Etna, patrimonio Unesco |Mazzaglia: "Ora tocca a noi" - Live Sicilia

Etna, patrimonio Unesco |Mazzaglia: “Ora tocca a noi”

Ottenuto un riconoscimento prestigioso. Ma, adesso, occorre mettere ordine: a partire dalle desolanti discariche a cielo aperto che deturpano il territorio del vulcano.

Un premio ambito
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CATANIA. Si fa presto a dire patrimonio mondiale dell’Unesco. Il difficile, semmai, comincia adesso. L’Etna entra a pieno titolo tra i siti del pianeta da proteggere, custodire e tutelare. L’investitura ufficiale è giunta dalla Cambogia: da Phnom Penh dove il comitato dell’Unesco è riunito per la sua sessione annuale e dove giovedì prossimo verrà consegnato il premio. Anche se, poi, in via strettamente ufficiosa si sapeva del prestigioso riconoscimento già dallo scorso 3 maggio. Si legge nella motivazione: “I crateri della vetta, i coni di cenere, le colate di lava, le grotte di lava e la depressione della valle del Bove fanno dell’Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e per l’istruzione. Esso continua ad influenzare la vulcanologia, le geofisica ed altre discipline della Terra. La sua notorietà, la sua importanza scientifica e i suoi valori culturali e pedagogici sono d’importanza mondiale”. Tuttavia, adesso arriva il compito più difficile: ad esempio, quello di fare in modo che il “peccato originale” delle discariche a cielo aperto presenti un pò dappertutto sul territorio del vulcano e dello striminzito servizio di trasporto e collegamento, venga definitivamente cancellato. Un compito duro che spetta all’Ente Parco dell’Etna ed al suo presidente Marisa Mazzaglia, affrontare: ed il fatto stesso di non stare a parlare di commissariamento del Parco costituisce, probabilmente, è già di per sè un buon punto di partenza.

Presidente Mazzaglia, cosa cambia con questo riconoscimento?

“I cambiamenti devono avvenire nella concezione che noi stessi abbiamo dell’Etna. E’ ovvio che con questo riconoscimento di portata mondiale ci pone su una ribalta mondiale di grandissimo prestigio: verremo osservati con ancora più attenzione da tutto il mondo”.

E’ questo il motivo per tutelare un territorio che è stato spesso “stuprato” da vandali ed incivili.

“Le raccomandazioni che ci giungono dall’Unesco sono quelle di proteggere questo straordinario patrimonio naturale. Ora comincia la fase più complicata ma questo riconoscimento ci dà anche più forza”.

Dal punto di vista strategico e politico, essere divenuti Patrimonio dell’umanità porterà all’opportunità di attingere a nuovi finanziamenti?

“Sicuramente sì. Ci sono finanziamenti che sono specifici per i siti Unesco: per noi si tratta di un vantaggio e di una opportunità di controllare e verificare ancora meglio lo stato degli habitat della natura e del territorio”.

Da parte vostra, adesso quale sarà il prossimo ed imminente passaggio?

“Attendiamo, intanto, leggeremo le modalità con le quali il riconoscimento verrà rilasciato. Quello che sappiamo è che al Parco è stato riconosciuto il grande lavoro che ha condotto per arrivare sino a questo punto. Ciò che cambia concretamente è che dall’Unesco giungeranno delle raccomandazioni alle quali dovremo attenerci. Non nascondo che assieme al prestigio del premio dovremo farci carico di una serie di responsabilità”.

Di quali indicazioni stiamo parlando?

“Molto probabilmente saranno indicazioni che riguarderanno la tutela dell’ambiente. Ma questo non vuol dire che vi saranno nuovi vincoli e nuovi limiti: significa, semplicemente, che occorrerà gestire in maniera integrale il patrimonio naturale dell’Etna evitandone lo scempio. Comincia oggi la sfida, abbiamo oggi una grande opportunità da cogliere”.

E da anni c’è una emergenza legata alle microdiscariche che fa gridare allo scandalo.

“E’ il problema più serio al quale fare fronte. Su questo, devo dire che ho appena ricevuto una telefonata da parte dell’assessore regionale Cartabellotti che mi ha confermato la volontà del governo regionale di aiutarci a gestire l’emergenza ed a bonificare le aree inquinate. E questo è un buon viatico per risolvere questa vicenda”.

Dunque, è previsto l’impiego di più uomini e mezzi?

“Il personale della Forestale, così come sta già accadendo nei siti archeologici e per altri luoghi, sarà fondamentale: si tratta, del resto, di razionalizzare al meglio le risorse di cui già disponiamo”.

Resta aperta anche un’altra questione: quella dei trasporti. Raggiungere, ad esempio, il vulcano da Catania è davvero imbarazzante, i collegamenti praticamente non esistono.

“Non nascondo che vi sia un grande problema strutturale: non vale solo per l’Etna ma per tutta la Sicilia. La presenza di una sola corsa pubblica, che diventano due in estate, dalla stazione di Catania alle aree sommitali dell’Etna è un limite considerevole. Ma questo è solo un aspetto del problema. Anche l’aeroporto di Catania può diventare un grande polo di servizi per tutto il Mediterraneo. Questo riconoscimento può contribuire ad accendere nuove sinergie anche sul campo delle infrastrutture”.

Teme che questo riconoscimento possa “invogliare” qualche affarista o politicante di turno ad espandere le proprie mire sull’Etna?

“Devo dire che chi intendesse fare affari deturpando il territorio non può certo sorridere all’accoglimento di questo premio: questo perchè l’attenzione che da un punto di vista civico e culturale verrà riversata sul nostro territorio farà sì che vi sarà un controllo ancora controllo”.

Come avete festeggiato, una volta appresa ufficialmente la notizia?

“In maniera pacata ma anche molto convinta: con biscotti e vino portati dal nostro amico Lo Giudice di Linguaglossa. Del resto, per ragioni di sobrietà legate al momento economico che stiamo vivendo, abbiamo preferito evitare la trasferta in Cambogia: lì ci rappresenteranno al meglio il ministero e l’ambasciatore italiano”.


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