Consiglio comunale, Consoli: |"Bisogna evitare il dissesto" - Live Sicilia

Consiglio comunale, Consoli: |”Bisogna evitare il dissesto”

Marco Consoli spiega la difficile situazione istituzionale del Comune. E avverte Bianco del "pericolo Lombardo"...

L'intervista
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CATANIA – Rimarrà in carica fino a quando non verrà proclamato il nuovo Consiglio comunale. E spetterà a lui traghettare l’assise cittadina in questa delicata fase istituzionale in cui l’assemblea uscente dovrà approvare alcune importanti delibere per permettere alla nuova amministrazione di completare l’iter per la richiesta di accesso al fondo Salva Enti e riuscire, in questo modo, a non dichiarare il dissesto. E’ un compito arduo, senza dubbio, quello che spetta a Marco Consoli, anche solo per la difficoltà pratica di dover convocare consiglieri comunali chiamati a votare atti urgenti e improrogabili, seppure non eletti o neanche candidati alle ultime elezioni. Ma è ottimista, Consoli, ed è sicuro che l’assemblea cittadina si assumerà tutte le responsabilità.

Presidente, nonostante le elezioni, la sorte economica del Comune di Catania è ancora legata alla passata amministrazione. Ci spieghi, per favore, come stanno le cose.

Il sindaco Bianco ha ereditato una città in pre dissesto. Nel mese di dicembre 2012, su proposta dell’allora amministrazione Stancanelli, il consiglio comunale ha approvato il Piano di rientro, unico strumento per poter ottenere quei finanziamenti necessari per  tamponare la situazione critica di assenza di liquidità in cui versa il Comune. Il governo dovrebbe stanziare 70 milioni di euro, un prestito che dovremo restituire nell’arco di 10 anni. Mancano ancora alcune delibere ma, per la continuità dell’azione amministrativa, escludo categoricamente che la nuova amministrazione potrà modificare il Piano. Cosa unica più che rara, la nuova amministrazione si presenterà al cospetto di un Consiglio comunale che tra qualche giorno non sarà più in carica e, successivamente, sarà costretta a lavorare con un Piano di rientro firmato da Stancanelli. Qualora si pensasse di modificarlo, Catania non riuscirebbe a uscire dal tunnel buio in cui si trova. E sarebbe dissesto finanziario. Bianco sta correndo ai ripari: un sindaco serio, che ama la propria città, ovviamente non può augurarsi questo.

In un certo senso, quindi, o bere o affogare per il consiglio comunale, che non avrà molta scelta. Che difficoltà sta incontrando?

Oggettivamente non è facile innanzitutto convocare tutti, dal momento che in aula siedono consiglieri rieletti, non rieletti e consiglieri non candidati. Sarà difficile ricomporre il numero, ma ci stiamo lavorando e devo dire che ho sentito tanti consiglieri della maggioranza e dell’opposizione vecchia e nuova e posso dire che c’è grande senso di responsabilità, perchè sanno che dipende tutto dal consiglio comunale. Bisogna anche acquisire la consapevolezza,  inoltre, che gli atti che la nuova amministrazione ci ha trasmesso, pur avendo la firma del nuovo sindaco, sono stati predisposti dalla vecchia amministrazione e sono delibere su cui il consiglio comunale poco o nulla potrà fare per apportare modifiche, perchè vincolati al Piano di rientro.

Che tempi ci vorranno per vedere riunito il consiglio comunale?

Dando procedura d’urgenza alle Commissioni consiliari Bilancio e Tributi, su richiesta del sindaco, ci vorranno cinque giorni di tempo per avere il parere. Qualora dovessero passare infruttuosamente, già il sesto giorno sarà utile per convocare il Consiglio. Insomma, tra mercoledì e giovedì prossimo potrei già riunire l’assemblea. Quanto prima, intanto, è convocata la conferenza dei capigruppo.

Secondo Lei, che alle ultime elezioni ha appoggiato apertamente la candidatura di Enzo Bianco e che è stato presidente del Consiglio per cinque anni, cosa guadagnerà l’assemblea con il nuovo sindaco?

Una cosa la guadagnerà sicuramente: grande rispetto istituzionale. Bianco è stato sindaco, senatore della Repubblica, ministro egli Interni e consigliere comunale nella passata consiliatura, ha dimostrato sempre grande rispetto istituzionale e ha riconosciuto sempre grande valore al consiglio comunale, che rappresenta la città. Se si vogliono superare i problemi di Catania occorre che la nuova amministrazione lavori in grande sinergia con il Consiglio e viceversa, nel rispetto dei ruoli ovviamente. Il Consiglio comunale non è una palla al piede come lo ha considerato Stancanelli in questi cinque anni: non si è mai confrontato sui piccoli e grandi temi nemmeno con la sua maggioranza e credeva che in Consiglio sedessero 45 “yes men” e  forse, anche per questo, ha perso le elezioni.

Presidente, non le tiro fuori alcun nome per le deleghe, ma chi pensa debba prendere il suo posto?

Io spero che il prossimo Consiglio scelga bene. Non faccio nomi, ma vorrei tracciare l’identikit. Il prossimo presidente del consiglio comunale della nona città d’Italia deve avere non solo grande esperienza politica, ma consiliare. Non ci si improvvisa presidenti di consiglio, bisogna avere lunga esperienza dei lavori d’aula, bisogna saper dialogare con tutti ed essere primus inter pares. Rivolgo un invito, però, alla coalizione che ha sostenuto Bianco: deve scegliere immediatamente un nome forte, spendibile e che trovi la condivisione di tutti i gruppi e le liste. Altrimenti, nella frammentazione, chi ne trarrà grande vantaggio sarà Raffaele Lombardo, molto bravo nel  muoversi nell’incertezza e nella confusione degli altri. Secondo me potrebbero esserci operazioni per fare eleggere un presidente vicino all’ex governatore, la cui lista ha ottenuto un ottimo risultalto ma sta all’opposizione.

 

 

 


 

 

 

 

 

 


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