccate – spiega – mi riferisco per esempio alle tre tratte della metropolitana che sono ferme per questioni giudiziarie ma che, sbloccate, darebbero la possibilità di lavorare un centinaio di cittadini e soprattutto di migliorare la mobilità”. Ha parlato di “battere i pugni sul tavolo”, Bianco, per sbloccare la situazione.

A pendere sulla testa del nuovo sindaco, poi, vi sono anche le questioni legate alle scelte fatte dalla precedente amministrazione, ad esempio, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e l’appalto per il servizio integrato di gestione, firmato il 22 dicembre 2010 e della durata di 5 anni, affidato al raggruppamento temporaneo di imprese Ipi – Oikos. Un appalto giudicato “inadeguato e superato già al momento della sua aggiudicazione” dallo stesso ex assessore all’ambiente della giunta Stancanelli, Claudio Torrisi, e che allontana la città dalla possibilità di raggiungere le percentuali stabilite dalle legge di differenziata – il 65 per cento entro il 2015. L’appalto, infatti, non solo indica una percentuale ben inferiore di raccolta differenziata, pari al 38%, ma non prevede il sistema porta a porta e, in ogni caso, negli anni non ha dato i risultati sperati, tanto è vero che la differenziata a Catania attualmente non raggiunge nemmeno il 20 per cento.

Insomma, la gestione nella quarta era Bianco, dunque, sembra tutt’altro che facile, considerato che, sullo sfondo, rimane una città in profonda crisi.


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